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Da buon giudice che Salomone era, nell’ascoltare pazientemente le due litiganti, non sapendo chi delle due mamme dicesse la verità, emanò la sentenza: Recatemi una spada, dividete il bimbo vivo in due parti e datene metà all’una e all’altra.

La sentenza era categorica! Nessuna delle due donne poteva affermare che il re avesse fatto parzialità. Neanche quelli, al di fuori delle due mamme, che ascoltarono la decisione del regnante, potevano disapprovare la deliberazione adottata. È però a questo punto, cioè quando arriva la spada davanti al re e si cerca di prendere il bambino vivo per dividerlo a metà, che colei che era la vera mamma grida con tutta la forza che ha in corpo:

«Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!» Colei che se ne stava silenziosa e quieta, anche lei aprì la bocca, per dire: «Non sia mio né tuo; si divida»! (v. 26).

Davanti a quelle parole, Salomone capì chi era la vera mamma, chi si trovava nella parte cioè dalla ragione e chi dalla parte del torto. Il racconto si conclude con la seguente affermazione: Tutto Israele udì parlare del giudizio che il re aveva pronunziato, ed ebbero rispetto per il re perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia (v. 28).

LA MADRE DI CHIRAM

Davanti al genio artistico che possedeva Chiram, nel compiere tutti i lavori che Salomone gli affidò per la casa di Dio, cioè il tempio di Gerusalemme (cfr. 1 Re 7:13-45), della madre di questo famoso artigiano, viene solamente ricordato che era una vedova della tribù di Neftali (1 Re 7:13); mentre, stando a quanto afferma (2 Cronache 2:13-16), la madre di Chiram era della tribù di Dan.
«Questa differenza può essere spiegata ipotizzando che Dan sia la tribù di nascita della donna e Neftali la residenza o viceversa».

LA REGINA DI SEBA

I seguenti testi: (1 Re 10:1-13; 2 Cronache 9:1-12 e Matteo 12:42) parlano della regina di Seba. Seguendo la descrizione dei due passaggi dell’A.T. si possono notare alcune caratteristiche che aveva questa donna. Il motivo perché questa regina affrontò un sì lungo viaggio, fu essenzialmente per aver sentito parlare dalla sapienza di Salomone, anche se in un primo tempo stentava a credere che quanto si diceva di quest’uomo fosse vero.

La Scrittura precisa che questa regnante, andò a Gerusalemme per mettere alla prova Salomone con degli enigmi (10:1). Quando la regina ottenne tutte le risposte a tutte le sue domande, poiché non ci fu niente di oscuro per il re che egli non sapesse spiegare (v. 3), la casa che egli aveva costruito, i cibi della sua mensa, gli alloggi dei suoi servitori, l’organizzazione dei suoi ufficiali e le loro uniformi, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nella casa del SIGNORE, senza perdersi in preamboli, esclamò:

«Quello che avevo sentito dire nel mio paese della tua situazione e della tua saggezza era dunque vero.
Ma non ci ho creduto finché non sono venuta io stessa e non ho visto con i miei occhi. Ebbene, non me n’era stata riferita neppure la metà! La tua saggezza e la tua prosperità sorpassano la fama che me n’era giunta!
Beata la tua gente, beati questi tuoi servitori che stanno sempre davanti a te, e ascoltano la tua saggezza!
Sia benedetto il SIGNORE, il tuo Dio, il quale ti ha gradito, mettendoti sul trono d’Israele! Il SIGNORE ti ha fatto re, per amministrare il diritto e la giustizia, perché egli nutre per Israele un amore eterno»
(vv. 6-9).

Poiché la regina era molto ricca, diede in regale a Salomone 120 talenti d’oro e una grandissima quantità di aromi e pietre preziose (v. 10). Siccome il talento aveva un peso di 49,2 kg. x 120, dà un totale di 5.904 kg. Questo fu il peso totale di d’oro che la regina di Seba offrì a Salomone, come regalo.

