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Domenico34 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 5. Il diavolo nei quattro evangeli e negli Atti

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2011 22:54
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16/04/2011 20:36

Si può concederle un lunghissimo tempo, la zizzania resterà sempre quella. Gesù non l’ha lasciato intendere, lo ha addirittura affermato, quando ha precisato che alla fine (dopo un lunghissimo tempo concessale, alla mietitura = fine dell’età presente, la zizzania sarà raccolta, non come una qualsiasi erbaccia tra le tante, ma come specificatamente zizzania, destinata ad essere bruciata dal fuoco. Basterebbe questo semplice rilievo, per negare la possibilità che la zizzania potrebbe diventare buon grano.

b) La necessità di lasciare crescere la zizzania in mezzo al grano, non è per favorire la sua trasformazione, ma essenzialmente per non arrecare danno al grano.

Si sa, infatti, che la zizzania intreccia le sue radici con il grano, e, quando si vuole pulirlo dalla zizzania, mentre il grano è ancora nello stato di erba, si finisce facilmente col sradicarlo, non solamente perché le radici della zizzania si intrecciano con quelle del grano, ma anche per la molta somiglianza che c’è tra le due erbe.
Per evitare quest'eventualità, (che poi non è pura immaginazione fantasiosa, ma pratica e realistica), si lascia crescere tutto insieme, fino il giorno della raccolta.

Raccogliere la zizzania al tempo della mietitura, non sarà un problema, per il semplice fatto che non si dovrà guardare alla forma o al colore, ma unicamente alla spiga.
Siccome la spiga nella forma e nella sostanza è ben diversa da quella del grano, i mietitori non avranno difficoltà a riconoscerla, visto che ora non dovranno avere il pensiero di guardare le radici, ma solamente la spiga.

Quando si afferma in materia di disciplina ecclesiastica, che il grano e la zizzania devono stare insieme fino alla fine, significa dare al “campo”, il significato di una comunità ecclesiale. Gesù, però non gli ha dato questo senso.
Infine, tra il mondo e la chiesa, non esiste nessun'affinità; sono due entità che si oppongono l’una nei confronti dell’altra, per la semplice ragione che hanno finalità e scopi ben diversi.

Nel mondo, sappiamo, che c’è insieme il bene e il male; non è possibile separare il grano dalla zizzania. I due semi sono stati seminati nello stesso campo, da due distinti personaggi: il buon seme l’ha seminato Gesù Cristo e la zizzania, il diavolo.
Anche se appare chiaro l’intento del diavolo nel seminare la zizzania nello stesso campo in cui prima era stato seminato il buon seme, nondimeno, sarà la buona semenza, cioè il grano destinato ad essere raccolto nel granaio del cielo, mentre la zizzania sarà destinata ad essere consumata dal fuoco, nella stessa maniera che è destinato il diavolo ad andare a finire nel fuoco eterno, preparato per lui e i suoi angeli.

3) Matteo 25:41

Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!

Anche se il detto sul fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli si trova solamente una sola volta nella Bibbia, cioè in questo passaggio del vangelo di Matteo, è sempre importante tenerlo presente, soprattutto per ciò che riguarda l’eternità.

Indipendentemente a chi si riferiscono quelli che saranno alla sinistra del Signor Gesù, nel giorno della resa dei conti, questo testo stabilisce in maniera ferma che, il fuoco eterno, non è stato preparato per l’uomo. Che cosa vuol dire questa nostra affermazione? Dio non ha creato l’uomo per l’inferno = (fuoco eterno, cioè non si estinguerà mai) ma per godere l’eternità con Lui.

Se l’uomo andrà a finire nell’inferno, (come afferma chiaramente il nostro testo) dove si troveranno il diavolo e i suoi angeli, è totalmente per colpa sua, cioè per non aver voluto accettare e ricevere la salvezza che Cristo gli ha procurato, mediante il sacrificio della sua morte, sulla croce del Calvario. Se tutta l’umanità accettasse Cristo come il suo personale Salvatore, l’inferno sarebbe popolato solamente dal diavolo e dai suoi angeli, che poi sono tutti i demoni.

