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Domenico34 – 2Corinzi 5:21 – Gesù, fatto diventare peccato per noi

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2011 00:38
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18/12/2010 00:59

Un necessario chiarimento

Come sta andando avanti la discussione, credo che sia necessario fare dei chiarimenti

1) La questione della discesa dello Spirito Santo su Gesù al suo battesimo

Al Battista, come abbiamo osservato, gli fu detto da parte di Dio che gli aveva affidato una missione: "Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo" (Giovanni 1:33}.

La prima osservazione che dobbiamo fare è: Dio non aveva specificato quale forma corporea avrebbe assunto lo Spirito Santo, perché Giovanni lo potesse vedere; aveva solamente precisato che lui avrebbe osservato lo Spirito Santo scendere e fermarsi sopra una persona. Questa speciale rivelazione, Dio l'avrà dato al suo servitore, probabilmente, prima di iniziare il suo ministero di battezzare. Quindi, Giovanni, non appena cominciò a battezzare le persone, era in continua attesa per vedere il segno che Dio gli aveva dato, per poi renderlo di dominio pubblico.

Quando Gesù si presenterà a Giovanni per farsi battezzare, non dobbiamo pensare che sia stato solo in quel giorno, (anche se il testo biblico non lo precisa) però, tenendo presente che il testo evangelo afferma: Ma egli, vedendo molti dei farisei, e sadducei venire al suo battesimo... (Matteo 3:7) non è fuori della logica pensare che il quel giorno, c’erano altre persone che erano venute da Giovanni per farsi battezzare. Facciamo un esempio che, sicuramente, ci aiuterà a comprendere l’evento. Assumiamo che nel giorno che Gesù venne battezzato, ci saranno state 20 persone, tutti pronti per farsi battezzare. Anche se il testo biblico non lo specifichi, credo che il battesimo venga amministrato per immersione, e non spruzzando un po’ di acqua in testa al candidato.

Ora, Gesù è nelle mani di Giovanni, e, non appena viene battezzato, appare una colomba che svolazza nell’aria. Siccome quest'uccello non era apparso, mentre altre persone venivano battezzati, il Battista avrà pensato tra sé: chi sa se questa colomba, non è lo Spirito Santo, di cui Dio mi ha parlato! Se questa colomba che svolazza è lo Spirito Santo, dovrò vedere, tra i tanti che sono venuti al mio battesimo, dove si fermerà. La persona sopra la quale la colomba si fermerà, è senza dubbio quella di cui Dio mi ha parlato. Mentre Giovanni ragiona tra se stesso, vede che la colomba si ferma sopra Gesù. Ora, il Battista, non ha nessun dubbio: Gesù è la persona di cui Dio mi ha parlato, e, la colomba che è apparsa, è lo Spirito Santo. Il fatto stesso che, fra i tanti presenti, si è fermato sopra Gesù, è la conferma del segno che Dio gli diede. Se la colomba non si fosse fermata e avesse continuato a svolazzare nell’aria, Giovanni non avrebbe avuto la conferma e la certezza che, quella persona, di nome Gesù, che da poco è stato battezzato, non è uno dei tanti, bensì il Figlio di Dio.

Quindi, il termine “fermarsi”, che si è voluto mettere in risalto, per affermare che nel giorno del battesimo, e non prima, Gesù fu riempito dello Spirito Santo, non ha questo significato, bensi quello che ho illustrato con l’esempio che ho portato.



Si potrebbe anzi dire, che le parole di Isaia, si adempirono in quel momento, in quanto da quel momento in poi, lo Spirito "riposò" (si fermò) su di Lui. E infatti è da quel momento, che Gesù inizia il Suo Ministerio, secondo anche la descrizione di Isaia 11:3-5.



Ammesso e non concesso che, il testo di Iaia 11:2, si sia adempiuto nel giorno del battesimo di Gesù, resta sempre la divergenza che Gesù, da bambino, all’età di dodici anni, (perché questa era l’età dei maschi che venivano portati nel tempio, secondo l’usanza che vigeva tra i Giudei di quel tempo) era ripieno di sapienza (e la sapienza cui parla Luca, era la stessa cui alludeva il profeta, Isaia 11:2), mentre quando venne battezzato, aveva trenta anni.

Che la sapienza e la conoscenza si svilupparono man mano che Gesù cresceva negli anni, viene provato dal fatto che all’età di dodici anni, Gesù è consapevole che Giuseppe, il marito di Maria sua madre, non è suo padre. Ecco cosa dice Luca 2:48-49 E, quando essi lo videro, rimasero stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo!".
Ma egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?"
(N.D.).

È forse fuori della logica credere che, prima di quell’evento, Gesù non abbia mai chiamato Giuseppe suo padre? Credo che l’avrà fatto chi sa quante volte! Però, all’età di dodici anni, Gesù entra nella consapevolezza che suo padre non è Giuseppe.

