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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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07/03/2012 00:04

E allora, che tipo d’uomo era costui? Prima di passare in rassegna gli altri testi che ne parlano, esaminiamo il contenuto dei capitoli 22-24 dei Numeri.

Balac, re di Moab, mandò a chiamare Balaam perché ebbe paura nel vedere il popolo d’Israele così numeroso, accampato nelle pianure di Moab.
Avendo sentito della disfatta dei due re Amorei, Sicon e Basan, temeva che la stessa sorte toccasse anche a lui e al suo popolo.

Sapendo che le forze militari di cui disponeva non sarebbero bastate ad affrontare Israele e vincerlo, per fermare l’avanzata di questo temibile popolo decise di ricorrere ad un valente mago-indovino che c’era a quel tempo, il famoso Balaam.

Balac sapeva che se Balaam avesse pronunciato una maledizione contro Israele, questo popolo sarebbe stato maledetto e, di conseguenza, non avrebbe potuto sostenere l’attacco che lui gli avrebbe sferrato.

Gli anziani di Moab e quelli di Madian, arrivati da Balaam e consegnato il messaggio da parte di Balac, furono bene accolti ed esortati a passare la notte dal mago, che fece loro uno strano annuncio: …vi darò la risposta secondo quello che mi dirà il SIGNORE (Numeri 22:8; ricordiamo che nella versione originale ebraica qui compare il nome proprio di Dio: Jhwh).

«Questa dichiarazione da parte di un profeta pagano è sorprendente, ma se si considera la disposizione dei pagani a riconoscere altri dèi e la loro convinzione che gli dèi di un popolo avessero su di esso il più grande potere, sia nel bene che nel male, si comprende come Balaam cercasse di stabilire un contatto con il Dio d’Israele» [Ibidem, p. 257].

Il comando che Dio diede a Balaam: Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché esso è benedetto (v. 12), rivela immediatamente la posizione del Signore al riguardo.

Se Dio impartisce la Sua benedizione sopra una persona o un popolo nessuno può rimuoverla o cambiarla in maledizione, a meno che gli interessati non si allontanino da Dio e si incamminino sul sentiero dello sviamento e della disubbidienza alla Sua legge e alla Sua Autorità (cfr. Deuteronomio 28:15-68).

A questo punto, Balac mandò di nuovo dei prìncipi in maggior numero e più importanti di quelli di prima (v. 15), per avanzare la stessa richiesta e con la promessa di dargli una maggiore ricompensa.

Questo lascia trapelare che, sotto sotto, in Balaam c’era il desiderio di accontentare la domanda del re di Moab e di rendergli il servizio desiderato.

Anche ai secondi messaggeri di Balac, Balaam riservò lo stesso trattamento dei primi: li esortò a passare la notte presso di lui, nell'attesa di quel che il Signore gli avrebbe detto (v. 19).

Può sorprendere il fatto che Dio entrò di nuovo in contatto con Balaam e, addirittura, lo autorizzò ad andare da Balac, pur con la precisazione: …soltanto, farai ciò che io ti dirò.

Il fatto però che, quando Balaam si mise in cammino per andare dal re di Moab, l’ira di Dio si accese (v. 22) denota che c’era qualcosa nelle intenzioni di Balaam che non si accordava con la volontà divina, nonostante il viaggio fosse stato autorizzato da Dio.

Se teniamo presenti le parole dell’apostolo Pietro (che afferma che Balaam amò un salario di iniquità; 2 Pietro 2:15), si rafforzerà ancor più in noi la convinzione che in quest’uomo si nascondeva qualcosa di losco, che però non era nascosto agli occhi di Dio.

La presenza dell’Angelo del Signore (che, generalmente, nei vari brani in cui la Bibbia lo nomina si identifica con il Signore stesso) sulla strada di Balaam, per contrastarlo, è molto significativa.

L’asina che Balaam cavalcava, nel vederlo con la spada sguainata, inizialmente andò fuori strada; poi, dopo essere stata percossa e rimessa in strada, schiacciò il piede di Balaam contro il muro, guadagnandosi una seconda percossa.

Infine, trovandosi in una strettoia dove non c’era spazio per muoversi né a destra né a sinistra, con la strada di fronte bloccata dall’Angelo del Signore, essa si sdraiò sotto Balaam.

A questo punto Balaam perse il controllo, si accese d’ira e percosse nuovamente la povera asina.

Allora il SIGNORE aprì la bocca dell'asina che disse a Balaam: «Che cosa ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?».
Balaam rispose all'asina: «Perché ti sei fatta beffe di me. Ah, se avessi una spada in mano, ti ammazzerei all’istante».
L'asina disse a Balaam: «Non sono forse la tua asina che hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse solita farti così?». Ed egli rispose: «No»
(vv. 28-30).

Si proseguirà il prossimo giorno...
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