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Domenico34 – Gesù... Il Divin Guaritore – Capitolo 5. GUARIGIONI CONTENUTE NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2011 00:15
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Sesso: Maschile
16/07/2011 00:14

3. Quello che Pietro ha lo dona

Quello che non ho non te lo posso dare; ma quello che ho, sì: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina (v. 6). Queste parole che l’apostolo Pietro pronunciò, anche se furono dette per guarire quello zoppo, — che poi non era una formula magica — Ibidem, pag. 112], contengono una preziosa verità, sotto altri aspetti.

Nel campo spirituale, principalmente in quello ministeriale, ognuno dà in base a quello che ha, — che poi sarebbe più esatto dire: Ognuno dà in base a quello che ha ricevuto dal Signore (1 Corinzi 11:23) —. Se uno ha ricevuto dallo Spirito Santo il dono delle guarigioni, dà guarigioni agli ammalati; mentre se non ha ricevuto, questo dono, non potrà dare la guarigione a nessuno.

Il motivo principale perché gli infermi non vengono guariti dalle loro infermità ai nostri giorni, nella stessa maniera come avveniva ai tempi di Gesù e degli apostoli, non consiste nel fatto che l’era dei miracoli è tramontata, rimanendo soltanto un ricordo del lontano passato, ma principalmente perché non c’è il dono delle guarigioni. Ricordiamo che il dono delle guarigioni — come del resto tutti gli altri doni — viene dato dallo Spirito Santo, e non dipende dal desiderio e dalla volontà umana (1 Corinzi 12:11).

Non è affatto vero che tutti i credenti, specialmente quelli che sono impegnati nel ministero, hanno tutti i doni dello Spirito. Se così fosse, questi non solo si manifesterebbero, ma le stesse persone, specie quelli che soffrono a causa di una malattia, beneficerebbero del dono stesso, con la conseguenza di una chiara guarigione. Il dono delle guarigioni infatti, non viene dato a pro di colui che lo riceve, ma unicamente per liberare le persone che si trovano imprigionate dalle sofferenze fisiche.

Quando Pietro disse al mendicante della porta Bella del tempio, che gli avrebbe dato quello che aveva, ciò si riferiva alla virtù divina che era in lui, per cui poteva comandare allo zoppo di camminare, nel nome di Gesù Cristo il Nazareno. Il fatto poi che Pietro prenda per la mano destra lo zoppo e lo solleva, e che in quell’istante i suoi piedi e le sue caviglie si siano rafforzate, questo è la dimostrazione che il dono che aveva l’apostolo, non agiva solamente pronunciando parole, ma dava la riabilitazione a quell’uomo che non sapeva cosa significasse camminare con i propri piedi.

Che non sia stata la potenza di Pietro e la sua pietà, a guarire quell’uomo, viene detto chiaramente (v. 12), ma per la fede nel nome di Gesù... ed è appunto la fede, nella potenza di questo nome che quello zoppo ha potuto ricevere la completa guarigione delle sue membra, in presenza di tutti (v. 16).

4. L’evidenza del miracolo

Siccome in quel giorno si verificò un vero miracolo, che gli stessi capi giudei non potevano negare (Atti 4:16), il camminare e il saltare dello zoppo, rappresentavano segni visibili di una vera e completa guarigione. Che quel saltare volesse anche esprimere la gioia che provava quell’uomo, è una cosa certa. D’altra parte, la profezia d’Isaia prevedeva che lo zoppo avrebbe saltato come il cervo (Isaia 35:6).

Il giubilo e la gioia che si sprigionavano dalla vita dei miracolati, non è finta, ma reale; non è il risultato di una pura imitazione — come spesso si verifica ai nostri giorni —, ma personale; non forzata ed esagerata, ma spontanea e genuina.

3. LA PREGHIERA CHE LA COMUNITÀ INNALZÒ A DIO PER GUARIRE E COMPIERE SEGNI E PRODIGI

All’udire ciò, alzarono all’unanimità la voce a Dio e dissero: «Signore, tu sei il Dio che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, e che mediante lo Spirito Santo hai detto, per bocca di Davide tuo servo Perché si sono adirate le genti e i popoli hanno macchinato cose vane? I re della terra si sono sollevati e i principi si sono radunati insieme contro il Signore e contro il suo Cristo. Poiché proprio contro il tuo santo Figlio, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato con i gentili e il popolo d’Israele, per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero. Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, stendendo la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome del tuo santo Figlio Gesù» (Atti 4:24-30).