LA MOGLIE DI ADAD

Della moglie di Adad, che fu un nemico di Salomone ed era un Idumeo, della stirpe reale di Edom (1 Re 11:14) si parla solamente in (1 Re 11:19-20). Di questa donna si sa solamente che era la sorella della regina Tacpenes e che il faraone la diede in moglie a Adad.

LA MOGLIE DI GEROBOAMO

Per quanto riguarda la moglie di Geroboamo, da quello che si legge nel testo biblico di (1 Re 14:1-17), c’è da dire qualcosa intorno a questa donna. Poiché tutte le parole contenute nel passaggio Biblico sono importanti ed hanno una valenza sulla vita pratica, preferiamo citarle per esteso.

In quel tempo, Abiia, figlio di Geroboamo, si ammalò.
Geroboamo disse a sua moglie: «Alzati, ti prego, e travestiti, affinché non si sappia che tu sei moglie di Geroboamo, e va’ a Silo. Là c’è il profeta Aiia, il quale predisse che sarei stato re di questo popolo.
Prendi con te dieci pani, delle focacce, un vaso di miele, e va’ da lui; egli ti dirà quello che avverrà di questo ragazzo».
La moglie di Geroboamo fece così; partì, andò a Silo, e giunse a casa di Aiia. Aiia non poteva vedere, poiché gli si era indebolita la vista per la vecchiaia.
Il SIGNORE aveva detto ad Aiia: «La moglie di Geroboamo sta per venire a consultarti riguardo a suo figlio, che è ammalato. Tu parlale così e così. Quando entrerà, fingerà di essere un’altra».
Quando Aiia udì il rumore dei passi di lei che entrava per la porta, disse: «Entra pure, moglie di Geroboamo; perché fingi d’essere un’altra? Io sono incaricato di dirti delle cose dure.
Va’ e di’ a Geroboamo: Così parla il SIGNORE, Dio d’Israele: Io ti ho innalzato in mezzo al popolo, ti ho fatto principe del mio popolo Israele.
Ho strappato il regno dalle mani della casa di Davide e l’ho dato a te. Ma tu non sei stato come il mio servo Davide il quale osservò i miei comandamenti e mi seguì con tutto il suo cuore, facendo soltanto ciò che è giusto ai miei occhi.
Tu hai fatto peggio di tutti quelli che ti hanno preceduto, e sei andato a farti degli altri dèi e delle immagini fuse per provocarmi a ira e hai gettato me dietro alle tue spalle.
Per questo io faccio piombare la sventura sulla casa di Geroboamo, e sterminerò la casa di Geroboamo fino all’ultimo uomo, tanto chi è schiavo come chi è libero in Israele, e spazzerò la casa di Geroboamo, come si spazza lo sterco finché sia tutto sparito.
Quelli di Geroboamo che moriranno in città, saranno divorati dai cani; e quelli che moriranno nei campi, saranno divorati dagli uccelli del cielo; poiché il SIGNORE ha parlato.
Quanto a te, àlzati, va’ a casa tua; non appena avrai messo piede in città, il bambino morrà.
Tutto Israele lo piangerà e gli darà sepoltura. Egli è infatti, il solo della casa di Geroboamo che sarà messo in una tomba, perché è il solo nella casa di Geroboamo in cui si sia trovato qualcosa di buono, rispetto al SIGNORE, Dio d’Israele.
Il SIGNORE stabilirà sopra Israele un re, che in quel giorno sterminerà la casa di Geroboamo. E che dico? Non è forse quello che già succede?
Il SIGNORE colpirà Israele, che sarà come una canna agitata nell’acqua; sradicherà Israele da questa buona terra che aveva data ai loro padri, e li disperderà oltre il fiume, perché si sono fatti degli idoli di Astarte provocando l’ira del SIGNORE.
Egli abbandonerà Israele a causa dei peccati che Geroboamo ha commesso e fatto commettere ad Israele».
La moglie di Geroboamo si alzò, partì, e giunse a Tirsa; e come metteva il piede sulla soglia di casa, il ragazzo morì.
Lo seppellirono, e tutto Israele lo pianse, secondo la parola che il SIGNORE aveva pronunziata per bocca del profeta Aiia suo servo
(1 Re 14:1-18).

Si continuerà il prossimo giorno...