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Domenico23 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 6. Il diavolo nelle epistole e nell’Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 00:30
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19/04/2011 19:53

1) La cintura

Il primo dei sette elementi dell’armatura di Dio, è appunto la cintura della verità. La cintura, non è un’arma; è solamente un capo del vestiario, della forma di una striscia di pelle o di tela robusta, che serve per allacciare ai fianchi, la lunga e larga veste che veniva indossata dalle persone della Palestina e di tutto l’Oriente in senso lato.

Legare la cintura ai fianchi, era la prima operazione che si faceva prima di dare inizio ad una qualsiasi attività lavorativa. Avere quindi, i lombi cinti, significa che la persona era pronta per il lavoro.
Sotto quest'aspetto, l’apostolo Paolo considerava la cintura, un elemento importante dell’armatura di Dio, se non altro per affermare che si era pronti per il combattimento.

Pensando poi al significato che Paolo attribuisce a questa cintura, ciò merita una breve riflessione, per capire perché l’apostolo dà questo significato a questo elemento.
La verità, è ben diversa dalla consuetudine: la prima è la potenza vivente di Dio, la seconda invece è il prodotto dell’uomo. Inoltre, la verità scioglie dai legami una persona, mentre la consuetudine lo avvolge e lo lega sempre di più. Ecco perché Gesù, oltre a definirsi verità (Giov. 14:6), affermava ai Giudei dei suoi giorni, [C[conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Giov. 8:32).

Avere i lombi cinti, quindi, oltre a denotare che la persona era pronta per iniziare una qualsiasi attività lavorativa, voleva anche significare che si era liberi da tutti quegli ingombri. La lunga e larga veste che non permetteva alla persona di muoversi con scioltezza e disinvoltura, naturalmente si ripercuoteva sul rendimento riguardante il lavoro.

Il significato spirituale che l’apostolo Paolo fa della cintura, avere scioltezza e muoversi con disinvoltura nei combattimenti, è elemento essenziale, per non essere colpito dal nemico.
Nella vita spirituale ci sono tante cose ingombranti, — paragonati alle vesti lunghe e larghe —, come per esempio: sollecitudini, preoccupazioni, carnalità, avarizia, ecc. che non permettono di muoversi con libertà, nel senso pieno di questo termine.
E, poiché la “cintura della verità”, viene inquadrata nel contesto del combattimento, è necessario che quest'elemento sia il primo ad essere indossato, non solo per sentirsi liberi nei movimenti, ma anche per sentirsi forti e pronti per la lotta.

2) La corazza

Il secondo elemento dell’armatura di Dio, è la corazza. L’apostolo Paolo, per quanto riguarda questo elemento, dice chiaramente che bisogna essere rivestiti con la corazza, questo significa che i normali vestiti, non sono adatti per andare a combattere. Che cosa è, infatti, una “corazza”? [Lo Zingarelli la definisce: “Armatura del busto, in cuoio o metallo, composta di due pezzi, petto e schiena, integrati rispettivamente dalla panciera e dal guardareni”].

«A volte una sorta di cotta a maglie, copriva il petto, il dorso e le spalle, era di cuoio, di stoffa imbottita di lino (Erod. 3:47), di rame, di ferro (1 Sam. 17:5); Apoc. 9:9) o finanche d’oro (1 Macc. 6:2)» [Libro deuterocanonico].

(La corazza si articolava fra le sue diverse parti, con gli elementi adiacenti all’armatura (1 Re 22:34). Goliath aveva corazze fatte di file di scaglie di ferro cucite ad una tunica di lino o di pelle. I soldati di Antioco Eupatore portavano corazze a maglia di ferro (1 Sam. 17:5; 1 Macc. 6:35)» [R. Pache, Nuovo Dizionario Biblico, p. 85. Edizioni Centro Biblico Napoli].

Lo scopo principale della corazza, era quello di coprire e proteggere il petto del combattente. E siccome nel petto c’è il cuore, — organo che se viene colpito causa la morte —, è necessario proteggerlo da questo serio pericolo. Che poi Paolo dia un senso spirituale alla corazza, questo rientra nell’ambito delle riflessioni che faremo su questo attrezzo dell’armatura, per comprendere che cosa voleva dire l’apostolo.

