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...Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui» (Giovanni 3:16,36).
In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5:24).
...questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna (Giovanni 6:40,47).
...mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna (1 Timoteo 1:16).

6) La dà Gesù Cristo

io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano (Giovanni 10:28).
...giacché gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati (Giovanni 17:2).

7) Consiste nel conoscere il vero Dio e Gesù Cristo che Egli ha mandato

Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo (Giovanni 17:3).

Conclusione sulla storia del giovane ricco

Da quello che è stato esaminato della storia del giovane ricco, si può arrivare alla seguente conclusione:

1. La vita eterna = salvezza, non è un bene che l’uomo può guadagnare facendo qualcosa di “buono”. Tutte le cose buone che possiamo compiere sulla terra, ai fini della salvezza, non hanno alcun valore, cioè non saranno efficienti per farcela acquistare. Questo perché, essenzialmente la salvezza è un dono di Dio, ed Egli la concede, non sulla base del merito personale che l’uomo potrebbe acquistare con le sue buone opere, ma esclusivamente e sempre per grazia, (favore immeritato) mediante la fede in Cristo Gesù (Efesini 2:8).

Questo non è un principio umano soggetto a modifiche, secondo l’evoluzione dei tempi; è qualcosa che Dio stesso ha ben fissato, nel piano della Sua volontà, per tutta l’umanità e per tutti i tempi, senza nessuna possibilità di cambiamento.

2. La salvezza, è una di quelle verità “assolute” che, sfortunatamente la società moderna non accetta, con la convinzione che tutto è relativo, anche nel campo religioso. Se per la salvezza si dovesse accettare il “relativismo”, ognuno concepirebbe la salvezza a modo proprio e cercherebbe di costruirsela secondo le sue convinzioni. In senso pratico, ci sarebbero tanti tipi di salvezza, a seconda come ognuno la concepisce.

La salvezza dell’uomo, Dio non l’ha lasciata alla mercé dell’essere umano, secondo una libera scelta, nel senso di cercarla e ottenerla come se credesse che sia la migliore; Egli ha fissato dei punti precisi, e ha indicato anche la regola per riceverla. Per quanto riguarda la norma, non ce ne sono tante; ce né una sola, quella tracciata dall’apostolo Pietro:

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (Atti 4:12).

3. L’obbedienza ai comandamenti di Dio, non deve essere discriminatoria, nel senso di scegliere quello che ci fa comodo e lasciare quello che non è di nostro gradimento. Deve essere invece piena, cioè accettare tutto quello che Dio ci dice nella Sua Parola. Non ha senso, come qualcuno vorrebbe farci credere, di seguire un legalismo religioso; no, l’ubbidienza ha piuttosto il significato di sottomettersi all’autorità divina, riconoscendo la Sua sovranità.

Dio non ha dato i Suoi comandamenti per rendere schiavo l’uomo e privarlo della sua libertà; li ha dati per essere di aiuto, di guida e d'illuminazione, perché l’essere umano possa comprendere quali siano le cose che piacciono al Signore e come potrà realizzare nella sua vita, tutte quelle ricchezze di benedizioni riservate, sia per la vita presente e soprattutto per quella futura.
L’osservanza dei comandamenti di Dio, non può essere definita “un’azione meritoria” e neanche “legalismo religioso”, senza offendere la dignità di Chi ce li ha dati, cioè Dio. Nell’osservare quello che Dio ha comandato, si dimostra di amarlo; e, per quelli che lo amano, Egli promette di dare loro: «Le cose che occhio non vede, e che orecchio non ode, e che mai è salito nel cuore dell’uomo» (1 Corinzi 2:9).

4. La ricchezza in sé non è peccato; però quando la persona è attaccata al denaro, lo ama e si confida in esso, stando all’autorevole parola di Gesù, sarà difficile entrare nel regno di Dio (Marco 10:24).

Amando il prossimo come noi stessi, come specifica il comandamento e come vuole Dio, sarà difficile, quasi impossibile, per chi ha delle ricchezze, faccia finta di non vedere: chi ha fame, chi è senza vestito, chi si trova nel bisogno, senza che metta a disposizione quello che ha, in favore degli altri. La ricchezza se non è usata secondo l’insegnamento della Parola di Dio, finisce col rappresentare un serio ostacolo ai piani divini, conduce la persona a rigettare il consiglio del Signore e si può facilmente smarrire dalle vie di Dio, visto che può causare cadute. Chi confida nella sua ricchezza andrà in rovina, ma i giusti sbocceranno come germogli (Proverbi 11:28). (La Bibbia in lingua corrente).

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente