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Domenico34 – Gesù... Il Divin Guaritore – Capitolo 5. GUARIGIONI CONTENUTE NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2011 00:15
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14/07/2011 00:21


Capitolo 5




GUARIGIONI CONTENUTE NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI




Nota introduttiva

Dopo aver esaminato i vari racconti di guarigione riportati dai sinottici e da Giovanni, diamo uno sguardo a quelli che vengono elencati nel libro degli Atti degli apostoli. Anche se tutti i riferimenti di miracoli che troviamo, non sono nominativi, nel senso cioè che non sempre indicano il nome dei malati e le loro malattie, li citiamo ugualmente se non altro per mettere in evidenza l’azione miracolosa della guarigione.
Siccome il libro degli Atti degli Apostoli, vuole essere il racconto della vita della Chiesa del primo secolo e la continuazione dell’evento miracoloso delle guarigioni fisiche, iniziato particolarmente con la venuta di Gesù, è importante esaminare tutto il materiale che questo libro ci fornisce, se non altro per sapere come agirono gli apostoli, gli immediati continuatori dell’opera di Gesù, in relazione soprattutto al ministero di predicatori del vangelo di Cristo.

In questo elenco, non figurano certi eventi soprannaturali, perché non rientrano nello scopo di questo libro, quali:

* La morte di Anania e Saffira (5:1-11);
* La liberazione degli apostoli dalla prigione (5:17- 21);
* Il rapimento di Filippo ad opera dello Spirito (8:39);
* La liberazione di Pietro dalla prigione (12:3-17);
* Erode è colpito con una malattia da un angelo (12:23);
* La cecità del mago Elima (13:9-12);
* La liberazione della giovane schiava dello spirito di divinazione (16:16-18);
* La liberazione di Paolo e Sila dalla prigione (16:25-34);
* I figli di Sceva malmenati (19:13-19);
* La vipera scossa dalla mano di Paolo (28:3-6).

Questo, naturalmente, non ci esimerà dal valorizzare l’operato degli apostoli, soprattutto per ricavarne un esempio pratico, da tenere presente nell’esercizio del ministero dei nostri tempi. Dal momento che lo Spirito Santo aveva un ruolo principale in tutte le attività degli apostoli, — e le guarigioni fisiche facevano parte integrale del loro ministero —, l’attività della Chiesa di oggi, non può essere diversa, da quella che ne fu il modello fin dagli inizi, trattandosi dello stesso Spirito, che ispirava e conduceva allora, come anche oggi, la vita della Chiesa.

1. SEGNI E MIRACOLI PER MANO DEGLI APOSTOLI

Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli (Atti 2:43).

Esame del testo

I segni e i miracoli, di cui parla chiaramente il testo, (e ripetuto in 5:12) avvenivano ad opera degli apostoli. Ciò vuol dire che Dio, si serviva di loro, per compiere queste opere miracolose. Siccome vengono chiamati in causa gli apostoli, non dobbiamo pensare solamente a Pietro e a Giovanni, (anche se quest’ultimo è presentato come un muto accompagnatore di Pietro) — come più tardi saranno nominati specificatamente —, ma a tutti i dodici, poiché Giuda Iscariot, era stato sostituito da Mattia (Atti 1:26).

Ci sorprende però che degli apostoli, vengono nominati solo Pietro e Giovanni e tutti gli altri rimangono nell’anonimato e nel generico. Anche se questa constatazione è vera e lascia un po’ di amaro in bocca, — come si sol dire —, nondimeno l’affermazione di Luca non va sottovalutata, anche perché se non fosse stato vero che i segni e i miracoli venivano fatti tramite gli apostoli, la credibilità dello stesso Luca sarebbe stata messa in discussione e lo stesso rispetto per gli apostoli ne uscirebbe offuscato.

Lungi dal sospettare che Luca non sia stato esatto nelle sue affermazioni, accettiamo per vero quello che dice il libro degli Atti e cerchiamo invece di comprendere perché i segni e i miracoli, venivano fatti solamente dagli apostoli. Condividiamo in pieno l’osservazione che fa lo Stählin:

«Come per Gesù, così anche per gli apostoli i miracoli sono inseparabili dal loro insegnamento» [Gustav Stählin, Gli atti degli apostoli, pag. 110].

