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Domenico34 – Il comportamento dell’uomo in conformità a quel che crede – Sommario, Presentazione, Introduzione. Capitoli 1-10

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2012 00:54
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Sesso: Maschile
17/04/2012 00:08

La storia della distruzione di Sodoma e Gomorra, ha gli stessi connotati, di quelli del tempo di Noè.

Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva;
ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti
(Luca 17:28-29).

se condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, perché servissero da esempio a quelli che in futuro sarebbero vissuti empiamente;
e se salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati;
(quel giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva, quando abitava tra di loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle loro opere inique),
ciò vuol dire che il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per la punizione nel giorno del giudizio;
e soprattutto quelli che vanno dietro alla carne nei suoi desideri impuri e disprezzano l’autorità
(2 Pietro 2:6-10).

Quando Dio comunicò ad Abraamo che avrebbe distrutto le due città di Sodoma e Gomorra, il patriarca pensava che, era ingiusto far perire il giusto con l’empio. Questo, naturalmente, perché egli supponeva che in quelle due città, ci fossero cinquanta giusti. Resosi conto (in conformità a quello che il Signore gli rispose) che in quei due centri abitati non c’erano: né cinquanta, né quarantacinque, né quaranta, né trenta, né venti e neanche dieci giusti, Abraamo capì che non c’era niente da fare, e che il giudizio divino, non era ingiusto (cfr. Genesi 18:20-32; 19:12-17).

Questi due esempi di eventi catastrofici, che si sono abbattuti sulle persone dell’antichità, illustrano chiaramente, quanto affermato sopra. Se la gente di quel tempo, avesse creduto a Dio e si fosse pentita della loro malvagità, il loro comportamento e il loro agire, sarebbe stato ben diverso, e, senza dubbio, sarebbe stata risparmiata da quell’immane tragedia.

c) Spiegazione sulla beatitudine di chi credere


Il testo che abbiamo riportato all’inizio, parla di Maria e di Elisabetta. Queste due donne, hanno diverse cose da insegnarci. A Maria venne comunicato da parte dell’angelo Gabriele, che lei avrebbe concepito e portarito un figlio, che sarebbe stato chiamato Gesù.

Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.
Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».
Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?»
L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile;
poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace».
Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo la lasciò
(Luca 1:32-38).

Chiariti tutti i dubbi e le incertezze che quel singolare annuncio causò nella vita di Maria, accettando e credendo al messaggio di Gabriele, come una comunicazione divina, Maria pronunciò le famose parole: «Ecco io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la sua volontà». Quelle parole, in pratica significano che Maria dava il suo consenso a quello che Dio le aveva comunicato. Gabriele non si limitò solamente a comunicare a Maria che sarebbe diventata la mamma di Gesù, le comunicò anche che sua cugina Elisabetta, aveva concepito un figlio nella sua vecchia, e che si trovava al sesto mese di gravidanza.

Il levarsi in fretta di Maria, per andare a trovare Elisabetta, significava che, se lei aveva assunto quel comportamento e stava agendo in quel modo, era, in effetti, in virtù di quando aveva creduto, a quello che le era stato comunicato.

Elisabetta, da parte sua, pur non sapendo niente del messaggio che Gabriele aveva portato a sua cugina Maria, quando si sentì salutare,

fu ripiena dello Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?
Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo
(Luca 1:42-44).

Le parole: Benedetto è il frutto del tuo seno, e, la madre del mio Signore, specificavano chiaramente che già Maria, aveva concepito e stava aspettando il figlio che, Gabriele le aveva comunicato. Non conoscendo le parole che Maria aveva dette a Gabriele, circa la sua disponibilità a diventare la mamma del Figlio di Dio, Elisabetta, mise in risalto il fatto che, Maria aveva creduto alle parole dettale da parte del Signore. In conseguenza di ciò, proclamò la beatitudine. Le parole di Elisabetta, sebbene siano state rivolte specificatamente a Maria, si possono benissimo applicare ad ogni credente.

Si continuerà il prossimo giorno…
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