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Diletti, amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio (1 Giovanni 4:7).

Alla luce di questo testo appaiano chiaramente due cose: 1) L’amore è da Dio; 2) chi ama è nato da Dio. Senza la vita di Dio non è possibile amare.

Si badi che qui Giovanni stesse parlando di amare i fratelli della stessa fede. Se per amare i fratelli della stessa fede è necessaria la vita nuova, vale a dire quella di Dio, consideriamo se l’uomo possa amare i nemici, con la realtà naturale. Davanti alla parola: Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico, Gesù oppone il suo: Ma io vi dichiaro, amate i vostri antagonisti.

La parola di Gesù è quindi più importante di quella che era stata agli antichi, anche perché apre nuovi orizzonti e permette di approfondire l’essenza stessa dell’amore.

I discepoli di Gesù, ai quali è rivolto questo comando di amare i nemici, non solo devono attenersi al nuovo modo di parlare, ma devono soprattutto impegnare la loro vita, perché l’insegnamento di Cristo trovi in loro il pieno adempimento su un modo di vivere. Il significato di. Amare i nemici in ultima analisi vuole anche significare di saper valicare i confini dell’umano e del consentito, per vivere una diversa realtà, in accordo con la volontà di Dio.

Amare è l’opposto di odiare e nemici il contrario di amico. Amare non è soltanto espressione verbale, (e i sentimenti di affetto, inclinazione e attrazion, non si esprimono solamente con le parole, vanno dimostrate con azioni tangibili e palpabili. In altre parole chi è considerato un nemico, perché ha un’avversione contro un altro, è ostile, deve vedere, attraverso un’azione pratica, che c’è uno che lo ama nonostante l’ostilità e l’inimicizia.
L’amore è forte come la morte (Cantico dei Cantici 8:6). Sotto quest’aspetto il discepolo di Gesù viene meno davanti ad una precisa responsabilità, inderogabile nel tempo, che lo proietta al di fuori e al disopra di una sfera del normale e dell’umano, in questa terra ove tutto è diverso, e dove tutto si concretizza, con riferimento ad una diversa vita che si manifesta.

Questa nobile verità è insostituibile e il comando di Gesù non deve essere ritenuto nella vita segreta del discepolo, per goderne tutta la bellezza e tutta la pienezza; dovrà essere trasmesso, non solo oralmente, ma soprattutto sul piano della praticità, in modo che tutti sappiano che la parola del Maestro, di amare i nemici, deve essere osservata.

7. UNA PRECISA DISPOSIZIONE PER FARE IL BENE

Ma a voi che astate, io dico: Amate i vostri nemici; fate bene a quelli che v’odiano (Luca 6:27).

Anche questa disposizione a fare il bene, al pari di quella dell’amore, oltrepassa i limiti di ogni umana considerazione e di ogni sua approfondita riflessione. La natura umana non si oppone solamente di chi è avverso, ostile, ma si oppone anche a che si faccia del bene a chi odia. Gesù, per far meglio capire il valore di questa norma, aggiunge:

E se fate del bene a quelli che vi fanno del bene, qual grazia ve ne viene? Anche i peccatori fanno lo stesso (Luca 6:33).

Questa specificazione di Gesù ci fa sapere che anche i peccatori fanno del bene, ma lo fanno solamente a quelli sanno ricambiare il bene. In altre parole, il peccatore agisce nella stessa maniera come viene trattato.

In questo il discepolo di Gesù si differenzia e si stacca dal comune peccatore, in quanto Gesù lo pone su un piano diverso e più elevato, da fargli fare il bene a colui che lo odia. Facendo così, non solo il discepolo di Gesù appare diverso dal peccatore, per quanto riguarda la prospettiva di un gran premio, ma sarà anche diverso perché sarà chiamato Figliolo dell’Altissimo (Luca 6:35).

La forza dell’odio agisce nella vita dell’uomo come una forza distruttiva a tutti i livelli. L’odio è il nemico più grande e più agguerrito, di quello che si può immaginare. Tutte le discordie, le amarezze, i rancori, la stessa violenza, in tutti i settori e a tutti i livelli, hanno la loro origine e affondino le loro radici nell’odio.