Senza volere aprire una discussione sul valore esclusivo del ministero apostolico, inteso nel senso come più tardi lo definirà Paolo, quando qualificherà gli apostoli come il ‘fondamento’, assieme a quello dei profeti, su cui viene edificata la Chiesa (Efesini 2:20), si deve tenere in debito conto che, secondo il testo summenzionato, siamo agli albori della vita della Chiesa, ragion per cui, la menzione degli apostoli, come strumenti che vengono usati da Dio per i segni e i miracoli, rappresentano una seria garanzia di attendibilità, anche perché si tratta di uomini scelti direttamente da Gesù e testimoni oculari delle manifestazioni miracolose operate dal Cristo.

D’altra parte, se agli inizi della Chiesa, Dio avesse usato altri nel campo dei miracoli — cosa che avvenne più tardi mentre gli apostoli erano ancora in vita —, ne sarebbe nato tra il popolo inconvertito un certo disorientamento, a discapito della credibilità della missione apostolica e della crescita della Chiesa in genere.

Siccome gli apostoli in quel tempo, erano gli unici che potevano rappresentare degnamente la prosecuzione dell’opera di Cristo, si rendeva necessario che la loro attività fosse contraddistinta, da qualcosa che, potesse testimoniare che i segni e i miracoli che essi compivano, era il marchio di garanzia che suggellava ed approvava il loro mandato. Infine, i loro insegnamenti e le manifestazioni miracolose che si susseguivano continuamente, avevano un particolare significato nella vita degli apostoli, per il fatto che potevano dire:

... Quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita... noi ve lo annunziamo... (1 1 Giovanni 1:1,3).

Passato però quel periodo iniziale, in cui la Chiesa si era costituita saldamente sotto l’autorità apostolica, vediamo che Dio si serve anche della strumentalità di altri nel campo dei miracoli, come per esempio di Stefano (Atti 6:8) e di Filippo (Atti 8:6,7).
Anche se i miracoli, di cui parla il nostro testo, non vengono specificati, — più tardi sarà fornita ampia specificazione per quanto riguarda le varie malattie che vennero guarite —, sono sempre miracoli che testimoniano la potenza del Cristo risorto, glorificato e assiso alla destra di Dio.

Il motivo dei ‘segni’, di cui si parla spesso nel vangelo di Giovanni per i miracoli che Gesù faceva (Atti 2:22), viene ora ripreso dal libro degli Atti in riferimento a quello che gli apostoli fanno, aggiungendo a questi sēmeia, miracoli, operazioni e prodigi (Atti 4:30; 5:12; 6:8; 8:13; 14:3; 15:12). Tutto questo, naturalmente, servirà per provare che i miracoli, i prodigi e le operazioni che gli apostoli compivano, non erano il risultato della loro potenza o pietà, per glorificare se stessi, ma avvenivano unicamente per glorificare Dio e il Figlio Gesù (Atti 3:12,13).

2. LO ZOPPO GUARITO ALLA PORTA BELLA DEL TEMPIO

Or Pietro e Giovanni salivano insieme al tempio verso l’ora nona, l’ora della preghiera. E vi era uno zoppo fin dalla nascita, che veniva ogni giorno portato e deposto presso la porta del tempio, detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, avendo visto Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, chiese loro l’elemosina. Allora Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su di lui, disse: «Guarda noi». Ed egli li guardava attentamente, sperando di ricevere qualche cosa da loro. Ma Pietro disse: «Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante i suoi piedi e le caviglie si rafforzarono. E con un balzo si rizzò in piedi e si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio. E tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio, e lo riconobbero per quel tale che sedeva alla porta Bella del tempio a chiedere l’elemosina; e furono ripieni di sbigottimento e di stupore per ciò che gli era accaduto (Atti 3:1-10).

Si continuerà il prossimo giorno...
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