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Ottenuta l’udienza, Ester avrebbe dovuto perorare la causa del suo popolo, oltre a quella sua personale, poiché anche lei era un membro della famiglia dei Giudei. Tutto ciò in risposta a un disegno criminale che era stato concepito per distruggere tutti i Giudei che si trovavano nell’impero di Assuero. Il digiuno, quindi, aveva lo scopo di preparare il terreno, in modo che Ester potesse trovare grazia presso il monarca e, successivamente, chiedere la grazia perché lei i tutti i Giudei del regno non venissero sterminati. I capitoli 5, 6 e 7, del libro che portano il nome di Ester, descrivono dettagliatamente la buona riuscita che Ester ebbe nella sua iniziativa, quando ottenne dal re Assuero la grazia di salvargli la vita assieme a quella del suo popolo.

3) I Niniviti si vestirono di sacchi

Il vestimento di sacco era fatto di un tessuto ruvido e si indossava in segno di lutto,

]C]Allora Giacobbe si stracciò le vesti, si vestì di sacco, e fece cordoglio di suo figlio per molti giorni (Genesi 37:34);

Davide disse a Ioab e a tutto il popolo che era con lui: «Stracciatevi le vesti, cingetevi di sacco e fate cordoglio per la morte di Abner!» Il re andò dietro alla bara (2Samuele 3:31);

Laméntati come una vergine vestita di sacco che piange lo sposo della sua giovinezza! (Gioele 1:8);

oppure per una disgrazia personale o nazionale,
Mi sono cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere (Giobbe 16:15);

Gli anziani della figlia di Sion stanno per terra in silenzio; si sono gettati della polvere sul capo, si sono vestiti di sacchi; le vergini di Gerusalemme curvano il capo al suolo (Lamentazione 2:10);

Quando Mardocheo seppe tutto quello che era stato fatto, si stracciò le vesti, si coprì di un sacco, si cosparse di cenere, e uscì per la città, mandando alte e amare grida (Ester 4:1).

in segno di penitenza per i peccati,
Quando Acab udì queste parole, si stracciò le vesti, si coprì con un sacco, e digiunò; dormiva avvolto nel sacco, e camminava a passo lento (1Re 21:27);

Il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figli di Israele si radunarono, vestiti di sacco e coperti di polvere, per celebrare un digiuno (Neemia 9:1);

I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo (Giona 3:5);

Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con cilicio e cenere (Matteo 11:21),

o durante particolari preghiere volte a ottenere liberazione,
Quando il re Ezechia ebbe udito questo, si stracciò le vesti, si coprì di un sacco, ed entrò nella casa del SIGNORE.
Mandò Eliachim, sovrintendente del palazzo, Sebna, il segretario, e i sacerdoti più anziani, coperti di sacchi, dal profeta Isaia, figlio di Amots
(2Re 19:1-2);

Volsi perciò la mia faccia verso Dio, il Signore, per dispormi alla preghiera e alle suppliche, con digiuno, con sacco e cenere (Daniele 9:3).

A volte i profeti lo usavano come simbolo del ravvedimento auspicato nelle loro predicazioni,

verso quel tempo, il SIGNORE parlò per mezzo d’Isaia, figlio di Amots, e gli disse: «Va’, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i calzari dai piedi». Questi fece così e camminò seminudo e scalzo (Isaia 20:2);

Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni (Apocalisse 11:3).

Vestirsi di sacco per lutto o per penitenza era una pratica comune non soltanto in Israele, ma anche in Damasco, I suoi servitori gli dissero: «Abbiamo sentito dire che i re della casa d’Israele son dei re clementi; lascia dunque che ci mettiamo dei sacchi sui fianchi e delle corde al collo e usciamo incontro al re d’Israele; forse egli ti salverà la vita» (1Re 20:31);

a Moab, Per le strade tutti indossano sacchi, sui tetti e per le piazze ognuno urla, piangendo a dirotto (Isaia 15:3);

Ammon, Urla, o Chesbon, poiché Ai è devastata; gridate, o città di Rabba, vestitevi di sacchi, spandete lamenti, correte qua e là lungo le muraglie, poiché Malcom va in esilio insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi (Geremia 49:3);

Tiro, A causa di te si raderanno il capo, si vestiranno di sacchi; per te piangeranno con amarezza d’animo, con cordoglio amaro (Ezechiele 27:31)

e Ninive, I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo (Giona 3:5).

4) Per ordine del re, tutti gli uomini dovevano gridare a Dio con forza

Quando il re di Ninive venne a conoscenza del messaggio che Giona predicava e che il popolo udendolo aveva creduto a Dio, indetto un digiuno e si era vestito di sacchi, la scrittura precisa che il re si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere (v. 6) e per suo ordine venne decretato che tutto il popolo gridasse con forza a Dio.

Quel gridare con forza a Dio non significava solamente alzare il tono della voce, come se Dio fosse sordo e dormisse, ma che tutti con fermo proponimento si rivolgessero a Dio con preghiere e supplicazioni, per far sì che la punizione annunciata da Giona non cadesse sopra la popolazione di Ninive. In altre parole, la preghiera e la supplica dei Niniviti non doveva essere un puro formalismo religioso (come diremmo noi oggi), ma un pregare con tutto l’ardore del cuore e con ferma determinazione, ai fini di ottenere da Dio quello che si chiedeva.

5) Ognuno doveva convertisi dalla sua malvagità

La seconda cosa che il re di Ninive aveva ordinato, era che, ogni persona, senza escludere nessuno, doveva convertirsi dalla sua malvagità. Se Dio aveva avvisato Ninive che, nel giro di quaranta giorni, l’avrebbe distrutta, era essenzialmente a motivo della loro malvagità.

Dio non ha mai chiuso gli occhi sopra il peccato e non l’ha mai giustificato, come spesso fa l’uomo dei nostri tempi. Se è vero che Egli è benigno, misericordioso, lento a l’ira e di grande compassione,

Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: «Il SIGNORE! Il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà (Esodo 34:6),

e che non vuole la morte dell’empio, ma la sua salvezza,
Io infatti non provo nessun piacere per la morte di colui che muore, dice DIO, il Signore. Convertitevi dunque, e vivete! (Ezechiele 18:32),

Si continuerà il prossimo giorno...