Qual è il valore di questa nostra precisazione? Ci riferiamo a quelli che affermano che in ultimo, in virtù del fatto che Dio è amore, Egli salverà anche il diavolo, così che nessuno andrà all’inferno. Non credete a questa strana teoria! Per gli uomini c’è salvezza, poiché la Bibbia afferma che Gesù è venuto sulla terra per dare la sua vita come prezzo di riscatto per tutti (1 Timoteo 2:6).

La stessa Scrittura, inoltre afferma:
Dio ha tanto amato il mondo, = (umanità) che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eternal (Giovanni 3:16).
Ed ancora:
il quale (Dio) vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità (1 Timoteo 2:4).

La Bibbia, nei suoi sessantasei libri che la compongono, (quella della chiesa Cattolica Romana ne ha di più, perché ha incluso gli apocrifi) non fa in nessun passaggio il minimo accenno che ci sarà salvezza anche per il diavolo; anzi asserisce con precisione che, Gesù è venuto sulla terra, non per [
distruggere le opere dell’uomo, bensì quelle del diavolo (1 Giovanni 3:8), e questo Egli l’ha fatto, per mezzo della croce, cioè con la sua morte.
Infine, siccome il diavolo non fa parte della famiglia umana, perché, in effetti, non è un uomo, la volontà salvifica universale di Dio per tutti gli uomini, non lo riguarda. Ecco perché Dio, afferma dogmaticamente, per mezzo della Sua Parola, che è la Bibbia, che il fuoco eterno, è stato preparato per il diavolo e i suoi angeli.

4) Giovanni 6:70

Gesù rispose loro: «Non ho io scelto voi dodici? Eppure, uno di voi è un diavolo!»
Il detto sul diavolo si trova in un contesto in cui Pietro, in nome degli altri apostoli, afferma che gli altri suoi colleghi avevano creduto e conosciuto che Gesù era il Santo di Dio.
Davanti a quelle precise parole, Gesù, pur dichiarando che i dodici li aveva scelti Lui per quella carica, nondimeno uno di loro era un diavolo. Egli si pronunciò in quella maniera perché sapeva quello che più tardi avrebbe fatto Giuda Iscariota, quando l’avrebbe venduto ai sacerdoti per trenta sicli d’argento. Giuda Iascariota, quindi, veniva definito diavolo.

In quale senso deve essere intesa questa forte parola? Era forse Giuda in prossimità di subire un cambiamento di natura, da essere umano che era, per diventare diavolo?
Certamente no! Lui sarebbe rimasto uomo, con le caratteristiche e le responsabilità umane, nondimeno si sarebbe fatto impossessare dal diavolo per diventare uno strumento nelle sue mani, per portare a compimento l’azione di traditore, atto che avrebbe precluso la via al pentimento, la perdita della dignità dell’ufficio apostolico e della sua salvezza.
Certo, se Giuda si fosse pentito, nella stessa maniera come fece Pietro, avrebbe senza dubbio ottenuto il perdono e non avrebbe perduto il privilegio dell’ufficio apostolico. Egli, però, a differenza di Pietro che pianse amaramente per aver rinnegato Gesù, se ne andò e s’impiccò, così che morì nel suo peccato.

5) Giovanni 8:44

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.

Ai Giudei che si vantavano di essere figli di Dio e progenie di Abramo, Gesù rinfacciò che erano addirittura figli del diavolo e non stavano seguendo le opere del patriarca Abramo in quello che essi pensavano di compiere, cioè ucciderlo. Con quel proposito che esternavano, stavano mettendo in atto un piano omicida che aveva tutti i connotati di chi era stato omicida fin dal principio, così da identificarli per quello che effettivamente erano e a chi appartenevano, cioè al diavolo.

Come Dio ha i suoi figli, anche il diavolo ha i suoi. I figli di Dio assomigliano a Dio e i figli del diavolo assomigliano al diavolo. Questa è una legge di portata universale e nessuno la può smentire. La tendenza che manifestano i genitori, di solito la ereditano anche i figli.
I genitori trasmettono ai figli i geni della somiglianza somatica e del carattere; talché si può affermare: tali i padri e tali i figli. Come i figli di Dio si conoscono essenzialmente da quello che compiono e dai loro comportamenti, allo stesso modo si conoscono i figli del diavolo.

Si continuerà il prossimo giorno...
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