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Domenico34 – Gesù... Il Divin Guaritore – Capitolo 3. GUARIGIONI CONTENUTE NEL VANGELO DI LUCA

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2011 00:16
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08/07/2011 00:16

Riflessione

L’episodio dell’orecchio reciso al servo del sommo sacerdote, ci porta a fare due riflessioni:

1) Sulla spada che Pietro usò in quella circostanza;
2) sulla caduta dei soldati e delle guardie mandati dai capi sacerdoti e dai farisei.

a) La spada usata da Pietro

La spada che Pietro usò, nella notte che Gesù venne arrestato, ci meraviglia, prima di ogni altra cosa, come abbia potuto fare l’apostolo a portarla con sé. Anche se Gesù aveva esortato i suoi a munirsi di una spada (Luca 22:36-38), non l’avrà detto sicuramente in vista di quello che sarebbe successo al Ghetsemani, senza che le stesse parole di Gesù Riponi la tua spada al suo posto..., perdano valore e credibilità. Nessuno degli undici apostoli se ne accorse che, Pietro aveva al suo fianco una spada? L’aveva con sé, durante la cena pasquale?

Non ci sembra che l’avesse, senza che lo stesso Giuda, che era presente in quella occasione, venisse a sospettare un intervento armato, da parte di uno dei dodici, dato che egli aveva già concordato con i capi sacerdoti, di consegnare nelle loro mani, Gesù. Lo stesso Gesù, se avesse visto la spada al fianco di Pietro, non solo gli avrebbe chiesto, perché di quell’arnese, ma avrebbe sicuramente intimato al suo discepolo, di mettere da parte quella spada.

D’altra parte, nessuno degli apostoli sapeva fino a quel giorno, che uno di loro, avrebbe tradito il Maestro, perché si sa con certezza che, quel piano diabolico, Gesù lo svelò, proprio durante l’ultima cena pasquale (Matteo 26:21; Marco 14:8; Luca 22:21-23). Davanti a queste considerazioni, è più logico pensare che Pietro si fornì della spada, prima che arrivasse nel giardino del Getsemani. Non si sa esattamente il tempo che trascorse, da quando Gesù, coi i suoi undici apostoli, si recò al Getsemani, fino alla venuta di Giuda, che faceva di guida, a quella turba di soldati e guardie, armati di lanterne, torce e armi (Giovanni 18:3; Atti 1:16). Dato che Pietro aveva con sé una spada quando venne nel Getsemani, l’avrà tenuta nascosta, per non creare sospetti nei suoi colleghi. Le cose nascoste, però, (secondo l’autorevole parola di Gesù (Marco 4:22; Luca 8:17), non possono rimanere per sempre così. Pietro, avrà portato la spada per una legittima difesa personale, o per proteggere la vita di Gesù? Alla luce delle parole di Gesù, rivolte a Pietro:

Pensi forse che io non potrei adesso pregare il Padre mio, perché mi mandi più di dodici legioni di angeli? (Matteo 26: 53),

(72.000 unità, secondo il numero che conteneva una legione romana), la spada di Pietro, serviva per difendere Gesù. Il testo evangelico precisa che Pietro, recise l’orecchio del servo del sommo sacerdote, (che poi Luca precisi che fu il destro) non ha nessuna importanza.

La domanda che formuliamo è questa: Nell’intenzione di Pietro, c’era veramente di recidere l’orecchio, oppure di tagliare la testa a quel servo? A noi ci sembra che Pietro avrà sbagliato la mira, e invece di far cadere la testa, fece cadere l’orecchio. La stessa parola di Gesù, ci autorizza a fare una simile interpretazione:

Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada.

La spada, per essere precisi, ha sempre divorato or l’uno or l’altro (2 Samuele 11:25); non è un’arma difensiva, ma offensiva che uccide (Ger. 15:3); non può essere usata come se fosse un sinonimo di pace, ma bensì di guerra. L’Eterno stesso non salva per mezzo di spada (1 Samuele 17:47). Nel tempo quando l’Eterno

sarà giudice fra molti popoli e farà da arbitro fra nazioni potenti e lontane. Con le loro spade forgeranno vomeri... (Mich. 4:3; Isaia 2:4).

Il fatto poi che Cristo affermi: tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada, dovrebbe portare (i cristiani in modo particolare) a riflettere seriamente, davanti alla severità della parola di Gesù. Non è con la spada della persecuzione, cruenta e spietata, che si potrà difendere l’ortodossia di una dottrina cristiana, (come, sfortunatamente avvenne durante l’inquisizione di Spagna), perché una simile arma, ha sempre disunito gli uomini, anziché unirli nel vincolo dell’amore.

