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Domenico34 – Il comportamento dell’uomo in conformità a quel che crede – Sommario, Presentazione, Introduzione. Capitoli 1-10

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2012 00:54
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Sesso: Maschile
23/04/2012 00:59

Se non ci fosse Marco a specificare che la Cananea s’incontrò con Gesù nella casa dove egli si trovava, cioè in un luogo privato, gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide, in mezzo alla strada, ciò acquisterebbe più valore. Infatti, confessare pubblicamente e senza vergogna che Gesù, era Signore, e Figlio di Davide, per un Ebreo significava riconoscerlo quale Messia, promesso dai profeti; mentre per un pagano, equivaleva ad una conversione al giudaismo. Se quella mamma pagana invocava la pietà di Gesù, nei confronti di sua figlia, questo voleva significare che, lei non aveva nessun merito cui fare riferimento, per ottenere la grazia.

c) L’intervento dei discepoli di Gesù

Se il racconto della Sirofenicia, l’avesse riportato solo l’evangelista Marco, non si potrebbe parlare dell’intervento dei discepoli di Gesù, per quella particolare circostanza. Visto però, che il racconto in questione, lo riferisce anche l’evangelista Matteo, allora è possibile conoscere il comportamento dei discepoli di Gesù. Costoro, si avvicinarono e lo pregavano dicendo: Mandala via, perché ci grida dietro». Naturalmente i discepoli, non potevano sopportare che, in mezzo alla strada, dove probabilmente c’erano altre persone, una donna si permettesse di creare disordine con il suo gridare. Però, nello stesso tempo, non si rendevano conto che, se quella donna, si comportava in quel modo, non era perché voleva creare disordine attorno a Gesù in quel giorno, ma era l’angoscia di una mamma, che stava perorando la causa di sua figlia.

Non sempre i discepoli di Gesù, comprendono i reali bisogni degli altri, perciò assumono certi atteggiamenti, che non sono conformi al loro ruolo.

d) L’intervento di Gesù

A prima vista, l’intervento di Gesù, potrebbe essere interpretato “duro, crudo e sprezzante”. Infatti, rispondere, nella maniera come fece, ad una mamma che grida, (possibilmente con le lagrime agli occhi) chiedendo pietà per la figlia che è gravemente tormentata, non si addice per la natura compassionevole che Gesù ha in sé. Quando si aggiunge che quella mamma sì prostrò davanti a Gesù, dicendogli: «Signore aiutami», diventa più marcata la crudezza che Gesù manifestò in quella circostanza. Se poi si tengono presenti le parole che uscirono dalla bocca di Gesù: «non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini, il senso sprezzante, per quella pagana paragonata ad un cagnolino, ci lascia perplessi.

Ma perché Gesù usò quel linguaggio prezzante che non aveva adoperato mai per nessuno? Era forse il patriottismo della causa della sua nazione e del suo popolo, che voleva difendere? Certamente no, in modo assoluto! Allora, perché si comportò in quel modo? Se Gesù non avesse usato quelle parole, non si sarebbe mai conosciuto il vero motivo che spinse quella donna ad andare da Gesù.

Senza pensare di essere stata offesa, per essere stata paraganata ad un cagnolino, la donna rispose: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Volendo riferirsi al fatto che lei, come pagana, non poteva pretendere l’onore di sedersi a fianco di un Ebreo, per mangiare alla stessa tavola. Però, come cagnolino, (= pagano), che sta sotto il tavolo, ha il diritto di mangiare le briciole che cadono. Sono queste le parole, pronunciate con tanta naturalezza, che rivelano la “gran fede” che aveva quella donna.

Infatti, non è la donna che parla della sua fede, ma è Gesù che la riconosce e la pubblica apertamente. È in virtù di questa gran fede, che Gesù può dirle, ti sia fatto come vuoi, e: «Per questa tua parola, va’, il demonio è uscito da tua figlia». Il racconto evangelico si conclude con l'affermare che, la donna, tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto: il demonio era uscito da lei.

e) Il comportamento e l’agire della Cananea

Davanti a tutti i particolari che il racconto evangelico ci fornisce intorno alla Cananea, si può benissimo notare che, il suo comportamento e il suo agire, furono motivati da quello che lei credeva.

Quando sentì parlare di Gesù, non solo conobbe quello che Egli insegnava intorno al regno di Dio, ma compiva anche miracoli, nel venire incontro ai vari bisogni delle persone che andavano da Lui. Tutto questo, naturalmente, avrà prodotto anche la fede, in virtù della quale, portandola a credere che, quello che Gesù aveva fatto nella vita degli altri, l’avrebbe potuto fare nella sua figlia. Il suo andare da Gesù, ci dimostra che la sua fede, si mise in movimento. Non è possibile credere che la fede, resti passiva, cioè immobile, senza compiere nessun'azione.

L’interessamento e la premura che la Cananea manifestò per la propria figlia, non era semplicemente la manifestazione della sensibilità di una mamma, ma era essenzialmente l’agire di una persona, che stava seguendo quello che lei credeva.

Davanti alle parole dure e sprezzanti, che le vennero rivolte, quando fu paragonata ad un “cagnolino”, oltre a non prendersela come un’offesa, e a farla indietreggiare nel suo proposito, ciò mise in evidenza il diritto di raccogliere le briciole che cadevano dal tavolo.

Si continuerà il prossimo giorno…
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