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Domenico34 – Alcuni imperativi della Bibbia – Prefazione ed Introduzione

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2011 02:12
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14/02/2011 02:12


PREFAZIONE




Si sente spesso dire oggi che tutte le riligioni si equivalgono. Che ne pensate voi? Altri dicono: No, ma tutte conducono a Dio, e il miglior cammino è il Cristo.
Questo modo di parlare è tollerante, ma in realtà è la negazione della verità. Così dicendo dichiariamo “bugiardo” nostro Signore Gesù Cristo il quale ha detto: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6).
La realtà, è che Dio si è rivelato, e non v’è altro Dio. Egli non è stato silenzioso, né lontano dalla sua creatura, l’uomo. Egli ci ha parlato in diverse maniere che non si oppongono tra di loro, perché Dio non può mentire.
Nella Sacra Scrittura (la rivelazione di Dio), l’autore della Lettera agli Ebrei così si esprime: “Nei tempi passati, Dio parlò molte volte e in molti modi ai nostri padri, per mezzo dei profeti. Ora invece, in questi tempi che sono gli ultimi, Egli ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio” (Ebrei 1:1-2). Trad. In lingua corrente, cioè TILC.

Dopo questa introduzione è necessario fare il punto

La Bibbia è una miniera d’oro. Le massime, le direttive, i consigli, i comandamenti ecc. sono come una catena enesauribile di felicità. Tutto quello che vi è scritto sussiste, non è soggetto a mutamenti, come anche il suo Autore, Dio.
È scritto nel Deuteronomio 4:40: / È Mosè che parla dalla parte di Dio/ “Osservate le sue leggi e i suoi ordini, che oggi vi comunico, perché voi e i vostri figli siate felici” (Trad. TILC).
Il profeta Geremia, da parte di Dio, rivolse al popolo ebreo del suo tempo questo comando: “Camminate in tutte le vie che io vi prescrivo affinché siate felici” (Geremia 7:23).

Gesù, parafrasando quanto sopra citato, dice: “Venite a me… Voi troverete la pace, perché quello che vi comando è per il vostro bene (= felicità), Evangelo di Matteo 11:28-30). / Trad. In lingua corrente, cioè TILC.
Il pastore Domenico Barbera, in questa sua opera, tratta di “Alcuni imperativi della Bibbia”. Magistralmente, passa in rassegna non solo gli imperativi positivi, ma purtroppo anche quelli negativi, il tutto però per far comprendere il fine, cioè lo scopo: la felicità.

Dio è un Padre amoroso che desidera il bene, la felicità per la sua creatura, come abbiamo detto poc’anzi, ma necessita che questa puntualizzi il comando (positivo o negativo) che Dio dà. Per accertarsi della verità di quanto abbiamo appena espresso, su cui l’autore di quest’opera mette l’accento, è sufficiente leggere il capitolo 11 del Dueteronomio. Dio assicura la felicità a quelli che si sottomettono ai suoi comandamenti (= imperativi).
Ho letto e riletto quest’opera, posso assicurare che mi ha fatto molto bene ed anche rianimata la mia fede, per cui sono certo che tutti quelli che avranno fra le mani questo nuovo libro (nuovo anche per il soggetto trattato) del Pastore Domenico Barbera ne saranno edificati e incoraggiati a sondare sempre più nella Bibbia per scoprire i tesori che essa contiene.

Nino Tirelli

INTRODUZIONE


Secondo la grammatica di una lingua, «l’imperativo manifesta una vasta gamma di valori: comando, preghiera, invito, consiglio, permesso, domanda, proibizione». La funzione è di esprimersi in un «“comando”, in un “invito”, in una “esortazione”, in una “preghiera”».

Si afferma da ogni parte — senza fare distinzione di denominazione religiosa — che la Bibbia è il libro di Dio. Pur non avendola scritta direttamente Lui, l’autore non è l’uomo o gli uomini (visto che sono stati una quarantina che l’hanno redatta) ma Dio. Per mezzo dell'ispirazione dello Spirito Santo, gli uomini hanno compilato la Bibbia (che è una piccola libreria) in tutte le sue parti, che generalmente sono conosciuti come: “Antico e “Nuovo Testamento”.

Quelli che accettano gli scritti canonici, sanno che la Bibbia è composta di sessantasei libri: trentanove appartengono all’Antico Testamento e ventisette al Nuovo Testamento. Quelli invece che non si attengono ai soli scritti canonici, riferiscono che il numero dei libri della Bibbia è diverso, cioè non sono sessantasei, ma di più.

Stabilita come verità ferma che la Bibbia è il libro di Dio, cioè come comunemente si afferma: “La Parola di Dio”, dobbiamo tener presente che Egli non ha fatto scrivere il suo libro per servire a Lui; neanche per essere utilizzato per i suoi angeli, o meglio per tutto l’esercito celeste, ma solamente per l’uomo, cioè per tutti gli esseri umani, senza badare allo stato sociale cui appartengono, al colore della pelle o al luogo della loro residenza. Per luogo di residenza, intendiamo riferirci al Pianeta Terra, senza pensare che possono trovarsi in altri luoghi dell’Universo.

Se si accetta che la Bibbia è stata scritta per l’uomo, l’autore di questo libro, cioè Dio, ha voluto portare a conoscenza la creatura umana e nel frattempo farle comprendere che Egli lo pensa ed è anche interessato per lui. Questo significa che Dio ha predisposto tutto nella Sua Parola, affinché l’uomo, da Lui creato, possa godere tutti quei beni, sia per la vita spirituale come anche per quella materiale.

Inoltre, sapendo che l’uomo non vivrà eternamente sulla terra, Dio, attraverso il suo libro, ha voluto rendere edotto l’essere umano, non solamente per la vita terrena, ma anche per quella eterna, cioè quella dell’oltretomba. Gli “imperativi” che Dio ha fatto scrivere nel Suo libro, hanno appunto questo scopo, anche se all’uomo di tutti i tempi, non piace sottostare ad un comando, ad un ordine o ricevere un'esortazione.
Tutto quello che scriveremo in questo libro, parlando specificatamente sugli “imperativi della Bibbia”, riguarderà il concetto del: comando, dell’ordine, dell’esortazione e della preghiera, (quest’ultima intesa, non com'esercizio pio devozionale) ma come invito a ricevere, ad accogliere qualcosa che ci verrà detta, principalmente quando si tratta di Dio e della Sua Parola.

Il testo biblico che adopereremo in quest’opera, sarà quello della Nuova Riveduta, e, quando crediamo opportuno rifarci ad altre traduzioni, non mancheremo di specificarlo.

Infine, è doveroso, da parte nostra, dare un pubblico riconoscimento per l’opera di revisione che il caro fratello Nino Tirelli, ha svolto con accurato impegno e per i saggi consigli che ci ha dato.
Il migliore augurio che formuliamo per tutti i lettori, è quello che ognuno sappia far tesoro di quanto leggerà in seguito, con la viva raccomandazione di realizzare il tutto nella vita pratica di ogni giorno.

Domenico Barbera
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