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DOMENICO34 - GESÙ CRISTO È DIO? - Capitolo 2. La signoria e la deità di Gesù Cristo

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    Domenico34
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    00 12/10/2011 00:06


    CAPITOLO 2




    LA SIGNORIA E LA DEITÀ DI GESÙ CRISTO




    Quando nel corso della trattazione del precedente capitolo abbiamo affermato che certi testi delN.T. che mettono in risalto la Deità di Gesù Cristo, i redattori della TNM li hanno falsificati, non lo dicemmo solamente per dire delle parole, ma lo diciamo perché siamo in grado di fornire l’evidenza più schiacciante ed inconfutabile, che i sopra citati redattori, nel rendere certi testi dove la deità di Gesù Cristo non può essere negata, hanno fatto tutto il loro possibile, per deformare il testo greco. Per conoscere come il termine greco arnēomai è stato reso nel N.T. dalla TNM, non dobbiamo fare altro di esaminare i trenta testi che ha il N.T.

    In 30 casi in cui si può riscontrare nel N.T il termine greco arnoumenoi [Cfr. per il termine armēomai, H. Schlier, GLNT, I, Col. 1247-1255] nelle sue svariate forme, soltanto tre volte la parola greca, è stata resa con «Mostrano falsi» (Giuda 4) e «Mostrandosi falsi» (2 Timoteo 3:5); «Mostrato falso» (Apocalisse 3:8); una volta «Ripudiare» (Tito 2:12) e una volta «Rifiutò» (Ebrei 11:24).

    Per darne la prova, citiamo qui di seguito tutti i 30 passi di cui sopra, perché ognuno possa fare i dovuti controlli. A questo punto vorremmo chiedere scusa e pazienza ai nostri lettori, se nel corso di questa trattazione, siamo costretti a citare tanti passi della Bibbia. Vi assicuriamo che non è pura retorica quella che facciamo, e neanche siamo mossi da uno spirito squisitamente polemico, settario e distruttivo (anche se quello che diciamo, ha a che fare con la polemica). Siamo mossi soltanto, perché spinti dall’amore per la verità; e poi perché pensiamo alle tante anime e al loro bene, per il presente e per il futuro, in questo importante e fondamentale argomento teologico, e vorremmo che si accettasse e seguisse, nient’altro che quello che la Bibbia insegna, e non quello che va predicando la società, Torre di Guardia, che non ha scrupoli a deformare la Parola di Dio.

    Ecco qui di seguito i testi in questione: (In questa trattazione che seguirà, metteremo a fianco della parola italiana che corrisponde a quella greca, tra virgolette, e tra parentesi ( ) la parola che la TNM ha introdotto).

    1) Luca 8:45, dice:

    E Gesù domandò: Chi mi ha toccato? E siccome tutti lo negavano, arnoumenon. (negavano). Pietro e quelli ch’erano con lui, risposero: Maestro, le turbe ti stringono e t’affollano.

    2) Atti 4:16:
    Che faremo a questi uomini? che un evidente miracolo sia stato fatto per loro mezzo, è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non lo possiamo negare arneisthai (negare).

    3) Giovanni 1:20:
    Ed egli lo confessò e non lo negò ērnēsato (negò); lo confessò dicendo: Io non sono il Cristo.

    4) Marco 14:68:
    Ma egli lo negò, ērnēsato (negava) dicendo: Io non so, né capisco quel che tu dica.

    5) Marco 14:70:
    Ma egli da capo lo negò ērneito (negò).

    6) Giovanni 18:25:
    Or Simon Pietro stava quivi a scaldarsi; e gli dissero: Non sei anche tu dei suoi discepoli? Egli lo negò érnésato (negò).

    7) Giovanni 18:27:
    E Pietro da capo lo negò ērnēsato (negò).

    8) 1 Giovanni 2:22:
    Chi è il mendace se non colui che nega arnoumenos (nega) che Gesù è il Cristo?

    9) Tito 1:16:
    Fanno professione di conoscere Iddio; ma lo rinnegano arnountai (rinnegano) con le loro opere.