Siccome l’apostolo Paolo chiama la corazza: il rivestimento protettore della giustizia, questo s’impone alla nostra riflessione prima di esaminare il concetto di giustizia. Anche se l’apostolo non specifica il tipo di giustizia cui fa riferimento, sicuramente non si tratta di quella derivante dalle opere della legge o di quella comunemente chiamata la giustizia umana, ma di quella che deriva dalla fede di Cristo: giustizia che proviene da Dio mediante la fede ( Fil. 3:9), di cui il combattente deve essere rivestito.

(Quando parliamo di battaglia nel contesto di Ef. 6:11-18, ci riferiamo alle forze demoniache e dell’inferno, perché a queste si riferiva senza dubbio Paolo). Avere come corazza la giustizia umana o quella della legge, è come se il combattente fosse privo di una buona protezione, perché questa corazza, è perforabile dai colpi micidiali che il diavolo e i suoi alleati scagliano continuamente; mentre la “corazza della Giustizia”, cioè quella della fede in Cristo, nessun'arma offensiva che il nemico adopera, potrà avere la potenza di perforare per colpire a morte il combattente.

Se tanti combattenti cadono sul campo di battaglia, perché raggiunti dal nemico, sono sicuramente quei soldati che di tutto sono rivestiti (religiosità, forme liturgiche, apparente spiritualità), tranne che della giustizia di Cristo.
Nella parte esterna della vita di questi combattenti, (usiamo questa frase, perché il termine rivestire ha a che fare con quello che si vede o non con quello che è nascosto), non si vede la giustizia di Cristo, bensì quell'umana. Non è difficile sentire dalla bocca di queste persone: faccio questo e quello; sto compiendo questa missione e mi sto spingendo con successo in quest’altra attività.

Le parole in sé, non suonano male; è il modo con cui vengono pronunciante e l’attitudine che si assume, che rivelano se in quella persona vi è il rivestimento della giustizia di Cristo, ovvero solamente la giustizia umana, camuffata da un'apparente religiosità.
Questa corazza, che umanamente parlando, potrebbe darci sicurezza e protezione, non fa nessun'impressione al minimo combattente dell’inferno. Se davanti agli uomini tu sembri coperto e protetto, non lo sei affatto davanti agli occhi dei.

Principati, delle potestà, dei dominatori del mondo delle tenebre e degli spiriti malvagi nei luoghi celesti.
Ricordiamoci sempre che l’unica corazza imperforabile, è la corazza della Giustizia, cioè, La giustizia della fede di Cristo, che proviene da Dio mediante la fede.

3) I calzari

Il terzo elemento dell’armatura di Dio, riguarda i piedi. I piedi dei combattenti non devono essere nudi, cioè privi di scarpe, devono essere invece calzati. Strano a dire: le scarpe del combattente, secondo Ef. 6:14, si chiamano: la prontezza dell’evangelo della pace. Perché Paolo fa questa spiritualizzazione e che cosa voleva dire con questa espressione?

Meditiamo per capire l’affermazione dell’apostolo! I piedi, organi del corpo, sono necessari per camminare. Senza piedi, non sapremmo come un uomo potrebbe andare in un campo di battaglia.
Avere le scarpe ai piedi, significa superare tutte quelle difficoltà costituite da spine, pietre, schegge di metallo ed altri corpi che potrebbero penetrare nella carne, aprire ferite e rendere i piedi inservibili.
Quando poi, l’argomentazione che fa l’apostolo si inquadra nel contesto del combattimento con le forze diaboliche, il senso spirituale, diventa più importante, perché ci porta a riflettere sulla necessità e valore dell’evangelo della pace.

A questo punto si potrebbe chiedere: che c’entra, la prontezza dell’evangelo della pace, con il combattimento con le forze sataniche? La risposta viene data dal fatto che lo stesso apostolo definisce l’evangelo: Potenza di Dio (Rom. 1:16).
In un altro lavoro, precisamente Il grande mandato di Gesù Cristo, abbiamo definito l’evangelo: La dinamite di Dio per scardinare la potenza satanica.

Per meglio valutare e comprendere il testo di Ef. 6:11-18, bisogna ricordare sempre che il combattimento, di cui parla l’apostolo Paolo, non è contro sangue e carne, ma contro potenze demoniache. L’evangelo inoltre, non porta disturbo alla carne e al sangue, procura disagio e rovina al regno di Satana. Le prigioni di Satana, nelle quali sono stati rinchiusi tanti uomini e donne, non si apriranno mai per fare uscire i carcerati e renderli liberi, per un atto di clemenza del diavolo.

Si continuerà il prossimo giorno...
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