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LA MOGLIE DI LOT

Di lei si parla in (Genesi 19:15,16,26 e in Luca 17:28-32). Anche se di lei non si conosce il nome, tuttavia si può spendere qualche parola, per un preciso atteggiamento che lei assunse in occasione della distruzione di Sodoma e Gomorra. Quando i messaggeri divini comunicarono a Lot che Dio avrebbe distrutto la popolazione di Sodoma e Gomorra, lo invitarono a lasciare la città di Sodoma, dove egli abitava, con sua moglie e le sue figlie.

Quando l’alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: «Alzati, prendi tua moglie e le tue figlie che si trovano qui, perché tu non perisca nel castigo di questa città».
Ma egli indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le sue due figlie, perché il SIGNORE lo voleva risparmiare; lo portarono via, e lo misero fuori della città.
Dopo averli fatti uscire, uno di quegli uomini disse: «Metti la tua vita al sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo sul monte, altrimenti perirai!»
(Genesi 19:15-17).

L’ordine di non guardare indietro era per Lot, sua moglie e le sue due figlie. Però, non tutti e quattro obbedirono; la moglie di Lot non tenendo conto dell’ordine degli angeli, si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale (v. 26).

Si è chiesto: perché la moglie di Lot si comportò in quel modo? Indipendentemente quali siano stati i motivi che spinsero quella donna a guardare indietro, lasciando da parte ogni altra considerazione, si può affermare, senza tema di essere smentiti che, il suo gesto, metteva in evidenza, in modo particolare, la sua incredulità all’ordine divino. Se veramente questa donna avesse creduto a quello che avevano detto gli angeli di Dio, certamente non si sarebbe comportata in quel modo; di conseguenza non sarebbe stata punita severamente come venne trattata, nel diventare una statua di sale. L’ammonimento di Gesù, non solo ci ricorda un avvenimento del passato, ma ci avverte anche a non seguire lo stesso esempio della moglie di Lot, se non si vuole subire la severità del giudizio divino.

LE FIGLIE DI LOT

Di loro si parla in (Genesi 19:12,14-16,30-38). Anche se non conosciamo il nome delle due figlie di Lot, di loro possiamo parlarne per quello che compirono, dopo che si misero in salvo con il loro padre, dalla distruzione di Sodoma e Gomorra. Il ragionamento che fecero tra loro, dal punto di vista umano, non era tanto strampalato. Visto che l’umanità, in cui vissero per tanti anni, era stata distrutta, e loro come donne, non avrebbero avuto nessuna possibilità di trovare uomini per unirsi con loro. Tenendo presente che di uomini, c’èra solamente il loro padre, escogitarono un piano come avrebbero potuto coricarsi con lui, allo scopo di avere figli.

Infatti, tutto quello che loro fecero, nel dare da bene del vino al loro padre, (ubriacandolo) aveva un solo scopo: Conservare la razza del loro padre (v. 32). Prima la grande e poi la piccola, riuscirono ad avere un rapporto sessuale con il loro padre, e da questo rapporto rimasero incinte, talché sia l’una che l’altra, partorirono figli. La maggiore partorì un figlio, al quale pose nome Moab, che diventò il padre dei Moabiti e la minore partorì un figlio, al quale gli mise il nome di Ben-Ammi. Questi è il padre degli ammoniti (v. 38).

Dal punto di vista morale, si può giustificare quello che fecero le due figlie di Lot? Certamente no! Bisogna tenere presente che queste due ragazze, vissero per molto tempo, in un ambiente in cui la corruzione sessuale era all’estremo. Non era solamente quello illecito, fuori del matrimonio, c’era anche quello contro natura, cioè omosessualità, che era diventata prassi normale per gli abitanti di Sodoma e Gomorra.

Indubbiamente da un simile ambiente, le figlie di Lot, avranno subito una certa influenza, facendo loro perdere la sensibilità e la purezza. Non sarebbe stato facile per le due figlie di Lot, dichiarato uomo giusto dall’apostolo (2 Pietro 2:7), indurre il proprio genitore ad avere rapporti sessuali con loro. Nello stato normale, anche le figlie avrebbero spiegato il motivo della loro richiesta al padre, Lot non avrebbe mai acconsentito. Ma nello stato di ubriachezza, Lot non si rese conto di niente e le figlie poterono arrivare al loro scopo.

LA MOGLIE DI POTIFAR

La storia di questa donna, moglie di un rispettabile funzionario Egiziano, si trova descritta in Genesi capitolo 39. In questo passaggio si racconta che Giuseppe, figlio di Giacobbe, molto giovane e bello di aspetto, per l’invidia dei suoi fratelli, venne condotto in Egitto e venduto come schiavo.

Un ufficiale del faraone, di nome Potifar, lo comprò e, nel giro di poco tempo, Giuseppe ebbe in mano l’intera amministrazione della casa di Potifar, per la massima fiducia che si acquistò dal suo padrone. La giovinezza e la bellezza di Giuseppe, senza dubbio avranno avuto un ruolo importante nella vita della moglie di Potifar. La Bibbia afferma che questa donna mise gli occhi addosso a Giuseppe, (v. 7) talché non ebbe nessuna vergogna a chiedere a questo giovane di andare a letto con lei.

Davanti ad una simile richiesta, se Giuseppe non avesse avuto il timore di Dio, non avrebbe certamente indugiato ad acconsentire a quella piacevole e allettante richiesta, visto che quella donna, chiedeva ogni giorno a Giuseppe, di unirsi con lei (v. 10). Egli però, non solo non cedette alle insistenti chieste della moglie di Potifar con fermezza e determinazione, ma specificò anche il motivo.

Si continuerà il prossimo giorno...