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Domenico34 - Insegnando le cose che Gesù ha comandato di osservare

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2011 00:08
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28/08/2011 00:15

È ad una persona di questo genere che il discepolo di Gesù deve augurare ogni bene, senza farne nessuna discriminazione. L'apostolo Paolo aveva perfettamente ragione quando affermava: Vinci il male con il bene (Romani 12:21). Anche l'apostolo Pietro capì perfettamente le parole di Gesù, quando scrisse:

Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni d'amor fraterno, pietosi, umili, non rendendo male per male, od oltraggio per oltraggio, ma al contrario benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati onde ereditiate la benedizione (1 Pietro 3:8,9).

Qualcuno ha detto: la benedizione che diamo agli altri, prima che arrivi alla persona alla qual è indirizzata, arriva a noi che abbiamo pronunciato le parole di benedizione. Parafrasando, Pietro affermava: Vuoi ereditare la benedizione? Devi benedire, perché non solo i seguaci di Gesù sono stati chiamati a benedire, ma affinché ereditino la benedizione.

Insegnare di osservare questo comando di Gesù, significa liberare la vita dell'uomo da tutti i mali che lo circondano e lo dominano, aprirgli gli occhi alla verità del vangelo, indirizzarlo ad una vita di amore, di pace, di concordia e di compassione, permettere che il potere benevolo di Dio prenda il controllo e si manifesti nella sua duplice azione di liberazione e di benedizione. Questo è quello che Gesù voleva dire quando comandò di benedire coloro che ci maledicono.

30. UNA PRECISA DISPOSIZIONE A SOPPORTARE

A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunicaP.C] (Luca 6:29).

Il detto di Gesù per quanto riguarda chi percuote su una guancia, viene da Matteo specificato con la volto destro, come se volesse dire, che la sopportazione è raccomandata solamente se uno viene percosso sulla guancia destra e non su quella sinistra. Luca evita questo tipo di puntualizzazione e non menziona né la guancia destra né quella sinistra.

Davanti a questo partiare gli studiosi si sono chiesti: Qual'è la forma originale, quella di Matteo o quella di Luca? Andare dietro a questo tipo di considerazione, anche se può giovare ai fini dell'individuazione del detto di Gesù, non cambia minimamente l'insegnamento che Gesù vuol dare ai suoi discepoli. Per Luca non c'è nessuna differenza se uno viene percosso sul lato destro o su quello sinistro della guancia. Quello che il discepolo deve tenere presente è la percossa in se stessa. Appare chiaramente dal suo contesto che la percossa che si riceve, non è il risultato di una rissa o di una luttazione, ma di un indebito scherno e vituperio, da parte di persone che non sono seguaci di Gesù.

Il discepolo di Gesù non può essere una persona di rissa. Questo specifico atteggiamento non è consono alla natura di discepolo, dato che il maestro può insegnare suo esempio come Lui si è comportato nel tempo della sua permanenza tra gli uomini. Isaia aveva previsto nella sua profezia del servo dell'Eterno, che egli sarebbe stato percosso e che la sua barba sarebbe stata strappata dalle sue guance (Isaia 50:6). Questa profezia trovò il suo pieno adempimento quando Gesù fu condotto davanti al Sinedrio per essere condannato (Matteo 26:67; Marco 14:65; Giovanni 18:22). In tutta la storia evangelica che tratta del processo di Gesù, non viene mai detto che Gesù abbia risposto dando pugni e schiaffi a coloro che lo avevano trattato in quella maniera. I pugni e gli schiaffi che i Giudei dettero a Gesù, furono il risultato della loro rabbia e della loro indignazione, perché non condividevano né credevano a quello che Gesù aveva insegnato e a tutto quello che Egli aveva fatto, soprattutto per quanto riguardava i suoi mirai.
Dalla norma che Gesù dà:

Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo signore. Basti al discepolo di essere come il suo maestro, e al servo di essere come il suo signore (Matteo 10:24,25),

ogni discepolo di Gesù deve, non solo ricordarsi di ciò, ma soprattutto conformare a ciò la propria vita.

Le percosse e gli schiaffi che Gesù ricevette, furono a causa della sua missione, come inviato di Dio, mentre quello che riceve il discepolo di Gesù, sarebbero stati a causa della loro fede in Cristo. In questo caso specifico (perché a questo vuole riferirsi Luc, il discepolo non ha niente da reagire o ricambiare, se veramente vuole seguire il Maestro. Non è possibile che il discepolo di Gesù sia benvoluto dal mondo quando il Maestro è stato odiato. Gesù aveva detto chiaramente: Chi asta voi asta me; chi sprezza voi sprezza me (Luca 10:16).

Ecco perché Gesù dice: A chi ti percuote su di una guancia, porgigli anche l'altra. Non è con la cosiddetta legge del taglione, occhio per occhio e dente per dente, che l'uomo può seguire Gesù, e tanto meno vincere il male, secondo la parola di Paolo (Romani 12:21). La condotta del discepolo del Cristo, per quanto riguarda la relazione con le persone estranee alla fede, deve rispecchiare ed imitare la vita e l'insegnamento di Cristo. Solo questa maniera risulterà efficace, quando si insegnerà di osservare tutto quello che Cristo ha comandato di osservare.

A chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica.
Matteo, dal canto suo, dice:
Ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello (Matteo 5:40).

Si continuerà il prossimo giorno...
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