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Domenico23 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 6. Il diavolo nelle epistole e nell’Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 00:30
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22/04/2011 00:19

6) Giacomo 4:7

Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.

L’esortazione di Giacomo è molto significativa e importante nello stesso tempo, per il semplice fatto che c'insegna quale atteggiamento assumere davanti al diavolo. Prima di affrontare il diavolo, bisogna sottomettersi a Dio.
Una persona che non è sottomessa a Dio (in pratica significa dipendere da Lui, lasciargli in mano le redini della nostra vita per guidarla a modo suo) non si trova in condizione legale per resistere al diavolo, sia perché non troverà il modo per farlo e sia perché non avrà quella necessaria forza per affrontarlo.

Resistere al diavolo, in pratica significa dirgli: Di qui non si passa. Se prendiamo com'esempio due eserciti che si affrontano in un campo di battaglia, si sa che ognuno di loro, vorrebbe vincere l’altro, cioè prevalere. Chi sarà il vincitore? Senza dubbio, il più forte!
La forza sarà proporzionale alla resistenza che saprà opporre all’avanzata del nemico. Se si riuscirà a neutralizzare tutte le velleità e le tattiche del nemico, si potrà avere in mano la vittoria. Questo risultato si potrà ottenere con una ferma e decisa resistenza.
Come figli di Dio sappiamo che la nostra vittoria sopra il diavolo è in Cristo Gesù. È in Lui, infatti, che siamo più che vincitori (Romani 8:37). Tenendo inoltre presente che il diavolo è stato vinto al Calvario da Gesù Cristo, e che Egli, ai suoi, ha dato

il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico, e che nulla potrà fargli del male (Luca 10:19),

il credente, tenendo per verità assoluta la parola di Gesù ed afferrandosi fortemente ad essa, affronterà il diavolo, quando questi vorrebbe varcare i confini con l’intenzione di invadere e impadronirsi del nostro territorio, con una ferma e decisa resistenza: di qui non si passa, il diavolo sarà costretto a fuggire, perché è Dio che lo dice e lo assicura.
Quando invece i credenti non credono a quello che Dio promette nella sua Parola, davanti alla minaccia furiosa del nemico, cominciano a tremare e subiscono la sconfitta, prima ancora che abbia inizio la battaglia.

7) 1 Pietro 5:8,9

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo
.

Il detto dell’apostolo Pietro si collega mirabilmente con quello di Giacomo 4:7, perché i due hanno in comune lo stesso denominatore: Resistere. Pietro, a differenza di Giacomo, mette in risalto alcune caratteristiche che ha il diavolo, chiamandolo avversario. Innanzitutto bisogna precisare che il diavolo non è un leone, è come un leone.

Anche se egli non è un leone, tuttavia svolge la funzione di leone, perciò rugge. Si sa che quando quest'animale ha la pancia vuota, fa uscire dalla sua bocca i ruggiti, per dire: ho bisogno e voglia di mangiare! Quando invece ha lo stomaco pieno, si sdraia e tiene la bocca chiusa. Il diavolo è sempre affamato, perciò gira sempre attorno cercando chi egli può divorare.

In uno dei suoi salmi, Davide descrive il suo nemico con queste parole:
“Il mio nemico somiglia a un leone che si strugge dal desiderio di lacerare, a un leoncello che sta in agguato nei nascondigli (ND) (Salmo 17:12).
Struggere, significa tormentare, e lacerare: Fare a pezzi, dividere, rovinare, guastare, danneggiare. Queste caratteristiche ce le ha il diavolo. Egli si tormenta dal desiderio, di fare a pezzi, di dividere, di rovinare, di guastare e danneggiare, un’anima se riesce ad averla nelle sue fauci. Perciò bisogna essere sobri e vegliare, per non essere presi da questo crudele nemico.

