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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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25/01/2012 00:19

PRIMA PARTE



Capitolo 1



L’ORDINE DI SCRIVERE: L’ISPIRAZIONE DIVINA


Il titolo di questo capitolo con la relativa trattazione, pur non avendo nessuna attinenza col titolo del libro, l’abbiamo scritto, non solamente per mettere in risalto la frase: Mosè mise per iscritto... per ordine del SIGNORE, ma principalmente per affermare che anche per le varie tappe del cammino del popolo del Signore, portano il segno caratteristico della divina ispirazione di quanto è stato scritto a loro riguardo

Queste sono le tappe fatte dai figli d'Israele che uscirono dal paese d'Egitto, divisi in schiere, sotto la guida di Mosè e di Aaronne.Mosè mise per scritto le loro marce, tappa per tappa, per ordine del SIGNORE; e queste sono le tappe che fecero nel loro cammino (Numeri 33:1,2).

Questi due versetti non ci indicano soltanto Mosè ed Aronne come guide del popolo che esce dal paese d’Egitto, ma precisano che la lista delle loro marce e tappe fu redatta per esplicita volontà del Signore e non per desiderio di Mosè.
Viene naturale chiedersi: per quale scopo? Solo per tramandarla ai posteri? Noi crediamo che in quest’ordine divino c’era un preciso piano del Signore, quello di far sapere (prima al suo popolo e poi a tutti quelli che avrebbero letto la Bibbi che le cose scritte in questo Libro, non sono frutto della volontà umana, ma di quella divina.

Materialmente, le Sacre Scritture furono scritte da uomini (tranne i Dieci Comandamenti, scritti direttamente dal dito di Dio, cfr. (Esodo 34:28) e Deuteronomio 9:10); ma sappiamo che questi scrittori, pur mantenendo ciascuno i propri talenti e le proprie caratteristiche, sono stati ispirati dallo Spirito Santo per redigere i 66 libri che compongono la Bibbia.

Per quelli che credono alla divina ispirazione, quindi, la Bibbia non può essere considerata il prodotto del genio e dell’intelligenza umana, ma il risultato dell’opera dello Spirito di Dio che, attraverso strumenti umani, portò a compimento un preciso piano divino a beneficio dell’intera umanità.

Ecco perché l’apostolo Paolo affermò, in maniera dogmatica:
Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (2 Timoteo 3:16,17).

L’apostolo Pietro affermò la stessa cosa, quando scrisse nella sua epistola:
Nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo (2 Pietro 1:21).

Sono numerosi i versetti in cui Dio ordinò a Mosè di “scrivere”, e servono per farci comprendere l’importanza data dal Signore a certi luoghi e avvenimenti.

1) Esodo17:14: Il SIGNORE disse a Mosè, «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente sotto il cielo la memoria di Amalec».

In questo testo Dio ordina chiaramente a Mosè di scrivere un fatto in un libro, con la chiara motivazione: perché se ne conservi il ricordo. Il fatto da trascrivere era la vittoria che Giosuè aveva riportato sugli Amalechiti.

Questa vittoria fu molto importante per gli Israeliti, non solo perché fu la prima dopo l’uscita dall’Egitto, ma anche per la maniera con cui venne ottenuta.

Trascriverla in un libro serviva a mantenerla inalterata, evitando qualsiasi cambiamento. Le cose affidate alla memoria dell’uomo possono essere facilmente modificate: per pura dimenticanza, per trascuratezza o per malafede; invece, una volta scritte, anche dopo molti secoli, esse rimangono invariate.

Dio non ha affidato le Sue parole alla cosiddetta “tradizione orale”, ma ha ordinato che fossero scritte, così che ogni uomo, a qualsiasi generazione appartenga, possa sapere esattamente come si svolsero le cose dal principio.

2) Esodo34:27: Poi il SIGNORE disse a Mosè, «Scrivi queste parole, perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele».

Il contesto di questo versetto si riferisce a quello che il Signore aveva fatto in favore del Suo popolo, sconfiggendo gli Amorei, i Cananei, gli Ittiti, i Perezei, gli Ivvei e i Gebusei.

Poi c’è l’esortazione di Dio al Suo popolo di non stipulare alleanze con gli altri popoli e di non deviare dall’adorazione dell’unico e vero Dio.
Egli prescrive che, per tre volte all'anno, ogni maschio debba comparire davanti al Signore per celebrare la festa degli Azzimi, quella delle Settimane (cioè delle primizie della mietitura del grano) e la festa della raccolta, alla fine dell’anno.

Si proseguirà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 25/01/2012 00:26]
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