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Senza dubbio si rifaceva a quanto Gesù aveva affermato in precedenza:
«Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti;
e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre,
lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani; tornerò da voi.
Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete
(Giovanni 14:15-19).

Davanti a quelle precise parole, Giuda non l’Iscariota, non riusciva a comprendere perché Gesù prometteva di manifestarsi ai suoi e non al mondo. Nella risposta che Gesù diede, specifica il motivo perché Egli non sì manifesterà al mondo, ma a quelli che lo amano. Il mondo, inteso come totalità degli uomini, non ama Gesù, anzi lo odia: Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie (Giovanni 7:7). Come il mondo non può ricevere lo Spirito della verità, cioè lo Spirito Santo, perché non lo vede e non lo conosce, allo stesso modo non può aspettarsi che Gesù si manifesterà a loro, per il semplice fatto che non lo ama.

Il significato della promessa di Gesù

Nella promessa di Gesù per quelli che lo amano, c’è: suo Padre avrebbe amato quel tale, di conseguenza Egli stesso lo avrebbe amato e si sarebbe manifestato a lui, il Padre e Gesù sarebbero dimorati presso di lui. In questa nostra riflessione, ci limiteremo alla parte che riguarda la manifestazione di Gesù.

Il verbo greco che viene adoperato in (Giovanni 14:21,22) è emphanizō, il cui significato è:
“Rendere visibile, far vedere, mettere in luce, manifestare, indicare, dichiarare, dire, accusare. Al passivo Farsi vedere, mostrarsi, apparire. Mostrare, indicare, informare, denunciare, rivelare” Dizionario Greco-Italiano; A. Sand, Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, Vol. 1, col. 1191].

Le varie traduzioni si sono orientate sul significato di “manifestare” e “rivelare”.“Manifestare”, secondo il dizionario della lingua italiana, significa: Far conoscere, rivelare, far conoscere quello che si è [S. Battaglia, GDLI (Grande Dizionario della lingua italiana) Vol. IX, pagg. 687-689, in cui l’autore fa conoscere i vari significati che il termine ha]. Per usare la terminologia della lingua italiana, Gesù promette a quelli che lo amano, di farsi “conoscere per quello che Egli è”. Questo, naturalmente, Egli l’avrebbe fatto, per mezzo dello Spirito Santo, che sarebbe venuto nella vita di quelli che lo amano e gli ubbidiscono (Atti 5:32).

Condividiamo quello che afferma un commentatore:

«Il Signore non allude qui, come credono alcuni, alle sue apparizioni ai discepoli dopo la risurrezione, né alla sua finale parusia, “quando ogni occhio lo vedrà”. La manifestazione di cui qui si tratta è puramente invisibile e spirituale; la si può conoscere solo per esperienza, e non se ne accorgono in realtà che i cristiani sinceri e viventi. “Notasi qui pure la chiara distinzione, non solo fra le persone divine, ma altresì fra il modo in cui ciascuna manifesta l’amor suo verso i veri discepoli” (Brown)» [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Giovanni, pag. 953].

Per addentrarci in questa nostra riflessione, sempre allo scopo di comprendere il valore della “manifestazione” di Gesù, nella vita di chi lo ama, prendiamo, per esempio, la domanda che Gesù fece un giorno ai Suoi discepoli:

Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?»
Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti»
(Matteo 16:13-15).

Visto che i discepoli si erano limitati a riferire quello che diceva la gente di Lui, Gesù ha voluto sapere dai suoi, che cosa loro dicevano di Lui: «E voi, chi dite che io sia?» La risposta fu quella che diede Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (v.16).

Sì, è vero che la risposta di Pietro, era il risultato di una speciale rivelazione da parte del Padre, come giustamente ha riconosciuto lo stesso Gesù; però, è inconcepibile che Dio possa concedere una simile conoscenza riguardante Suo Figlio, ad una persona che odia Gesù. Inoltre, bisogna tener presente che gli apostoli, (persone scelte da Gesù), durante il tempo che Egli stette con loro, non lo conoscevano per quello che Lui era effettivamente.

Per provare questa nostra asserzione, basterà ricordare un episodio riportato dai Sinottici, cioè: Matteo, Marco e Luca, in cui si racconta l’episodio della tempesta calmata. Si precisa che in quel giorno, sulla barca dove si trovava Gesù, c’erano anche i Suoi discepoli. Benché il vocabolo “apostoli” non sia presente in questo racconto, è senza dubbio a loro che si riferisce il termine “discepoli” che viene usato. Ebbene! Tutte e tre gli evangelisti riportano le parole che i discepoli pronunciarono il quel giorno, dopo che Gesù calmò la tempesta.

E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?» (Matteo 8:27). Ed essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: «Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?» (Marco 4:41). «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli ubbidiscono?» (Luca 8:25).

Sì, è vero che ci troviamo all’inizio del ministero pubblico di Gesù, e che l’evento di Cesarea di Filippi, è lontano dai discepoli! Però, bisogna aggiungere che la conoscenza che questi uomini avevano del loro Maestro, aumentava di giorno in giorno, tanto che, ad un certo momento, a differenza dell’evento di Cesarea di Filippi, in cui Pietro proclamò: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», lo stesso apostolo poté affermare, usando un’espressione che includeva tutti gli altri apostoli:

«Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna;
e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio»
Giovanni 6:68-69).

Che questa conoscenza di Gesù, che avevano acquisito di Lui gli apostoli, fosse vera, lo confermò lo stesso Gesù, nella grande preghiera d'intercessione che rivolse a Suo Padre:

Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola.
Ora hanno conosciuto che tutte le cose che mi hai date, vengono da te;
poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato
(Giovanni 17:6-8).

Ritornando all’evento di Cesarea di Filippi, Gesù non è Giovanni Battista, anche se di lui dirà:

Ma perché andaste? (da lui) Per vedere un profeta? Sì, vi dico,è più che profeta.

Egli è colui del quale è scritto: "Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero per preparare la tua via davanti a te".

In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (Matteo 11:9-11).

Gesù non è Elia, Geremia o uno dei profeti; Egli è: Il Cristo, il Figlio del Dio vivente; l’Emmanuele = Dio con noi (Matteo 1:23); la Parola di Dio fatta carne (Giovanni 1:1,14); il Salvatore del mondo:

«Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; (dissero quei Samaritani) perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo» (Giovanni 4:42).

E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo (1 Giovanni 4:14);

il solo attraverso il quale si è salvati:
In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (Atti 4:12). Gesù è Colui che è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui (Atti 10:38).

Infine, il potere divino che Egli possiede, lo farà conoscere a quelli che lo amano, perché in ultima analisi è a loro che Lui sì manifesterà, facendosi conoscere per quello che effettivamente è. Chiudiamo questo capitolo, ricordando le ultime parole che Gesù pronunciò ai Suoi, quando diede il gran mandato:

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte quante le cose che vi ho comandate (Matteo 28:19-20). Amen!

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente