PARTE TERZA
Capitolo 3
DONNE NOMINATE NEL N.T.
ANNA (2)
Il suo nome significa:
grazia, favore. Di lei si parla in (Luca 2:36-38). Era profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Visse con suo marito sette anni, e all’età di ottantaquattro anni, trovandosi nel tempio, ebbe l’onore di vedere il bambino Gesù e parlare di lui,
a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere (v. 37).
Con questa biografia, che il testo sacro delinea, si può tracciare un panorama di questa donna. Del ministero profetico di Anna, non si ha nessuna notizia, sia nell’Antico come anche nel Nuovo Testamento. In che consisteva il suo ministero profetico, come e quando lo espletò, non si può dire niente, per il semplice motivo che mancano notizie. Dalle poche parole che Luca ci ha tramandato di lei, si può affermare che era una pia donna; fortemente attacca al tempio,
non si allontanava mai da esso, e la sua vita devozionale consisteva nel
servire Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Non si può descrivere la vita devozionale di una persona, meglio di così!
C’è molto da imparare da una tale persona! L’insegnamento che si ricava da Anna, non è valido solo per le donne, è valido anche per gli uomini! Si racconta che un Tizio, visitando una chiesa, notò con sua meraviglia che, la stragrande maggioranza dei frequentatori di quel locale di culto, erano donne. Rivolgendo la parola ad una di loro, disse: I locali di culto, generalmente sono frequentati prevalentemente da donne. Al che, la donna replicò: È vero che i locali di culto sono frequentati, in larga maggioranza da donne, ma le carceri, trabboccano di uomini. Il segreto per trovarsi nei luoghi di culto, nel servire Dio con perseveranza, sia con preghiere e in digiuni, è essere interessati per le cose del Signore. Quando c’è l’interessamento per le attività spirituali, il tempo per manifestare la propria devozione a Dio in publico, si trova sempre; mentre, quando manca, le mille scuse che spesso si adducono, servono solamente per mascherare la propria ipocrisia.
APFIA
Di questa donna si parla solamente in Filemone 2. Si supponne che sia stata la sposa di Filemone. Se questa supposizione è vera, il fatto che Paolo definisca Filemone suo
collaboratore, ed Apfia
sorella, (nella fede, naturalmente) sta a significare che questa donna, in un certo senso, partecipava alle attività del marito. Se poi si tiene conto che la chiesa, si riuniva in casa di Filemone, per il culto, la presenza di Apfia, come moglie di questo responsabile, dà più senso alla sua partecipazione attiva, nel servizio del Signore.
BERENICE
(Dal gr. Pherenike, che
riporta la vittoria, vittoriosa). Viene menzionata in (Atti 25:13,23; 26:30).
«Figlia primogenita d’Erode Agrippa I. Sposò lo zio Erode, re di Calcide, che morì poco dopo. Convisse incestuosamente col fratello Agrippa II, cosa che fu motivo di scandalo. Berenice cercò di farlo dimenticare sposando Polomeno, re di Cilicia. Ben presto stancatasi di lui, lo abbandò per tornare dal fratello Agrippa (Ant. 20,7.3; Guerra 2,11.5). Era presente quando Paolo si difese davanti ad Agrippa (Atti 25:23; 26:30). Più tardi divenne l’amante di Vespasiano e poi di Tito» [René Pache,
Nuovo Dizionario Biblico, pag. 121].
CANDACE
«Regina d’Epiopia o piuttosto prob. Di Meroe, nella Nubia meridianale. Tornando da Gerusalemme, dove era andato per adorare, un eunuco, gran dignitario della sua corte, fu convertito al cristianesimo per mezzo dell’evangelista Filippo (Atti 8:26-39). Strabone, Dionisio Cassio e Plinio sono concordi nel dire che nel I sec. d.C. Meroe fu retta da una dinastia di regine che si chiamavano tutte Candace»
Ibidem, pag. 143].
CLOE
Verzura. Donna cristiana che abitava a Corinto. Paolo,
da quelli di casa Cloe, venne informato delle divisioni che c’erano nella comunità di Corinto (1 Corinzi 1:11).
CLAUDIA
Cristiana che unì i propri saluti a quelli di Paolo (2 Timoteo 4:21).
DAMARIS
Donna che si convertì all’ascolto della predicazione fatta da Paolo (Atti 17:34).
DORCAS o TABITA
(
Aram. Tebēthā,
gazella; gr.
Dorcas). Una pia cristiana di Ioppe. Il suo nome ricorre in (Atti 9:36,40). Alla sua morte, fu chiamato l’apostolo Pietro, il quale, dopo aver pregato il Signore, la chiamò per nome:
Tabita, alzati. Ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si mise seduta. Egli le diede la mani e la fece alzare; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita (v. 41).
DRUSILLA
Figlia minore d’Erode Agrippa I e moglie di Felice (Atti 24:24)
ELISABETTA
(
Dio suo giuramento). Era discendente d’Aaronne, moglie di Zaccaria e madre di Giovanni Battista. Di lei si parla in (Luca 1:5,7,13,24,36,40-41,57).
Elisabetta fu una pia donna. L’evangelista Luca afferma che questa donna, assieme a suo marito Zaccaria, erano
giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore. Si riferisce anche di lei che
era sterile (v. 6-7). Che questa coppia, nonostante vigesse la sterilità in Elisabetta, abbia fatto preghiere a Dio per avere un figlio, questo si desume dalle parole che l’angelo Gabriele, rivolse a Zaccaria:
«Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni (v. 13).
Anche se la forma del testo evangelico è al singolare
la tua preghiera... (quella di Zaccaria, ovviamente), non è improbabile che alla preghiera del marito, ci sia stata anche quella della moglie. Secondo la precisazione di Luca, terminato il turno del suo servizio, Zaccaria ritornò a casa. E fu in quei giorni che Elisabetta rimase incinta, cioè concepì (v 24). Questo in pratica significa che Dio, in adempimento della Sua promessa, guarì la sterilità di Elisabetta, talché poté concepire, nella sua
età avanzata (v. 7).
Non c’è nessuna cosa che possa impedire, che una promessa del Signore, si compia al tempo che Egli ha stabilito. Si potrebbe: perché mai Elisabetta si
tenne nascosta per cinque mesi, dato che con la sua gravidanza, il Signore aveva
cancellato la sua vergogna in mezzo agli uomini? (v. 25). Non era forse quello l’evento che avrebbe cambiato la situazione? Perché non palesarlo subito? C’era forse in Elisabetta, un tantino di titubanza a credere che fosse stata realmente incinta? Probabilmente! La sua parente Maria, venne a sapere che Elisabetta aspettava un figlio, non dalla casa di Zaccaria, ma dalla bocca di Gabriele.
Si continuerà il prossimo giorno...