    10) Ebrei 11:24:
    Per fede Mosè, divenuto grande, rifiutò érnésato (rifiutò) d’essere chiamato figliolo della figliuola di Faraone.

    11) Tito 2:12:
    E ci ammaestra a rinunziare arnēsamenoi (ripudiare) all’empietà e alle mondane concupiscenze.

    12) Atti 3:13:
    L’Iddio d’Abrahamo, d’Isacco e di Giacobbe, l’Iddio dei nostri padri ha glorificato il suo Servitore Gesù, che voi metteste in man di Pilato e rinnegaste ērnēsasthei (rinnegaste) dinanzi a lui.

    Si continuerà il prossimo giorno...
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    Domenico34
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    00 13/10/2011 00:03
    13) Atti 3:14:
    Ma voi rinnegaste ērnēsasthei (rinnegaste) il Santo ed il Giusto.

    14) Atti 7:35:
    Quel Mosè che avevano rinnegato ērnēsanto (rinnegato) dicendo.

    15) Matteo 10:33:
    Ma chiunque mi rinnegherà arnēsetai (rinnegherà) davanti agli uomini.

    16) Giovanni 13:38:
    Gesù gli rispose: Metterai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico che il gallo non canterà che già tu non m’abbia rinnegato arnēsōi (rinnegato) tre volte.

    17) 2 Pietro 2:1:
    e, rinnegheranno arnoumenoi (rinnegheranno) il Signore che li ha riscattati.

    18) Giuda 4:
    E negano arnoumenoi (si mostrano falsi) il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.

    19) Apocalisse 3:8:
    Hai serbata la mia parola, e non hai rinnegato ērnēso (mostrato falso) il mio nome.

    20) Apocalisse 2:13:
    Tu ritieni fermamente il mio nome, e non rinnegasti ērnēso (rinnegato) la mia fede.

    21) 1 Timoteo 5:8:
    Che se uno non provvede ai suoi, e principalmente a quelli di casa sua, ha rinnegato ērnētai (rinnegato) la sua fede.

    22) 2 Timoteo 3:5:
    Aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata ērnōmenoii (mostrandosi falsi) la potenza.

    23) 2 Timoteo 2:12:
    Se abbiamo costanza nella prova, con lui altresì regneremo; se lo rinnegheremo arnēsometha (rinneghiamo) anch’egli ci rinnegherà arnēsetai (rinnegherà).

    24) 2 Timoteo 2:13:
    se siamo infedeli, egli rimane fedele. ...non può rinnegare arnēsasthai (rinnegar) se stesso.

    25) 1 Giovanni 2:23:
    Chiunque nega arnoumenos (nega) il Figliolo, non ha neppure il Padre.

    26) Luca 9:23:
    Diceva poi a tutti: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi ēnēsastho (rinneghi) a se stesso.

    27) Luca 12:9:
    ma chi mi avrà rinnegato arnēsamenos (rinnegherà) davanti agli uomini.

    28) Luca 22:57:
    Ma egli negò, ērnēsato (negò) dicendo: Donna, io non lo conosco.

    29) Matteo 26:70:
    Ma egli lo negò ērnēsato (negò) davanti a tutti.

    30) Matteo 26:72:
    Ed egli da capo lo negò ērnēsato (negò) giurando.

    Esaminiamo ora perché in 30 testi, soltanto per tre, la TNM traduce diversamente. Anzitutto notiamo che (Apocalisse 2:13) e (Apocalisse 3:8), hanno lo stesso termine greco nella sua forma: ērnēso; nel primo viene reso «rinnegato», nel secondo «mostrato falso». Già il lettore, a questo punto, può cominciare ad aprire gli occhi, e può giustamente chiedersi perché? Leggiamo per esteso (Apocalisse 3:8):

    Io conosco le tue opere. Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pure avendo poca forza, hai serbata la mia parola, e non hai rinnegato il mio nome.

    La TNM interpreta: «Conosco le tue opere – ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere – che hai un po’ di potenza, e hai mantenuto la mia parola e non ti sei mostrato falso al mio nome».

