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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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23/02/2012 00:07

Non aveva detto il Signore che i suoi due servitori dovevano solo parlare alla roccia e da lei sarebbe uscita dell’acqua?

Dal modo con cui si espresse si deduce che Mosè non era calmo e sereno, anzi, si era fortemente stizzito per l’affronto subito quando la comunità l’aveva voluto contestare.

Il bastone che Dio gli aveva ordinato di prendere non avrebbe dovuto percuotere la roccia; era solo un segno dell’autorità che il Signore aveva messo nella sua mano. In altre parole, Mosè non avrebbe dovuto agire con la sua autorità, ma con quella divina che Dio stesso gli aveva conferito.

Dio gli aveva ordinato solo di tenere il bastone in mano e di parlare alla roccia, e ne sarebbe scaturita l’acqua necessaria a soddisfare il bisogno della comunità e del bestiame.

Perché Mosè, invece di parlare alla roccia, preferì percuoterla per ben due volte?

Probabilmente si era ricordato di Refidim, dove aveva percosso la roccia e ne era uscita dell’acqua. Ma a Refidim era stato il Signore a ordinare di farlo; invece a Cades (anche se il bisogno era identico) Dio comandò di agire diversamente.

Gli ordini divini vanno eseguiti esattamente come Lui li dà, di volta in volta, senza appellarsi alla logica umana e senza fare riferimento ad esperienze, anche positive, del passato.

Fu Dio stesso a rivelare quale fu il grave motivo di fondo che aveva indotto Mosè a percuotere la roccia:

Poi il SIGNORE disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele, voi non condurrete questa assemblea nel paese che io le do» (v. 12).

Queste parole ci dicono chiaramente che Mosè ed Aaronne non credevano che con il semplice parlare alla roccia sarebbe scaturita dell’acqua.
Naturalmente, Dio non chiede perché non hanno creduto alle Sue parole: Egli non ha bisogno di spiegazioni (come noi uomini) per conoscere le ragioni e le motivazioni di ogni nostra azione.

Perciò, per il peccato di disubbidienza e d'incredulità, e per non aver dato gloria a Dio davanti agli occhi dei figli d’Israele, Mosè ed Aaronne non ebbero l’onore di entrare nel paese di Canaan e di introdurvi il popolo d’Israele.

Un’altra domanda che si potrebbe fare è: Come mai dalla roccia uscì ugualmente dell’acqua, dal momento che Mosè ed Aaronne non seguirono alla lettera i comandi di Dio?

A rigor di legge, il Signore non era tenuto ad onorare la richiesta dei suoi servitori, visto che non si erano comportati secondo l’ordine ricevuto.
Ma il fatto è che se in quel giorno non fosse sgorgata l’acqua dalla roccia, la dignità e l’onore di Mosè e Aaronne sarebbero stati seriamente danneggiati, con conseguenze disastrose sia per loro che per tutto il popolo.

Se Mosè, in qualità di capo del popolo, ed Aaronne, come sommo sacerdote, occupavano queste cariche elevate, non era perché le avevano meritate o procacciate, ma perché erano state conferite loro dall’Alto.

Quindi, non c’era da salvaguardare solo la persona di questi due servitori del Signore, ma anche il ministero divino che Dio aveva loro affidato e che non doveva assolutamente essere messo in ridicolo davanti all’intero popolo d’Israele.

Davanti alla comunità Dio onorò Mosè ed Aaronne, ma in separata sede li punì come meritavano, cioè non consentì loro di entrare in Canaan e di introdurvi il popolo d’Israele.

Considerazioni varie


L’episodio di Cades ci fornisce vari motivi di riflessione e lezioni di vita pratica, sia per tutto il popolo del Signore che per i conduttori, cioè le guide spirituali.

Le mormorazioni e le contestazioni, che a volte emergono in maniera spietata e da parte di persone insospettabili, vanno sempre respinte energicamente, anche se apparentemente contengono elementi atti a giustificarle.

Un popolo che sa di avere sopra di sé la mano divina che dirige e controlla le varie situazioni (anche il mangiare e il ber, non può assumere un atteggiamento così ostile, perché è l’invisibile conduttore, cioè Dio, a risultarne disprezzato ed insultato. C’è un principio divino, di portata universale, che afferma:

tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno (Romani 8:28).

Si proseguirà il prossimo giorno...
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