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Domenico34 - GESÙ CRISTO È DIO? – Capitolo 1. Accostiamoci alla Bibbia per conoscere

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    Domenico34
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    00 09/10/2011 02:34

    PRIMA PARTE




    COME VIENE PRESENTATO GESÙ CRISTO DALLE SACRE SCRITTURE





    CAPITOLO 1




    ACCOSTIAMOCI ALLA BIBBIA PER CONOSCERE




    Il presente lavoro, non vuole essere un espediente per esprimere un giudizio più o meno fondato, su quello che noi uomini possiamo dedurre secondo le nostre capacità intellettive, su un argomento o su un movimento religioso, ma vuole essere soprattutto uno strumento per dichiarare, con parole chiare, semplici e ferme nello stesso tempo, quello che la Bibbia, l’infallibile parola di Dio, afferma nelle sue pagine, e, nel contempo, condurre il lettore a fare delle serie riflessioni, per capire meglio la verità. Il miglior modo per intendere giustamente la Bibbia e trarne il maggior profitto, è accostarsi ad essa, senza quei preconcetti umani e settari che impediscono in partenza la luce divina di farsi strada nei nostri sentimenti e nella nostra stessa vita.

    Per una persona che legge e medita la Bibbia, principalmente quando ha uno spirito riverente, devoto e sottomesso, ed è accompagnato anche da uno spirito di preghiera, non sarà tanto difficile vedere il tema principale e di maggiore rilievo che appare nelle pagine di questo meraviglioso libro, che non esitiamo a definirlo: Il libro di Dio per tutti gli uomini.

    Per portare qualche esempio diciamo subito che Pietro, un apostolo di Gesù Cristo, non ebbe nessuna incertezza quando affermò:

    Degli uomini (compreso lui) che hanno parlato da parte di Dio, sono stati sospinti dallo Spirito Santo (2 Pietro 1:21).

    Parlando poi dei profeti, dice:
    che profetizzarono della grazia Indagavano qual fosse il tempo e quali le circostanze a cui lo Spirito di Cristo che era in loro, accennava, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguire (1 Pietro 1:11).

    Anche Mosè, moltissimi anni prima di Pietro, disse alla nazione ebraica: L’Eterno, il tuo Dio, ti susciterà un profeta come me (Deuteronomio 18:15). Pietro dice che questo profeta del quale parlò Mosè, era Gesù Cristo (Atti 3:22). Gesù Cristo stesso, mentre era sulla terra, affermò che:

    Abramo, ha giubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e l’ha veduto, e se n’è rallegrato (Giovanni 8:56); e che: Molti profeti e Re hanno bramato di vedere le cose che voi vedete, e non le hanno vedute, e di udir le cose che voi udite, e non le hanno udite (Luca 10:24).

    Da queste poche citazioni, ma chiarissime, non è errato affermare che il tema principale e di maggiore rilievo che la Bibbia presenta è la persona del Signor Gesù Cristo e quello che Egli fece per la salvezza dell’ umanità.

    Se accettiamo questa premessa, questo personaggio di nome Gesù, deve essere un personaggio diverso dagli altri, anche perché quello che Egli disse e fece, nessun’altro l’ha mai uguagliato e nessuno mai l’uguaglierà. Non è però soltanto una questione che riguarda il suo nome dal punto di vista prettamente storico; deve esserci qualcosa che parli di una differenza per quanto concerne la sua natura rispetto a tutti gli altri esseri. Solo se accettiamo che in Gesù Cristo vi era un’altra natura, oltre a quella umana, possiamo capire certe affermazioni che la Bibbia dà a suo riguardo.

    D’altra parte, conoscere la «verità», intesa nel senso pieno di questo termine, per quanto riguarda la persona di Gesù Cristo, dal momento che le opinioni su questo personaggio non sono unanimi, è estremamente importante sapere chi veramente è Gesù Cristo. Non si tratta di esaminare un movimento religioso o una determinata Chiesa, si tratta invece di conoscere la verità riguardante Gesù Cristo. Anche se possiamo fare riferimento a tanti movimenti religiosi, e in mezzo a tanti, spesso l’uomo comune si chiede: «Chi dice la verità?» rimane sempre fermo il fatto, come pietra fondamentale, che Gesù Cristo stesso è la verità.

    Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6).

    Conoscere la verità per quanto riguarda la persona di Gesù Cristo, significa conoscere Lui stesso. Attraverso le parole e gli insegnamenti che Cristo diede, e più tardi quello che dissero e scrissero gli apostoli, possiamo sapere esattamente chi è Gesù Cristo, senza correre il rischio di dargli una diversa valutazione, restando fermo il fatto che la Bibbia è la principale fonte di informazione e la completa rivelazione di Dio agli uomini di tutti i tempi.

