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Domenico34 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 3. Satana nei quattro evangeli e negli Atti

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2011 02:38
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26/03/2011 01:33

Il Walvoord, da parte sua aggiunge: «il messaggio alla chiesa di Pergamo è un avvertimento contro i compromessi, sia nella morale che nella dottrina e contro l’allontanamento dalla purezza della dottrina richiesta ai credenti» [John F. Walvoord, Investigate le Scritture, Nuovo Testamtento, pag. 995].

CHI SONO I MINISTRI NEL REGNO DI SATANA

Ogni governante ha i suoi ministri. Questi vengono scelti dallo stesso governante, secondo le capacità di ciascuno, compatibili con l’incarico che dovrà assumere, e tutti sono stati chiamati essenzialmente per contribuire al buon andamento del governo.

I ministri non sono tutti uguali, nel senso che non tutti rivestono la stessa carica, sia per importanza interna, nell’ambito della propria nazione, e sia per i rapporti internazionali.
Però, ogni ministro, rappresenta il governante da cui dipende. Satana, con l'incarico di principe di questo mondo, cioè sovrano regnante, non può fare tutto da solo, ha bisogno di ministri che s’impegnino in modo che il suo regno non abbia a subirne danni.

L’apostolo Paolo parla che Satana ha i suoi ministri.
Non è dunque gran cosa se anche i suoi ministri (quelli di Satana) si trasformano in ministri di giustizia, la cui fine sarà secondo le loro opere (2 Corinzi 11:15) (N.D.).

Se questi ministri satanici si trasformano in ministri di giustizia, non è perché hanno la volontà di amministrare la giustizia, ma semplicemente per non farsi riconoscere a chi appartengono. Dal punto di vista obbiettivo, amministrare la giustizia, significa fare del bene. Satana non ha fatto mai del bene a nessuno e mai ne farà. È impensabile che i suoi ministri, che dipendono da lui in quello che essi compiono, lo facciano.

Tutta la loro attività che svolgono, non solo la fanno in piena dipendenza del loro capo, ma anche e soprattutto secondo i suoi precisi ordini che impartisce loro, che poi in ultima analisi rispecchia la sua volontà.
I ministri di Satana, non sono solamente i demoni, la vasta gamma che dispone, ma ci sono anche tanti uomini e tante donne che si sono arruolati nel servizio del loro “principe” e a difendere la causa del suo regno. Prendendo in esame qualche testo biblico, possiamo comprendere meglio come si articola il regno di Satana e come agiscono i sui ministri.

Il capitolo dieci di Daniele, ci aiuterà a capire l’ingranaggio dell’amministrazione del regno di Satana. In questo capitolo si racconta che Daniele fece cordoglio, con digiuno, per la durata di tre settimane, cioè ventun giorni (v. 2).

Il ventiquattresimo giorno del primo mese, mentre si trovava sulla sponda del gran fiume che è il Tigri, vide un uomo, dai connotati angelici, che i commentari pensano trattarsi di Gabriele. Anche se non si può affermarlo con certezza, è certo però che era un essere celeste, incaricato da Dio a portare un messaggio a Daniele, come risposta a quello che egli aveva fatto.

Il testo sacro precisa che questo messaggero celeste, incontrò il capo del regno di Persia, che gli ha resistito per ventun giorni, però Michele, uno dei primi capi, è venuto in suo soccorso (v. 13). Poi, al (v. 20), si ritorna a parlare della Persia, non come capo del regno..., ma come re di Persia e a cui si aggiunge il principe di Grecia.

Questi due personaggi, sono senza dubbio due ministri di Sanata, con l’incarico di fermare il messaggero celeste, per non farlo arrivare a destinazione, cioè da Daniele.