Esame del testo

Il miracolo della guarigione dello zoppo alla porta Bella del tempio, lungi dall’essere stato motivo di gioia per i capi religiosi giudei, suscitò un’ondata di persecuzione contro Pietro e Giovanni, tanto che presto i due apostoli vennero messi in prigione, e, successivamente interrogati per sapere

con quale potere o in nome di chi era stato fatto quel miracolo (Atti 4: 7).

Quando Pietro precisò ai capi religiosi che lo zoppo era stato guarito nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, lo stesso che essi avevano crocifisso ma che Dio aveva risuscitato dai morti (v. 10), nacque una vivace discussione: Pietro e Giovanni da una parte, che affermavano con franchezza che, Gesù era quella pietra che rigettata dagli edificatori, era diventata la testata d’angolo, e dall’altra parte, i capi che riconoscevano che i due apostoli, uomini illetterati e senza istruzione (vv. 11,13), erano stati con Gesù, vista la franchezza del loro modo di parlare.

Non potendo poi negare l’evidenza del miracolo, poiché l’uomo miracolato era in piedi accanto ai due apostoli (v. 14), passarono subito al contrattacco, ordinando a Pietro e a Giovanni di non parlare più a nessun uomo del nome di Gesù né insegnare nel suo nome. E siccome il loro comando con minaccia non ebbe esito positivo, per il netto e fermo rifiuto degli apostoli, i capi furono costretti a mettere in libertà Pietro e Giovanni, dopo di averli nuovamente minacciati (vv. 17-21).

Fu a seguito di questi avvenimenti che la comunità, decise di innalzare una particolare preghiera al Signore. Questa è la prima preghiera della Chiesa, che il libro degli Atti registra. Essa venne innalzata “all’unanimità” dalla comunità a Dio, perché l’opposizione dei capi religiosi voleva impedire a qualsiasi costo l’avanzata della Chiesa di Gesù Cristo, la quale non progrediva solamente con la predicazione della parola di Dio, ma anche con l’evidenza delle opere miracolose di guarigione.

Lasciando ai commentatori il compito di esaminare e valutare i vari riferimenti biblici che vennero usati in questa particolare preghiera, cerchiamo di attirare la nostra attenzione su ciò che è attinente allo scopo per cui stiamo scrivendo, cioè i miracoli di guarigione.

Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza (v.29).

La franchezza di cui è fatta esplicita richiesta, non è quella che deriva dalla capacità umana, ma quella che viene dallo Spirito Santo. La Chiesa del primo secolo non vuole annunziare la parola di Dio, solamente perché il suo fondatore, Gesù Cristo, ordinò di andare per tutto il mondo e predicare l’evangelo ad ogni creatura (Marco 16:15); ma la vuole annunziare, soprattutto, con franchezza, quella che viene da Dio, e non secondo la sapienza umana. Anche se col termine “servi”, si allude agli apostoli [Gustav Stählin, Gli atti degli apostoli, pag. 145], ciò non toglie di intenderlo nel senso più largo che abbraccia tutti i seguaci di Gesù Cristo e in modo particolare tutti quelli che sono impegnati nell’opera del ministero della Parola. Assieme alla franchezza, si vuole anche che Dio stenda la sua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi.

Ecco le due cose che venivano considerate inseparabili dalla Chiesa primitiva: proclamazione della Parola di Dio e guarigioni con segni e prodigi. Se la predicazione della parola di Dio rappresentava l’elemento essenziale per far conoscere agli uomini i piani e la volontà divina, le manifestazioni miracolose di guarigione, i segni e i prodigi, ne erano l’autenticazione che convalidava autorevolmente l’efficacia del ministero cristiano, o come dice più chiaramente: i segni che accompagnano di quelli che hanno creduto (Marco 16:17).

Si continuerà il prossimo giorno...
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