8) 1 Giovanni 3:8

Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

Il peccato ha avuto origine nel diavolo ed è una sua opera quando lo compie; è stato lui che lo ha introdotto nel mondo. L’unico che poteva affrontare il peccato e vincerlo, è stato il Figlio di Dio, perciò non ha esitato a venire (a suo tempo) sulla terra, per distruggere le opere del diavolo, e per rendere vittoriosi su di esso, chi ha fede in Lui.

Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio.
Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze
(Romani 6:10-12).

9) 1 Giovanni 3:10

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.

Abbiamo visto da (Giovanni 8:44), che il diavolo ha i suoi figli. Visto che il presente testo lo scrisse lo stesso autore del vangelo, egli non poteva esprimersi in maniera diversa. Ogni figlio, di solito assomiglia al proprio genitore. Tenuto conto che ci sono due tipi di figli: quelli di Dio e quelle del diavolo, non è possibile che tra loro non ci sia differenza per distinguerli.
L’affermazione di Giovanni che chi non pratica la giustizia non è da Dio, come anche non lo è chi non ama il suo fratello, equivale a distinguere i figli di Dio e quelli del diavolo. La dichiarazione dell’apostolo, non ha bisogno di speciali commenti; si spiega da sé, per il semplice fatto che la maniera come si vive, rivela a chi si appartiene e di chi si è figli.

10) Giuda 9

…Invece, l’arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunziare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!»

La morte di Mosè avvenne sul monte Nebo, come afferma il Deuteronomio:
In quello stesso giorno, il SIGNORE parlò a Mosè e disse:

«Sali su questo monte di Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e guarda il paese di Canaan, che io do in possesso ai figli d’Israele.
Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito al tuo popolo, come tuo fratello Aaronne è morto sul monte Or ed è stato riunito al suo popolo
(Deuteronomio 32:48-50).

E il SIGNORE lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; e nessuno fino ad oggi non ha mai saputo dove è la sua tomba (Deuteronomio 34:6).

In conformità a quello che afferma la Bibbia, Mosè morì in un luogo (monte Nebo) e fu seppellito in un altro (nella valle, nel paese di Moab). Inoltre, il testo sacro precisa anche che il corpo di Mosè, fu seppellito dal Signore.
La domanda che nasce spontanea, sulla scorta di quanto afferma Giuda è: perché lo scrittore di questa lettera si esprime in maniera diversa del Deuteronomio? Da dove attinse Giuda l’informazione riguardante il seppellimento del corpo di Mosè? Perché menziona l’arcangelo Michele e la disputa che ebbe col diavolo?

I padri della chiesa, specialmente Clemente Alessandrino e Girolamo, conoscevano il libro apocrifo: Assunzione di Mosè, andato perduto, (a detta di Karl Hermann Schelkle e Joach Jeremias) e probabilmente da quello scritto avranno attinto notizie relative al seppellimento del corpo di Mosè per opera dell’arcangelo Michele. Visto che nei testi biblici, principalmente in quelli del Deuteronomio (il solo che parla della morte di Mosè) non si fa nessun cenno, né di Michele, né di altri angeli, non è improbabile pensare che Giuda attinga da quell’opera apocrifa, in cui è descritto più ampiamente l’opera che svolse l’arcangelo Michele, nel seppellire il corpo di Mosè e le parole che egli pronunciò in quella circostanza [Per tutta la questione, cfr. J. Jeremias, GLNT, Vol VII, col. 780-786; K.H. Schelkle, Le lettere di Pietro La lettera di Giuda, pagg. 258-259; E. C. Pentecost, Investigate le Scritture Nuovo Testamento, pag. 977; D. H. Wheaton, Commentario Biblico, Vol. 3, pag. 649].

Non dobbiamo essere sorpresi se Giuda cita un’opera apocrifa, quale (“l’Assunzione di Mosè”) per dare forza alla sua argomentazione. Si sa, infatti, che Giuda, non cita solamente “l’Assunzione di Mosè”, ma cita anche la profezia di Enoc:

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 22/04/2011 00:23]
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