«A quanto pare Satana, ha collocato i più importanti dei suoi demoni in posizioni di autorità sopra ogni nazione. Il capo del regno di Persia era il rappresentante satanico assegnato alla Persia. Per cercare di impedire che il messaggio di Gabriele sarebbe arrivato a Daniele, il principe demoniaco attaccò Gabriele all’inizio della sua missione. Quest'immagine ci permette di intuire la natura della guerra che si combatte nei luoghi celesti fra gli angeli di Dio e i demoni di Satana e della quale parlò Paolo (Efesini 6:12)
La battaglia fra Gabriele e il capo (demoni) del regno di Persia durò tre settimane finché Michele uno dei primi capi del reame angelico (cfr. Dan. 10:21; 12:1) è venuto in suo soccorso. Questo conflitto angeli-demoni ci dà un’idea del potere di Satana» [J. Dwight Pentecost, Investigate le Scritture, Antico Testamento, pag. 1432].

Se poi pensiamo a quello che Paolo afferma nell’epistola agli Efesini, il panorama si allarga, e, in conformità a quanto l’apostolo precisa, si può conoscere la struttura organizzativa dei ministri di Satana o del diavolo, come lo chiama Paolo.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo;

il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia;
mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace;
prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno.
Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio;
pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi
(Efesini 6:12-18).

Questo testo precisa che nel regno di Satana, ci sono: i principati, le potenze, e i dominatori di questo mondo di tenebre. Il fatto poi che queste tre categorie, vengano presentate nella forma plurale, ciò sta ad indicare che l’esercito satanico è ben nutrito di vari elementi a tutti i livelli.

Non si tratta di pensare solamente a «quelle nazioni pagane che sono ancora nelle tenebre», o che «le parti oscure del mondo costituiscono la sede dell’impero di Satana» [M. Henry, Commentario Biblico, Vol. 12, pag. 151]. Bisogna anche tenere presente che questo spiegamento satanico, costituito principalmente per affrontare i figli di Dio, è bene organizzato e i vari ranghi che lo compongono, prova la ferrea volontà del nemico di arginare l’avanzata dei seguaci di Gesù e di cercare di sopraffarli.
Infine, i principati, le potenze e i dominatori, non sono comuni demoni, ma particolari emissari satanici di una certa levatura, cui Satana ha affidato compiti speciali di presidiare e controllare, ai fini di non permettere la penetrazione, in certe zone del suo regno, i messaggeri della buona novella del vangelo di Gesù Cristo, che è potenza di Dio, per la salvezza di chi crede (Romani 1:16).

3) Matteo 16:23; Marco 8:33:

Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».
Gesù si voltò e, guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro dicendo: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini»
.

Nessuno avrebbe mai potuto sospettare che, nelle parole di Pietro rivolte a Gesù, era Satana a farlo parlare in quel modo. Com'è possibile, dirà qualcuno, che ciò potesse avvenire? Se non fosse stato Gesù ad affermarlo, si avrebbero tutte le ragioni per non crederci.

Nessuno degli altri apostoli presenti in quella circostanza, osò intervenire circa quello che Gesù aveva detto intorno alla sua morte e alla sua risurrezione (forse perché non avranno capito le sue parole). A sentire le parole di Pietro, (ammesso che le abbiano udite, poiché Pietro trasse in disparte Gesù) avranno compreso che egli, nel rivolgergli quelle parole, voleva manifestare tutta la sua simpatia e il suo affetto nei confronti del Maestro.

Ma Gesù che comprese le parole e soprattutto da chi provenivano, non perse tempo a contestarle. Se Gesù avesse dovuto replicare a Pietro, avrebbe dovuto tenergli un discorso un po’ lunghetto per fargli capire che il suo intervento, lungi dall’avere il senso compassionevole, mirava a fermare il piano divino, a proposito di quello che Gesù avrebbe dovuto soffrire, principalmente la sua morte.

Per i discepoli, sentire parlare che i capi religiosi giudei avrebbero messo a morte Gesù, era inaccettabile, per il semplice fatto che il loro Maestro non aveva fatto niente di male, da subire un simile trattamento barbaro. Ma per Gesù che sapeva che la sua morte rientrava nei piani divini, secondo un preciso programma stabilito in cielo, molto tempo prima della sua venuta sulla terra, non era una novità, o qualcosa che l’avrebbe colto di sorpresa.

Si continuerà il prossimo giorno...
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