E che dire della spada della maldicenza e della diffamazione, che ha fatto tante vittime attraverso i secoli, a tutti i livelli, che ha come riferimento la lingua, che l’apostolo Giacomo definisce un fuoco, il mondo dell’iniquità, che può contaminare tutto il corpo, infiammare il corso della vita, poiché è infiammata dalla Geenna? (Giacomo 3:6). Al nostro fianco, non ci deve essere una spada, perché può spandere sangue anche in tempo di pace (cfr. 2 Samuele 20:8-10), ma la cintura della verità (Efesini 6:14), quella verità che, veramente ci rende liberi (Giovanni 8:32), e che si incontra con la benignità (Salmi 85:10).

b) La caduta dei soldati e delle guardie

Senza alcun dubbio, quello che accadde ai soldati e alle guardie, in quella notte in cui Cristo venne arrestato nel giardino del Getsemani, non ha solamente del singolare, poiché un simile evento non si verificò mai per altri, ma mette principalmente in evidenza la potenza e la maestà dell’ “Io sono”, pronunciato dalla bocca di Gesù. Il terrore avrà certamente invaso la vita dei soldati e delle guardie, in quella notte memoranda, allorché indietreggiando caddero a terra.

Che la loro caduta sia stata prodotta dalla presenza del divino, appare in tutta la sua luminosità. Nonostante che la presenza del divino fosse presente nel giardino del Getsemani, e che l’ “Io sono”, pronunciato dalla bocca di Gesù, sia stato sentito distintamente anche dagli apostoli, solo le guardie e i soldati caddero a terra. Usare questo testo come prova scritturale che le cadute che si verifichino ai nostri giorni, siano segni evidenti della presenza e della potenza di Dio, ciò non quadra in simili contesti.

Quelli che caddero indietro in quella notte, erano nemici di Gesù e non suoi discepoli. È innegabile che, un discepolo di Gesù, venendo in contatto col divino, possa cadere ai suoi piedi come morto, come avvenne all’apostolo Giovanni e a Daniele (Apocalisse 1:17; Dan. 10:9). Si deve, inoltre notare che, la caduta del discepolo o dell’uomo di Dio, non si è prodotta perché toccati da una mano divina, ma ascoltando la voce del divino.

Se si esaminano tutti i passi del N. T. in cui si parla specificatamente dell’imposizione delle mani di Gesù sopra gli infermi, quindi un tocco della sua mano, non viene mai detto che la persona toccata, cadeva a terra. Lo stesso si può dire dell’imposizione delle mani che facevano gli apostoli. Il tocco delle mani di Gesù, non aveva lo scopo di far cadere la persona a terra, ma produrre la guarigione della malattia.

Se qualcuno osasse affermare che colui che tocca, avverte una straordinaria potenza divina nella sua mano e nella sua vita, non credo che si possa avere una potenza superiore a quella di Gesù.

Oggi viviamo in tempi in cui le azioni spettacolari, sono all’ordine del giorno. Più ce ne sono, più è evidente la presenza del divino e della sua potenza, dicono certuni. Nelle riunioni che si tengono da certi uomini, si vedono scene di persone che cadono a terra, non appena vengono toccate, manifestando anche un’espressione di terrore nella loro vita. In una riunione che ha lo scopo di guarire gli ammalati, si dà più enfasi ed importanza al fatto che le persone cadano a terra, piuttosto che i paralitici si alzino dai loro letti sui quali sono distesi, in testimonianza della loro guarigione.
Viviamo in tempi in cui c’è molto fumo negli occhi, e poca manifestazione reale della potenza guaritrice divina. Si cura più la parte spettacolare (e far cadere la persona a terra lo è), anziché far fronte al bisogno di un ammalato, con la sua reale guarigione, o liberare una persona dai legami di Satana, perché possa godere il beneficio di una vita veramente libera, per godere la pienezza della benedizione celeste.

Amici e fratelli, oggi è in azione lo spirito di seduzione, che agisce nella vita di certe persone, che invece di condurre le anime a Dio e a Gesù Cristo, li allontanano, con la funesta conseguenza che le persone non realizzano autentiche esperienze spirituali, atte a dare una svolta decisiva al corso della loro vita. Si guarda più all’uomo e a quello che esso fa, anziché fissare lo sguardo sul Signore, e dargli tutta la lode e la gloria, come veramente Egli lo merita.

Apriamo gli occhi per non cadere nella trappola dello “spirito di seduzione”, e seguiamo il Signore, soprattutto alla luce della Parola scritta, cioè la Bibbia, la divina Parola di Dio, dataci per nostra guida.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura
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