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    00 14/10/2011 00:10
    Anzitutto osserviamo che colui che parla ai sette angeli dell’Apocalisse, è Gesù Cristo.

    La rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose che debbono avvenire in breve; ed egli l’ha fatta conoscere mandandola per mezzo del suo angelo al suo servitore Giovanni. Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese (Apocalisse 1:1; 22:16).

    Colui che indirizza il suo messaggio alla chiesa di Filadelfia, è chiamato: Il Santo, il Verace. In questo testo la TNM ha tolto i due articoli determinativi che si trovano davanti alle due parole greche: ho haghios Il Santo, e ho alethinos il Verace. Se si dovesse obbiettare che l’omissione dell’articolo determinativo, davanti alle due parole greche, non è essenziale al discorso, rispondiamo: Qui, in questo testo, non si tratta, né di due nomi né di due predicati; si tratta invece di due aggettivi.
    Si potrà allora domandare: Perché i redattori di cui sopra hanno sottratto i due articoli determinativi in questione? La risposta è data dalle parole del v.8. In questo testo si parla di ērnēso to onoma mou. Tradurre questa frase: «Ti sei mostrato falso al mio nome», è far violenza al testo, con precisa premeditazione.

    Anche in questa frase è stato omesso l’articolo to. Siccome in questo testo si parla del NOME di colui ch’è chiamato: Il Santo, il Verace, e poiché è chiaramente Gesù Cristo, era pertanto necessario, non solo eliminare i primi due articoli determinativi, ma anche omettere il terzo, perché è con l’omissione del terzo articolo, che la manovra della Torre di Guardia viene smascherata. Infatti, siccome (Apocalisse 2:13), pur avendo le stesse parole di (Apocalisse 3:8) nella sua forma, gli estensori di cui sopra, non hanno avuto nessuna difficoltà a tradurre: to onoma mou Il mio nome, perché appunto ērnēso negare, è in relazione con la fede; mentre (Apocalisse 3:8) ērnēso, è in relazione col NOME di Gesù.

    Per il fatto che la Torre di Guardia si è proposta di negare a qualsiasi costo la deità di Gesù Cristo, i redattori della TNM non hanno nessuno scrupolo, di tradurre (Apocalisse 3:8): «Non ti sei mostrato falso al mio nome». Crediamo, pertanto, di aver ampiamente dimostrato, non solo la manovra della Torre di Guardia, ma anche la stesura della TNM, appositamente falsificata, per degradare il nome di Gesù Cristo.

    Esaminiamo ora (2 Timoteo 3:5), che dice: Aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza. La TNM dice: «Aventi una forma di santa devozione, ma mostrandosi falsi alla sua potenza». Non è difficile, leggendo queste due traduzioni, riscontrare una notevole differenza. morphosin eusebeias, è forma di pietà, o forma di santa devozione, cioè ha a che fare con qualcosa di apparente, di esteriore. Nulla serve a chiarire il concetto della pietà, anche se diciamo che la pietà non è un ideale, ma un comportamento verso Dio e un genere di condotta di vita che può dettare la norma per la dottrina. Mentre per la prima traduzione, morphosin eusebeias, è solamente qualcosa di apparente, di esteriore, per la seconda, è qualcosa addirittura di potenza.

    Se questo mostrarsi falsi alla sua potenza, ha a che fare con una santa devozione, rimaniamo quasi perplessi, come gli si possa dare una simile importanza. Tutto questo perché, non si è voluto tradurre ērnēmenoi = rinnegare. Ci domandiamo: A quale beneficio? Forse per stabilire un alibi da usare per altri testi, come (Apocalisse 3:8 e Giuda 4)? Se questa nostra interpretazione è esatta, questa manovra della Torre di Guardia, si dimostra una delle più meschine. Di Giuda 4, ne abbiamo già parlato, soprattutto quando abbiamo ricordato che (2 Pietro 2:1), ha lo stesso termine arneumenoi. Ci resta da considerare l’ultimo termine greco di (Giuda 4), ch’è appunto despotēn [Cfr. H. Rengstorf, GLNT, II, Col. 849-864]. Come si ricorderà, questo termine significa:
    Padrone, Proprietario, Sovrano, despota.

