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L’esempio di due che saranno nel campo, o di due donne che macineranno al mulino, potrebbe darci l’idea di due categorie di persone che si trovano nello stesso ambiente, o più specificamente: nella stessa chiesa, o nella stessa denominazione, ciò è probabile supporlo. Se poi si aggiunge quello che riferisce Luca, questa probabilità non diminuisce certamente, ma aumenta.

Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato.
Due donne macineranno assieme; l’una sarà presa e l’altra lasciata.
Due uomini saranno nei campi; l’uno sarà preso e l’altro lasciato
(Luca 17:34-36),

Questo però non significa che le parole di Gesù abbiano solamente questo significato; possono avere anche il senso di un’equazione: Presi = chiesa del Signore; lasciati = mondo, cioè persone che non appartengono a Gesù Cristo, anche se i soggetti in questione vivono in ambienti diversi. Tenendo poi presente le parole dei vv. 43-44:

Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.
Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.
Questo ci porta a dare può importanza all’esortazione di Gesù: Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà
(v. 42).

Marco, da parte sua, riferisce un altro esempio:
Lo scopo di questa similitudine è per far comprendere che, siccome non si conosce il giorno e l’ora della venuta del Figlio dell’uomo, bisogna tenersi sempre pronti per non farsi trovare addormentati dal padrone della casa.

Visto che il discorso profetico di Gesù, era essenzialmente rivolto a suoi discepoli, nondimeno la sua esortazione è valida anche per altri. Perciò Egli non esita a concludere: Quel che dico a voi, lo dico a tutti: "Vegliate"» (v. 37).

Il pericolo di addormentarsi, non è certo rivolto a quelli che non appartengono al Signore, cioè al mondo, perché questi si trovano già nel sonno della morte spirituale, ma è senza dubbio rivolto ai credenti. Sono loro, infatti, che rischiano di addormentarsi, cioè farsi trascinare dalle tante sollecitudini della vita, e dimenticare la priorità che dovrebbe essere in loro, cioè: Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più (Matteo 6:33).

La raccomandazione che Gesù rivolge ai suoi, secondo quello che Luca ci riferisce, è molto importante:
Essere preso dalle ansiose preoccupazioni di questa vita, è molto facile, visto che i credenti non sono “fuori del mondo”, ma vivono in mezzo alla società, che affrontano gli stessi problemi degli altri. L’invito a pregare in ogni momento, con la specificazione affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose..., rappresenta una sicura via d'uscita dai vari tranelli che, verranno quotidiamente tesi nella vita.

II. Il testo di Matteo 25:13 – La parabola delle dieci virgini

Il contesto di (Matteo 25:13) parla della parabola delle dieci vergini. Questa parabola illustra chiaramente quello che accadrà prima della venuta del Figlio dell’uomo, Gesù Cristo. L’illustrazione parabolica non è stata fornita per illustrare la situazione del mondo incredulo, ma serve essenzialmente per farci conoscere una situazione che si determinerà in seno alla cristianità. Non è, infatti, il mondo incredulo che aspetta lo sposo (Gesù Cristo); sono invece i credenti che lo attendono e sono loro quelli che escono per incontrare lo sposo. Se nella parabola in questione si tiene in conto l’elemento primario che viene illustrato, cioè la reale condizione in cui si troveranno i credenti alla venuta del Figlio dell’uomo, si possono meglio valutare i vari elementi che compongono il mosaico parabolico.

Il termine “vergine”, parla di uno stato fisico in cui si trova una donna, prima di avere contatti sessuali con un uomo, e, descrive la sua integrità e la sua purezza. Inoltre, nella Bibbia, specialmente nel N.T. la parola “vergine”, non viene mai usata per il mondo, viene sempre adoperata con riferimento ai credenti. Che le dieci vergini della parabola, cinque sono “avvedute” e cinque “stolte”, ciò dimostra che non tutti hanno le stesse caratteristiche. Basta solo ricordare le parole di Gesù, per spiegare cosa significano i due aggettivi di avveduto e di stolto, adoperati nella descrizione della parabola.

...chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia.
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo
stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande»
(Matteo 7:24-27).

L’avvedutezza delle cinque vergini della nostra parabola consiste nel fatto di aver preso anche l’olio assieme alla lampada; mentre la stoltezza delle altre cinque, perché non avevano preso olio assieme alla lampada. Logicamente, fino a che lo sposo non arrivò, le caratteristiche delle une e delle altre, non apparivano; ma con la sua venuta, vennero messe in evidenza. Infatti, fu alla venuta dello sposo che, l’avvedutezza e la stoltezza delle dieci vergini si rivelarono. Così avverrà al ritorno di Cristo! Sarà, infatti, in quel tempo che sarà evidenziato quelli che hanno messo in pratica le parole di Gesù e quelli che si sono solamente limitati al semplice ascolto.

Il diventare sonnacchiosi e addormentarsi delle dieci vergini, potrà avere il senso della morte, e non necessariamente il significato del raffreddamento della fede e la perdita dello zelo e del fervore spirituale, o altro, come di solito viene spiegato. Col risvegliarsi, infatti, non si parlerà dello stato verginale di quelle donne, si metterà in evidenza a quale delle due categorie le vergini appartengono: alle avvedute o alle stolte. Quelle che si sono addormentate avendo con loro la lampada e l’olio, non solo incontreranno lo sposo, ma soprattutto entreranno con lui nella sala delle nozze, mentre le altre rimarranno fuori. Questo è l’elemento essenziale che bisogna tenere presente.

La morte fisica, anche se annullerà tutti i programmi lavorativi e tutte le più impegnative iniziative, non annullerà le caratteristiche di una persona che ha avuto mentre viveva. Se una persona mette in pratica la parola di Gesù, durante i giorni della sua vita terrena, al suo risveglio, quella caratteristica non scomparirà; sarà invece come la sua carta d’identità, che gli consentirà di avere libero accesso nel luogo del festino, cioè nella gloria dell’eternità.

Mentre per quelli che avranno avuto solamente la forma apparente di appartenere alla chiesa del Signore, cioè che non hanno messo in pratica la parola di Gesù, al loro risveglio, si troveranno esattamente con quello che hanno avuto, prima di addormentarsi: una lampada senza olio, per significare che si sono accontentati di udire semplicemente la parola di Gesù. Costoro non avranno nessun diritto di entrare nella sala delle nozze, perché alla venuta del Figlio dell’uomo, non sono stati trovati pronti. Anche se per tutta la loro esistenza terrena, hanno frequentato una chiesa e sono stati considerati membri effettivi, quella loro appartenenza, non darà loro nessun diritto per essere con Gesù, nella gloria dell’eternità!

III. I testi di Matteo 26:41 e Marco 14:34,38

Il contesto dei testi di Matteo e di Marco, ci parla dell’agonia di Gesù nel giardino del Getsemani. Qualcuno, giustamente ha affermato che, non c’è pagina più significativa nel N.T. che illustri “l’umanità di Gesù”, come quella del giardino nel Getsemani.

Si continuerà il prossimo giorno...