    Parlare della signoria e della deità di Gesù Cristo, non è un argomento che si possa spiegare in due parole. Nel corso dei secoli sono stati scritti tantissimi libri su questo argomento, e tantissimi uomini, di un certo talento culturale, con tendenze religiose diverse, si sono susseguiti nella trattazione di quest’importante argomento. Nonostante ciò, noi ci accingiamo a scrivere su un argomento vecchissimo ed attuale nello stesso tempo, pensando soprattutto a quegli spiriti inquieti e a quelle anime che vogliono certezze sulla persona di nostro Signor Gesù Cristo.

    Si continuerà il prossimo giorno...
    [Modificato da Domenico34 10/10/2011 00:27]
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    Domenico34
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    00 10/10/2011 00:12
    Quando si parla del Signor Gesù Cristo, non è possibile separare la sua signoria dalla sua deità, perché l’una è legata all’altra, formando un tutt’uno, che appunto comprende la persona di Gesù Cristo con tutto quello che egli possiede e che gli viene attribuito. Non è una novità sentir parlare ai giorni nostri di persone che negano la signoria e la deità di Gesù Cristo. Fin dai tempi antichi, vale a dire nel IV secolo d.C. c’erano gli Ariani che negavano la deità di Gesù Cristo, come fanno oggi i Testimoni di Geova o la Torre di Guardia, che noi non esitiamo a definirli: Figli degli Ariani.

    Non vogliamo perdere tanto tempo per arrivare allo scopo che ci siamo prefissi, cioè, sapere chi è veramente Gesù Cristo. In questo capitolo prenderemo in considerazione un solo testo biblico, lo esamineremo a fondo nei suoi vari particolari, non escluso il confronto della traduzione del testo stesso.

    Poiché si sono intrusi fra noi certi uomini, (per i quali già ab antico è scritta questa condanna), empi che volgon in dissolutezza la grazia di Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo (Giuda 4) - (Trad. G. Luzzi).

    G. Ricciotti traduce:
    Poiché tra noi si sono intrusi certi uomini empi (la cui condanna è già scritta da tempo), i quali mutano in lussuria la grazia del nostro Dio, e negano il solo Dominatore e Signore nostro Gesù Cristo.

    I traduttori del Nuovo Mondo (la TNM) [Così si chiama la Bibbia dei Testimoni di Geova della Torre di Guardia [Così si chiama la Bibbia dei Testimoni di Geova della Torre di Guardia], rendono il testo così:

    «La mia ragione è che si sono insinuati certi uomini da tempo assegnati dalle Scritture a questo giudizio, uomini empi, che mutano l’immeritata benignità del nostro Dio in una scusa per condotta dissoluta e si mostrano falsi al nostro solo Proprietario e Signore Gesù Cristo».

    Avremmo potuto produrre altre versioni per fare i dovuti confronti, ma preferiamo non farlo, dal momento che riportiamo il testo greco, dal quale son venute tutte le traduzioni. Ecco, qui di seguito il testo greco. Per una maggiore facilità di lettura, lo trascriviamo in caratteri latini.

    «Pareiseduesan gar tines anthropi ohi palai proghegrammenoi eis touto to krima, asebeis, tēn tou theou hēmon charita metatithentes eis aselgheian kai ton monon despotēn kai kyrion hēmon Jēsoun Christon arnoumenoi» [Il testo greco è quello del Dr. Nestle].

    Anzitutto ci preme dire subito, senza mezzi termini, che coloro che negano il solo Padrone e Signore Gesù Cristo, sono EMPI, la cui condanna è già scritta da lungo tempo. Questo è quello che il testo Sacro afferma in maniera categorica e dogmatica. Se si dovesse obbiettare che questo testo non parla della Signoria e della Deità di Gesù Cristo, sfido coloro che conoscono il greco a confutarmi.

    Ed ora esaminiamo da vicino il testo greco, facendo il confronto con la TNM della Torre di Guardia. Il verbo proghegrammenoi, significa:

    1. Scrivere prima o per il primo;
    2. dichiarare o proclamare con pubblico affisso o manifesto;
    3. scrivere come primo;
    4. notificare una pubblica asta;
    5. scrivere nella lista di proscrizioni (condannati).

    Quest’ultimo è il significato probabile del verbo usato in Giuda 4 [Cfr. G. Schrenk, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol. II, Col. 682]. Pertanto, il testo interpretato correttamente suona:

    «Questi empi, che sono entrati di nascosto tra noi, figurano come proscritti da lungo tempo a questa condanna».

    Quando i redattori della TNM rendono il verbo proghegrammenoi con «da tempo assegnati dalle Scritture», si riferiscono sicuramente alle Scritture Sacre, dato che scrivono il termine con la S maiuscola. A dire il vero (anche se la loro traduzione potrebbe essere impugnata come arma offensiva alla loro eresia), il termine greco, non ha il senso delle Scritture, ma bensì quello dello scrivere.

    La parola greca krima, è stata resa, come del resto hanno fatto altri traduttori, con «giudizio». Anche se grammaticalmente può essere accettata, tuttavia necessita di una spiegazione, per dare l’esatto senso al termine in questione. Infatti, krima significa:

    1. Lite, processo, contesa
    2. Sentenza, condanna, pena
    3. Decisione, decreto [Cfr. K. H. Schelkle, Le lettere di Pietro e di Giuda, pag. 250].