    E’ vero che la parola greca che stiamo esaminando viene usata nel N.T. nel senso profano di: Signore-padrone, o di capo famiglia; ma è altrettanto vero che viene anche usata per quanto concerne la divinità. E’ nostro dovere, far notare come i redattori della TNM, hanno calcato la mano, quando questo termine si trova in relazione con Dio, e l’hanno rallentata, quando si parla di Gesù Cristo.

    Esaminiamo quei passi in cui il termine despotēn è riferito a Dio.

    Luca 2:29:
    Ora, o Signore despota, tu lasci andare in pace il tuo servitore, secondo la tua parola. La TNM dice: «Ora, Sovrano Signore, tu lasci andare in pace il tuo schiavo, secondo la tua dichiarazione».

    Atti 4:24:
    Ed essi, uditele, alzaron di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore despota, tu sei colui che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi.

    La TNM suona «Udito questo, alzaron di comune accordo le loro voci a Dio e dissero: Sovrano Signore, tu sei Colui che hai fatto il cielo e la terra e il mare e tutte le cose che sono in essi».

    Apocalisse 6:10:
    E gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore despotēs che sei santo e verace, non fai tu giudizio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?

    La TNM, dice: «Ed esse gridarono alta voce, dicendo: Fino a quando, Sovrano Signore santo e verace, ti trattieni dal giudicare e dal vendicare il nostro sangue su quelli che dimorano sulla terra?».

    Esaminiamo ora quei passi in cui il termine despotēn, è riferito a Gesù Cristo.
    2 Pietro 2:1:
    Ma sorsero anche falsi profeti fra il popolo, come ci saranno anche fra voi falsi dottori che introdurranno di soppiatto eresie di perdizione, e, rinnegheranno il Signore despotēn che li ha riscattati, si trarranno addosso subita rovina.

    La TNM, dice: «Comunque, vi furono anche falsi profeti fra il popolo, come pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione».

    Il termine «proprietario», con lettera minuscola, parla da sé, senza ulteriori commenti.

    Giuda 4, dice:
    Poiché si sono intrusi fra noi certi uomini, (per i quali già ab antico è scritta questa condanna), empi, che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro Padrone despotēn e Signore Gesù Cristo.

    La TNM, dice: «La mia ragione è che si sono insinuati certi uomini da tempo assegnati dalle Scritture a questo giudizio, uomini empi, che mutano l’immeritata benignità del nostro Dio in una scusa per condotta dissoluta e si mostrano falsi al nostro solo Proprietario e Signore Gesù Cristo».

    Dal confronto di questi testi, risulta abbastanza chiaro che il termine greco despotēn, usato in questi passi, ha sempre lo stesso significato di: Padrone, Signore, Proprietario, Sovrano, despota. Perché nei primi tre testi, in cui il despotēn si riferisce a Dio, la TNM interpreta: «Sovrano Signore», mentre negli altri due testi in cui è riferito a Gesù Cristo, viene reso: «Proprietario», e, addirittura, (2 Pietro 2:1) con la lettera minuscola?

    Anche una persona di poca cultura, può capire ugualmente, perché questa trama, apparentemente innocua, ma sotto cui c’è tutto il veleno e l’indignazione della furia del diavolo, si intreccia all’unico scopo di non far vedere la Sovranità di Gesù Cristo, come essere divino uguale a Dio. Aveva torto Giuda 4 quando dichiarava che coloro che negano la Signoria e la Deità di Gesù Cristo, sono empi, la cui condanna è scritta da lungo tempo? No! Noi, e tutti coloro che credono ed accettano la signoria e la Deità di Gesù Cristo, non come un’imposizione della tradizione, ma come verità dichiarata dalle Scritture, diciamo cento volte: No, ed ancora: No! a tutti i cavilli dei Testimoni di Geova e alla loro società!

    PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura

    [Modificato da Domenico34 14/10/2011 00:12]