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Domenico23 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 6. Il diavolo nelle epistole e nell’Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 00:30
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21/04/2011 13:56

C]Dio ammaestra le mie mani alla battaglia, e con le mie braccia posso tendere un arco di rame (Sal. 18:34).

Se le mani di Davide erano state istruite alla battaglia dall’Eterno, ciò vuole significare che le armi che egli usava, la spada e l’arco, le maneggiava secondo le direttive che Dio gli aveva dato. Quando la Parola di Dio, che
è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito (Eb. 4:12)
viene usata da mani ammaestrate alla battaglia da Dio, quindi istruite dallo Spirito Santo, con questa spada si può colpire qualsiasi potenza dell’inferno. Non ci sono giganti grandi e valorosi, — e nella vita spirituale ce ne sono tanti di questi mostri — che possano sfuggire ai colpi poderosi e sicuri di questa potentissima arma che li stenderà a terra.

7) La preghiera

Il settimo elemento che completa l’armatura di Dio, è la preghiera. Non è un puro caso che la spada dello Spirito, sia seguita dalla preghiera.

Anche se nel gergo militare la preghiera, non può essere presa come un’arma, nel campo dello Spirito essa lo è, al pari della spada, come strumento di difesa offensiva. I veri combattenti, — stiamo parlando di quelli del regno dello spirito, — sanno che i Principati, le potestà, i dominatori del mondo di tenebre di quest'età e gli spiriti malvagi di ogni genere, si possono affrontare e vincere con la potentissima arma della preghiera.
Non per niente l’apostolo esorta a pregare in ogni tempo e con ogni sorta di preghiera e di supplica. La preghiera, infatti, non consiste nel recitare parole su parole imparate a memoria, ma è quell’attitudine di consapevolezza che, rivolgendosi a Dio, personalmente, sa esporre i bisogni, le circostanze, le avversità e i vari problemi, a Colui che tutto può, cioè al Supremo Signore, con la certezza che da Lui verranno le risposte e le soluzioni.

Prendendo l’intera armatura di Dio, così come l’apostolo Paolo ce la presenta in Ef. 6:11-18, non solo saremo bene equipaggiati per resistere nel giorno malvagio e restare ritti in piedi, ma saremo anche pronti per il combattimento, con le armi offensive e difensive che Dio ci ha date, con la certezza nel cuore che le potenze demoniache saranno debellate dalla spada dello Spirito, che è la Parola di Dio e dalla “preghiera” [Pensiero che ha la Bibbia di Gerusalemme in questo contesto. “L’apostolo Paolo nell’enumerare gli elementi dell’armatura di cui deve essere equipaggiato il cristiano per il combattimento spirituale, ha preso lo spunto dal soldato romano, però l’accento che ha voluto mettere non è tanto sull’elemento materiale (cintura, elmo, calzari...), ma su quello spirituale, applicando ad ogni elemento un particolare: Cintura = verità; corazza = giustizia; calzari = prontezza dell’evangelo della pace; scudo = fede; elmo = salvezza; spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio”].

L’esercito dei combattenti, capitanato dal più gran generale di tutti i tempi, Gesù Cristo, potrà così cantare l’inno trionfale del vincitore, alla lode e gloria di Dio, benedetto in eterno!

3) 1 Timoteo 3:6,7

…che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.
Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo
.

In questi due passaggi si fa riferimento alla condanna inflitta al diavolo e al pericolo di cadere così nei suoi lacci. L’essere presuntuoso o come si esprime meglio la N.D. accecato dall’orgoglio, è un serio pericolo che condurrà inevitabilmente verso la condanna. Se al diavolo è stata inflitta la condanna, è stato a motivo del suo orgoglio che lo ha portato alla rivolta contro Dio. Ecco perché la Scrittura afferma:
La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta (Proverbi 16:18).

Trattandosi dell’ufficio di vescovo = sorvegliante, è necessario che quel credente non sia convertito da recente, perché facilmente potrebbe inorgoglirsi e cadere nella stessa condanna inflitta al diavolo. È necessario anche che il candidato a simile ufficio, abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, cioè dagli inconvertiti, per non essere screditato nelle sue funzioni e non cadere nei lacci del diavolo.

4) 2 Timoteo 2:26

…in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.

Gli oppositori che contestano la sana dottrina e si oppongono ad essa, devono essere istruiti con mansuetudine, nella speranza che escano dal laccio del diavolo, visto che sono suoi prigionieri per fare la sua volontà. Naturalmente costoro non sono consapevoli di trovarsi in quelle condizioni; credono piuttosto di trovarsi nella verità, facendo tutto per difendere la causa di Dio.
La condizione di questi oppositori, rispecchia esattamente la realtà in cui si trovava Paolo prima della sua conversione a Cristo. Anche lui, quando perseguitava e imprigionava coloro che invocavano il nome del Signor Gesù Cristo, pensava di fare un servizio a Dio e di difendere la Sua causa.

L’ignoranza che Egli aveva intorno a Gesù e alla sua dottrina, (nonostante la sua erudizione e lo zelo per la legge del Signore e l’osservanza delle tradizioni dei suoi padri) lo portarono ad agire in quel modo crudele, quando addirittura costringeva i cristiani a bestemmiare, cioè a negare di conoscere Cristo (Atti 26:11; Galati 1:13-14; Filippesi 3:6; 1 Timoteo 1:13).

Ora Paolo, con il suo buon consiglio e con la sua personale esperienza, può suggerire ai servi del Signore, come devono agire nei confronti degli oppositori, quando questi appariranno sul cammino del loro ministero.
Con l'istruzione paziente e mansueta, potranno provare, non solo di convincere gli oppositori a conoscere la verità, ma anche e soprattutto per farli uscire dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.

5) Ebrei 2:14

Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo.

Il riferimento sul diavolo in questo passaggio dell’epistola agli Ebrei, si trova in un contesto in cui l’autore descrive la volontaria umiliazione di Cristo, attraverso vari passaggi scritturali che l’autore cita. Le citazioni contenute nei (vv.5-14), sono del Salmo 8:4-6.

«Che cos’è l’uomo perché tu ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo perché tu ti curi di lui?
Tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli; lo hai coronato di gloria e d’onore;
tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi». Avendogli sottoposto tutte le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte
(vv. 6-8);

Salmo 22:22:
«Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all’assemblea canterò la tua lode»;

Isaia 8:18:
«Io metterò la mia fiducia in lui». «Ecco me e i figli che Dio mi ha dato» (v. 13).

Davanti ai passaggi scritturali, che rappresentano la prova biblica, l’interpretazione che viene data, è squisitamente messianica, perciò vengono applicati a Gesù Cristo. Ora che lo scrittore ha fornito la prova scritturale, può parlare della partecipazione di Gesù Cristo, alla carne e al sangue dei figli, in veste di Figlio dell’uomo e specificarne il motivo: Per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo.

Tenuto conto che Gesù non sarebbe venuto in aiuto agli angeli, ma alla discendenza di Abramo, era necessario che Egli

diventasse simile ai suoi fratelli per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo.
Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati
(vv. 15-18)

Si continuerà il prossimo giorno...
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