    Consideriamo per esempio una persona che venisse citata in giudizio, per avere infranto qualche legge. Se il giudice, dopo avere esaminato quel caso, non dovesse vedere gli estremi di una infrazione, non avrà nessuna difficoltà a sciogliere quella persona da quella accusa. Ma, se invece, sarà riconosciuta la sua colpevolezza, non sarà una sorpresa se sarà emanata una sentenza di condanna. Facendo questa semplicissima considerazione, è più esatto rendere krima condanna, come fanno del resto tanti traduttori, anziché giudizio, per il semplice fatto che gli uomini oggetto di questa eresia, sono stati riconosciuti empi.

    Si continuerà il prossimo giorno...
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    00 11/10/2011 00:13
    L’esame del nostro testo, ci porta a considerare la parola arnoumenoi, il cui significato è:

    1. Negar, dir di no
    2. Rifiutare, respingere [Cfr. H. Schlier, GLNT, I, Col. 1247-1255].

    I redattori della TNM rendono il termine greco con: «e si mostrano falsi». Davanti a questa traduzione, è d’obbligo chiedere:

    a) Hanno essi veramente capito il termine greco?
    b) Se l’hanno capito bene, perché l’hanno reso in quella maniera?
    c) La loro si può chiamare: Ignoranza o cattiveria?

    Vorremmo far notare che lo stesso termine greco arnoumenoi, si trova nella (2 Pietro 2:1), nella identica costruzione di Giuda 4, dove i redattori sopra citati, l’hanno giustamente reso: «Rinnegheranno». Si sa con estrema certezza che il punto focale di tutta la struttura organizzativa e religiosa della Torre di Guardia, è negare con estrema insistenza, la deità di Gesù Cristo. Davanti a questa precisa posizione, era più che logico (ma non serietà ed onestà di sapere interpretare correttamente il testo originale greco come essi vantano), che Giuda 4, fosse tradotto in quella maniera.

    Questo testo infatti, tradotto in quel modo, fa molto comodo alla Torre di Guardia, diventata ormai esperta nel deformare e cambiare certi testi che fanno a pezzi la loro struttura teologica, per quanto riguarda il loro accanimento nel respingere energicamente la deità di Gesù Cristo. Che cosa potranno dire i loro seguaci, paragonabili a pecore che vanno al macello (ovviamente a loro insaputa), dato che non conoscono in quale maniera orribile, la loro Società: Torre di Guardia, abbiano deformato e falsificato, certi testi importanti che proclamano la deità di Gesù Cristo? Si rechino da un professore di lingua greca, possibilmente ne scelgano uno che non abbia nessuna tendenza religiosa, onde avere una più estesa garanzia di quello che dirà loro, e presentino Giuda 4, per sapere se è esatto tradurre:

    «kai ton monon despotēn kai kyrion hēmon Jesou Criston arnoumenoi» («e si mostrano falsi al nostro solo Proprietario e Signore, Gesù Cristo».

    Continuando l’esame di Giuda 4, troviamo: monon, il cui significato è:

    1. Solo, unico
    2. Solitario, isolato
    3. Separato, lontano, privato, solamente, soltanto [Cfr. Dizionario GRECO-ITALIANO e F. Büchsel, GLNT,(Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol. VII, Col. 465-469].

    La parola despotēn che abbiamo nel testo di Giuda 4, significa:
    Sovrano, Padrone, Signore, Possessore, despota [Cfr. per l’esame del concetto K. H. Rengstorf, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol. II, Col. 850-865].

    Di questo despotēn, è detto che è «solo». In altre parole, non ci sono altri: Padroni, Proprietari, Possessori, Sovrani. Se si mette in dovuto risalto l’assoluto di «solo», che poi non è altro che il Signor Gesù Cristo, si potrà facilmente valutare tutta la portata teologica di Giuda 4.

    Se il despotēn è il Signor Gesù Cristo (e non vediamo come possa essere altrimenti), è estremamente importante e chiaro nello stesso tempo, che Giuda 4 proclama la Signoria e la Deità di nostro Signore Gesù Cristo, in una maniera solenne ed assoluta, perché solo per la deità, l’aggettivo «solo», trova la sua piena giustificazione ed applicazione.

    Pertanto, non ci resta un’altra diversa conclusione, se non quella che la stessa Bibbia fa, cioè: coloro che negano la signoria e la deità di Gesù Cristo, sono EMPI, la cui condanna è stata scritta da lungo tempo.

    Nel prossimo capitolo esamineremo a fondo i due termini: despotēn e arnoumenoi, e vedremo insieme come la TNM ha reso queste parole nei vari passi del N.T. per tirare una logica conclusione.

    PS: SE CI SONO DOMANDE DA FARE, FATELE LIBERAMENTE E RISPONDEREMO CON PTRMURA