La persona che odia può concepire le più crudeli azioni, come quella di Caino che uccise proprio fratello Abele (Genesi 4:1). C’è un solo modo per vincere l’odio e per debellarne le sue funeste conseguenze: Il bene. Come il male è una forza distruttiva, il bene, a sua volta è potenza costruttiva. L’odio sprofonda l’uomo verso la disperazione e l’intolleranza; il bene invece lo innalza dalla sua miseria e lo nobilita, beneficiando non solo, su un piano umano e terreno, ma soprattutto su quello morale e spirituale.

L’odio imprigiona l’uomo e lo lega senza possibilità di uscirne, il bene lo scioglie e lo rende libero e pieno di sorriso e di soddisfazioni. Quando Gesù insegnò di fare il bene a chi odia, voleva dire al suo discepolo: fare il bene a chi vi odia, voi utilizzate un’arma potentissima, capace di infliggere una definitiva sconfitta a tutte le forze delle tenebre e dell’inferno, perché rimane sempre vero il detto che il male si vince bene (Romani 12:21). Queste cose devono essere insegnate a tutti in modo che tutti le possano osservare.

8. UNA PRECISA DISPOSIZIONE A PREGARE PER COLORO CHE FANNO TORTO

Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano (Matteo 5:44). Luca aggiunge: Pregate per quelli che v’oltraggiano (Luca 6:28).

Qui ci troviamo davanti a persone che sono ostili alla fede e la pensano in maniera diversa. Pregare per quelli che perseguitano, significa, intercedere presso il Padre per la loro salvezza. E per intercedere presso Dio, per uno che oltraggia, ci vuole l’amore e la compassione di Dio nel cuore.

Questa norma non è stata messa in pratica da tutta la cristianità attraverso i secoli. Se la cristianità avesse saputo pregare per quelli che la perseguitavano ed oltraggiavano, (e questo ci fa pensare che coloro che si comportano in questo modo, non solo sono contrari alla ,fe a all’insegnamento di Gesù e della parola di Dio, ma sono nel torto e nell’error, avrebbero potuto conquistare tante anime al Signore e liberarle dalle loro cattiverie.

Invece di agire nel modo voluto da Gesù, presentando ricorso alle armi, alla sopraffazione, alla violenza, alla più spietata crudeltà, per fermare e vincere gli oppositori e gli oltraggiosi. Chi perseguita ed oltraggia, chiunque esso sia e a qualsiasi denominazione appartenga, non fa parte dei discepoli di Gesù e stanno seguendo Gesù, sul sentiero del suo insegnamento e della sua volontà.

Potrebbe sembrare un giudizio severo, quando specialmente si sferra una persecuzione nel nome di Dio e all’insegna di un fervore e di una santa gelosia per preservare e difendere una dottrina e la stessa fede. Ma se guardiamo in faccia alla realtà, e se specialmente ci lasciamo illuminare e guidare dalla parola di Gesù, la cosa apparirà in maniera diversa e sapremo vedere chi sono i veri seguaci di Gesù: chi perseguita ed oltraggia, in nome dun’a ortodossia e all’insegna di uno zelo spietato, o piuttosto chi è l’oggetto della persecuzione e degli oltraggi.

Se sei veramente un discepolo di Gesù, lo devi seguire essenzialmente nell’obbedienza alla sua parola e ai suoi insegnamenti, in modo da non favorire lo sforzo della tua rabbia e tanto meno l’intolleranza che si presenta come un mezzo necessario per far tacere tutti gli oppositori e per mettere in silenzio i persecutori.

Saulo da Tarso, perseguitò per un tempo i discepoli di Gesù e la fede, pensando di fare un servizio a io (Galati 1:13; Atti 8:3; 9:1﷓4; 22:4﷓7; Filippesi 3:6), essendo mosso dal suo zelo per la tradizione dei suoi padri. Più tardi però, quando la luce di Dio illuminò il suo cuore e la sua stessa vita, si accorse che quello che faceva era in contrasto con la volontà di Dio.

Si continuerà il prossimo giorno...