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Una volta che i demoni uscirono dalla sua vita, l'uomo pazzo ed indomabile, diventa una persona normale, e può raccontare a quelli di

casa sua, le grandi cose che il Signore gli aveva fatto, e com'Egli aveva avuto pietà di lui.

La storia del fanciullo lunatico, riferita da Matteo 17:14-23 Marco 9:14-29 e Luca 9:37-45, con tanti partiari, ci permette di valutare l'azione esorcistica di Gesù e le varie conseguenze derivate dalla presenza della forza demoniaca nella sua vita.

Dal racconto di Marco sappiamo che in quel giorno, ci fu una disputa tra gli Scribi e i nove discepoli di Gesù rimasti a valle, in conseguenza di un vano tentativo di esorcismo nei confronti di un fanciullo affetto da uno spirito muto. Non è fuori posto pensare come R. G. Stewart che

«gli Scribi, menando trionfo dell'insuccesso dei discepoli, non solamente li trattassero d'impostori, ma anche insinuassero dei dubbi intorno alla potenza del loro Maestro» [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, pag. 338].

Ma quando si pensa che chi aveva avuto insuccesso nel liberare il fanciullo epilettico erano proprio gli Scribi [R. Pesch, Marco II, pag. 143], ci troviamo davanti ad un'interpretazione che non sentiamo di condividere. Quando W. Schenk riconosce che originariamente gli Scribi svolsero un ruolo dei discepoli Idem, nota 2], abbiamo seri motivi per dissentire da questa sua constatazione.

Se l'oggetto della disputa fosse stato l'insuccesso del fallimento degli Scribi, chi animava questa discussione dovevano essere i discepoli di Gesù e la folla, non essendo concepibile pensare che gli Scribi facessero la disputa contro se stessi.

A parte che il N.T. non fornisce nessuna notizia che gli Scribi esercitassero l'esorcismo e che i discepoli di Gesù entrassero in dispute contro di loro per i loro insuccessi, è detto invece chiaramente in molti testi, che sono sempre gli Scribi che hanno da contestare per quanto riguarda l'operare di Gesù e quello dei suoi discepoli. Prescindendo da questa considerazione, che non è priva di senso, quando esaminiamo il testo di Marco sappiamo incontestabilmente che l'uomo della folla, che rispose alla domanda di Gesù, che è appena arrivato con i suoi discepoli, era il padre del fanciullo epilettico e che questi disse: Ho detto ai tuoi seguaci che lo cacciassero ma non hanno potuto (v. 18).

Dallo stesso padre sappiamo anche che inizialmente il fanciullo era stato menato a Gesù. Maestro, io t'ho menato il mio Figliolo che ha uno spirito mutolo (v. 17). Pensare agli Scribi, che tentarono invano l'esorcismo, è contro la stessa volontà del padre, e la loro potrebbe essere giustamente considerata un'indebita intromissione.

Ma se pensiamo all'insuccesso dei discepoli, come giustamente il testo ci fa chiaramente capire (v. 28), la disputa degli Scribi appare nella sua giusta dimensione, non come chi semplicemente assiste, ma come veri e propri fomentatori. Davanti alla minuziosa descrizione di tutto quello che avviene nella vita del fanciullo, non è difficile, per la scienza medica, avere tutti i segni e gli elementi per affermare che il ragazzo è affetto da epilessia. Con il vangelo nelle mani da una parte e con la scienza medica dall'altra parte, ci troviamo davanti ad una precisa situazione che richiede una scelta [R. Pesch, Marco II, pag. 145].

Non aveva torto Origene quando, spiegando il passo, diceva:

«I medici possono tuttavia tentare una spiegazione naturale (alla malatti, poiché secondo la loro convinzione non agisce qui alcuno spirito impuro, bensì abbiamo un fenomeno d'infermità del corpo. Nel loro modo naturale di spiegare le cose essi possono sostenere che l'umidità si muove nella testa secondo una certa simpatia con la luce della luna, che ha parimenti una natura umida. Noi però crediamo al vangelo anche in ciò, che questa malattia è evidentemente provocata in chi ne sia affetto da uno spirito immondo» Idem, nota 16].

Il fatto che si affermasse, che ai giorni nostri, «sulla scorta delle ricerche mediche e dell'indagine storica concettuale», si sia abbandonata la vecchia credenza, è un indizio abbastanza chiaro da farci vedere che la ricerca storica concettuale, porta ad annullare la parola del vangelo e quelli che l'accettano, come conseguenza logica, rifiutano l'elemento miraoso, come dimostrazione della potenza del soprannaturale, del potere di Dio.

Con queste parole non intendiamo affatto generalizzare, nel senso che tutte le forme di epilessia presenti nell'uomo, siano da attribuire alla presenza del demonio che le causa. Questo però non c'esime dall'affermare che ci sono epilettici, la cui epilessia è causata dalla presenza di forze demoniache, e quando i demoni vengono scacciati, la convulsione scompare e l'ammalato viene guarito senza che si debba attribuire la sua guarigione ai farmaci che gli sono stati somministrati. Una malattia prettamente neurologica, può essere combattuta e debellata, attraverso trattamenti e farmaci adeguati, ed anche se a volte l'ammalato non ricupera completamente la salute, si può sperare in un suo miglioramento.

Ma una malattia mentale, causata dalle forze demoniache, non sarà mai guarita né ridotta ad uno stato di miglioramento, con le cure e i trattamenti di cui dispone la scienza medica.

Si continuerà il prossimo giorno...