2) L’umanità di Gesù generata dallo Spirito Santo

Nel mio ultimo intervento, ho precisato che l’umanità di Gesù, l’ha generato lo Spirito Santo. Tenuto conto che il figlio che Maria avrebbe concepito e partorito, sarebbe stato chiamato Figlio dell’Altissimo, Santo, Figlio di Dio (Luca 1:32,35), non poteva avere nella sua natura, la contaminazione del peccato di Adamo, visto che sarebbe stato santo, innocente, immacolato (Ebrei 7:26], e neanche la “predisposizione al peccato”, o avere le passioni peccaminose (Romani 7:5) ivi compresa la “concupiscenza” che lo genera. Con una simile natura umana, che Gesù avesse avuto, legata iscindivilmente a quella divina, non solo lo rendeva immune dal peccato, ma è anche difficile credere che possedesse la possibilità di peccare. Com'è possibile credere che Gesù, in qualità di vero uomo, avesse nella sua natura umana la possibilità di peccare, se l’avesse voluto, quando si sa che Lui è l’Emmanuele = Dio con noi, Dio fatto carne, generato dallo Spirito Santo? Infine, lo Spirito Santo essendo Dio, non poteva generare l’umanità di Gesù, di un’atra specie; fece nascere la stessa specie, alla quale Egli apparteneva.

Si dirà: com'è possibile conciliare questa persuasione, quando le Scritture affermano che Gesù, imparò l’ubbidienza, Benché fosse Figlio, imparò l‘ubbidienza dalle cose che soffrì (Ebrei 5:8) e la sua sottomissione alla volontà di Dio, fu una libera scelta personale? Anzitutto bisogna precisare che l’ubbidienza che Gesù imparò, riguardava le cose che Egli soffrì. Siccome le Scritture affermano che nelle tentazioni che Gesù affrontò, ha sofferto, Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati (Ebrei 2:18). Il soffrire, cui parla il testo, si riferiva forse alle concupiscenze della carne e alle passioni peccaminose che guerreggiavano contro di Lui? Non credo che si possa accettare una simile cosa! Il suo soffrire, riguardava ben’altre cose. Per esempio: l’ostilità che incontrò nella sua missione, lo scherno dei capi religiosi, l’incredulità che notava spesso nelle persone, la resistenza ostinata di certi individui ad accettare i Suoi insegnamenti, la Sua dottrina, erano senza dubbi motivi che lo facevano soffrire.

Per quanto riguarda la Sua sottomissione alla volontà di Dio, che fu una libera scelta della Sua volontà, bisogna dire anche che fu piena ed assoluta, caratteristica che non si trova nel migliore essere umano che ubbidisce a Dio. Perché l’ubbidienza e la sottomissione di Gesù ai piani divini, è stata piena, perfetta ed assoluta? Erano le caratteristiche della Sua umanità, summenzionate, che lo dirigevano in quella direzione.

3) La questione del peccato di Adamo

Se Adamo fosse stato creato con la predisposizione a peccare, non avrebbe avuto nessuna colpa per la sua disubbidienza al comando di Dio. Egli avrebbe potuto dire, con ragione a Dio: che colpa ho nell’avere disubbidito al Tuo, comando, dato che Tu mi hai creato con la predisposizione a peccare? Anche gli esseri angelici, prima della comparsa di Adamo, avevano le stesse caratteristiche, cioè erano stati posti su un piano di purezza ma con la libertà di scelta. Per gli angeli che si attennero allo stato primiero, la ribellione di Luciferò non modificò niente della loro natura, mentre per quelli che lo seguirono nella sua ribellione, il loro stato cambiò. Lo stesso si può dire per Adamo.

Dal giorno, però, che i nostri progenitori, Adamo ed Eva si resero colpevoli di disubbidienza nei confronti del comando di Dio, non solo vennero espulsi dal giardino d’Eden, dove erano stati posti, ma anche il loro stato cambiò.

In conseguenza di questa nuova situazione, tutti i figli che nasceranno da questa coppia, senza limitazione di tempo e di luogo, non solo apparterranno alla specie di Adamo, ma avranno anche, com'eredità del loro genitore, una natura corrotta, predisposta a peccare, cioè a violare la legge. Questo è quello che afferma 1Giovanni 3:4 Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; e il peccato è violazione della legge (si intende, quella di Dio).

Paolo precisa che chi ha introdotto il peccato nel mondo = umanità, è stato Adamo (Romani 5:12). Di conseguenza, se tutti gli uomini, da Adamo in poi, cioè dopo la sua disubbidienza, sono considerati da Dio peccatori, senza nessuna distinzione, è essenzialmente perché sono discendenti di Adamo, appartengono alla sua famiglia. Tutti quelli che nascono in questo mondo, dal primo giorno della loro vita, hanno in loro la natura corrotta, cioè la tendenza a commettere il peccato, quindi riconosciuti peccatori, anche se non tutti gli esseri umani, compiono gli stessi atti del loro progenitore. Questo è lo stato generale di tutti gli esseri umani nati da donna.

Anche se Gesù nacque da donna, come tutti i nati da donna, cioè da Maria, il seme che era stato messo nel suo seno, che permise il concepimento, non era un seme umano, bensi quello che afferma la Scrittura: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua... (Luca 1:35).

In conclusione, visto che le cose andarono così per Gesù, la sua umanità, non poteva essere simile a quella di tutti gli uomini, né possedere le stesse caratteristiche.
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