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Giuseppe credeva all’interpretazione del sogno fornita dai suoi fratelli? Secondo Giuseppe, ci sembra, i fratelli avrebbero capito di dover subire il suo dominio. È vero? Personalmente non credo.
Vale la pena di esaminare l’esperienza di Gedeone, l’uomo che Dio scelse per salvare il popolo d’Israele dai Madianiti. Nonostante Gedeone fosse pronto ad affrontare i nemici, forte di un preciso disegno divino, c’era un po’ di paura in lui. Dio che conosceva l’umore di Gedeone, gli disse:

Levati e piomba sull’accampamento, perché io te l’ho dato nelle mani.
Ma se hai paura di farlo, scendi all’accampamento con Purah, tuo servo,
e udrai quello che dicono, dopo ciò, le tue mani saranno fortificate per piombare nell’accampamento.
Quando Gedeone arrivò, ecco un uomo raccontava un sogno al suo compagno e gli diceva: Ho appena fatto un sogno; mi pareva di vedere un pane d’orzo rotolare nell’accampamento di Madian, giungere alla tenda e colpirla, così da farla cadere, rovesciarla e farla crollare.
Allora il suo compagno gli rispose: Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Joash, uomo d’Israele; nelle sue mani DIO ha dato Madian e l’intero accampamento.
All’udire il racconto del sogno e la sua interpretazione, Gedeone si prostrò in adorazione; poi tornò all’accampamento d’Israele e disse: Levatevi, perché l’Eterno ha dato nelle vostre mani l’accampamento di Madian
(Giudici 7:9-11,13-15).

Ecco un uomo che credendo nell’interpretazione di un sogno, aveva agito conformandosi ad esso. Lo stesso dicasi per il Faraone quando Giuseppe gli tradusse i suoi sogni. Ammesso che abbia preso per vera l’interpretazione fornita dai fratelli, crediamo che la superbia non c’entri per nulla.

L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI DI GIUSEPPE

Il secondo sogno riguardava il sole, la luna e undici stelle che si inchinavano davanti a lui, e lo stesso Giuseppe lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli, il che prova a nostro avviso l’ingenuità d’animo di quest’uomo. L’interpretazione di Giacobbe, anche se espressa in forma interrogativa: Dovremo proprio io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te? (GenesiI:10) e il rimprovero dello stesso padre, negano la presunta “superiorità di Giuseppe sui fratelli” insita nel padre.
Considerata anche l'interpretazione del padre al racconto del secondo sogno, i fratelli di Giuseppe sono fermamente convinti che il loro congiunto dovrà prevalere su di loro. Ecco perché, a differenza del primo sogno, grazie al quale lo odiarono ancor di più (Genesi 37:8), col secondo gli portavano invidia (Genesi 37:11) Il severo rimprovero al figlio, serbasse la cosa dentro di sé, conferma non una premeditata volontà in Giacobbe di vedere suo figlio dominare su gli altri, ma solo una precisa volontà divina affinché ciò si avvenisse..

L’ODIO E L’INVIDIA DEI FRATELLI DI GIUSEPPE

Dopo il dono della veste lunga i fratelli di Giuseppe lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente (Genesi 37:4). I suoi fratelli erano invidiosi di lui, ma suo padre serbava dentro di sé queste parole (Genesi 37:11).

L’odio manifestato dai fratelli poteva essere giustificato? Per nessun motivo plausibile sarebbe mai stato approvato dalla Scrittura, quindi la risposta negativa è perentoria. Ma che cos’è l’odio che si insinua nel cuore degli uomini sino a diventare irremovibile? Prima rispondiamo con la definizione linguistica e dopo con ciò che la Bibbia riferisce al riguardo.

DEFINIZIONE LINGUISTICA DELL’ODIO

"Sentimento di vivissima ed esasperata ostilità nei confronti di qualcuno di cui si desidera il danno, la rovina o anche la morte, per il cui male si opera attivamente, delle cui disgrazie o avversità si prova piacere; analogo sentimento che si suscita negli altri e ci si attira, per lo più a causa delle proprie azioni, del proprio comportamento ritenuti – a torto o a ragione – detestabili, esecrabili, indegni. – In participio: accesa rivalità fra fazioni, parti politiche, famiglie nemiche: discordia, inimicizia. – In senso generico: spiccata avversione, profonda antipatia, grand'ostilità. – Per estensione: atteggiamento, comportamento, manifestazione che si origina, è dettata o si impronta a tale sentimento; effetto o conseguenza immediata che ne deriva.

Atteggiamento e sentimento di esecrazione, di abominio, di detestazione nei confronti di persone empie e malvagie, del male, di tutto ciò che è contrario alla virtù e all’onestà (anche nelle locuzioni. Avere in odio, vivere in odio, ecc.). – In participio: riprovazione divina nei confronti del peccato o dei peccatori; la condanna, il castigo che ne può conseguire»"

Davanti a una simile definizione, non ci sono argomenti validi che possano giustificare l’odio. Se l’odio anche solo sfiorasse il pensiero della morte, sarebbe sufficiente per respingerlo a priori. Qualsiasi persona con un minimo di sensibilità sa che tale desiderio non sarebbe degno di essere provato nemmeno per un acerrimo nemico.

Ma è anche vero che tale comportamento può appartenere solo a chi è in grado di provare rispetto per gli altri e non si lascia guidare dal desiderio di vendetta, soprattutto tenendo presente l’imperativo divino, tratto dalla Bibbia: Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge (Romani 13:8).

Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell’acqua da bere (Proverbi 25:21);

Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo» (Romani 12:20).

QUELLO CHE RIFERISCE LA BIBBIA INTORNO ALL’ODIO

Il sostantivo “odio”, al singolare o al plurale, il verbo “odiare” e l’aggettivo “odiato” in tutta la Bibbia ricorrono novantasette volte, il che non è poco. D’altro canto il verbo “amare”, in tutte le sue forme verbali, è menzionato in tutta la Bibbia ottantaquattro volte. Strano a dirsi, il male supera il bene. Eppure questa è la realtà.

IL COMPORTAMENTO DI CHI ODIA

Chi odia può procurare la morte al suo prossimo.

Se uno dà una spinta ad un altro per odio, o gli getta contro qualcosa con premeditazione, in modo che quello muoia, o lo colpisce per inimicizia con la mano, in modo che quello muoia, colui che ha colpito dovrà essere punito con la morte: è un omicida; il vendicatore del sangue ucciderà l’omicida quando lo incontrerà (Nemeri 35:20-21).

L’odio verso un profeta di Dio porta l’uomo a rigettare la parola del Signore.

Il re d’Israele rispose a Giosafat: «C’è ancora un uomo per mezzo del quale si potrebbe consultare il SIGNORE; ma io l’odio perché non mi predice mai nulla di buono, ma soltanto del male: è Micaia, figlio d’Imla». E Giosafat disse: «Non dica così il re!» E ora ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunziato del male contro di te». Il re d’Israele disse: «Prendi Micaia, portalo da Ammon, governatore della città, e da Ioas, figlio del re e di’ loro:
Così dice il re: "Rinchiudete costui in prigione, mettetelo a pane e acqua finché io torni sano e salvo"».
Micaia disse: «Se tu torni sano e salvo, non sarà il SIGNORE che avrà parlato per bocca mia». E aggiunse: «Udite questo, popoli tutti!»
(1Re 22:8,23,26-28).

Si continuerà il prossimo giorno...