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Senza dubbio gli uomini di Saul riconobbero che l’ordine del re era ingiusto e infatti non ebbero il coraggio di uccidere i sacerdoti del Signore a sangue freddo e senza valido motivo, come il re aveva ordinato, cosa che fece invece Doeg, l’Idumeo, uccidendo in quel giorno ottantacinque sacerdoti che portavano l’efod di lino (1Samuele 22:18).

È comunque vero che le due levatrici ebree, Sifra e Pua, temevano Dio, perciò si rifiutarono di eseguire l’ordine del faraone di assistere le donne ebree nel parto per uccidere i nascituri maschi (Esodo 1:16-17). Non c’era solo il timore di Dio in tale scelta ma anche il rifiuto intrinseco di far morire creature umane in un modo del tutto simile all’iniziativa del re Erode per far morire i bambini innocenti di Betleemme (Matteo 2:16).

Un altro esempio ci viene fornito dal figlio primogenito di Gedeone, Ieter, il quale, nonostante il padre gli avesse ordinato di uccidere Zeba e Salmunna, come la Scritture riferisce, non estrasse la spada, perché aveva paura, essendo ancora un ragazzo (Giudici 8:20).

Ritornando agli uomini di Efraim, questi non ebbero paura di uccidere i due principi di Madian, Oreb e Zeeb, nonché decapitarli. Avranno fatto ciò senza che i due uomini opponessero resistenza? Non sappiamo dirlo, ma in ogni caso il coraggio degli Efraimiti prevalse su loro e non ci fu niente da fare. In tutta questa storia non si può ignorare il valore della gente di Efraim. Gedeone comunque ci tiene a mettere in risalto che è stato Dio a mettere nelle mani degli uomini di Efraim i due principi di Madian. Ciò significa che l’opera del Signore supera quella degli Efraimiti.

Non sempre gli uomini, anche i più pii e devoti al Signore, sanno riconoscere gli interventi divini nella loro vita come in quella degli altri. Sovente attribuiscono ogni successo alle loro capacità. Dio è lasciato fuori come un estraneo o peggio ancora uno che rimane indifferente alle lotte, ai malefici che spessissimo complicano e rendono difficili le vie d’uscita. In tale prospettiva è molto facile che la vista si annebbi e percepisca solo il mero risultato delle capacità umane. La valutazione potrà cambiare solamente se si considera Dio non come l’eterno assente, Colui che si mantiene distante, che a tutto pensa tranne che di intervenire per l’uomo in difficoltà, chiunque esso sia. Quando il Signore, l’onnipotente, è messo nella dovuta considerazione, cioè al di sopra di tutti e di tutto nonché in grado di controllare ogni cosa, si potrà saggiare ciò di cui Lui è capace.

Gli occhi illuminati dalla luce divina sanno riconoscere nelle opere dell’uomo l’intervento di Dio e non attribuiranno mai al loro materiale esecutore il merito delle vittorie sulle forze sataniche, ma sapranno che quanto è stato fatto, grande o piccolo che sia, i problemi risolti, le difficili situazioni appianate, hanno trovato buon esito perché il Signore, nella Sua bontà, è intervenuto con il Suo sommo potere.

Ecco, cosa si potrà imparare dalle parole di Gedeone: Dio vi ha dato nelle vostre mani.... In conclusione, vale la pena ricordare un passo della Scrittura:

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo,
a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen
(Efesini 3:20-21).

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura