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25) Molti van dicendo: «Chi ci farà veder la prosperità?» O SIGNORE, fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto! (Salmo 4:6).

Chi erano questi molti che volevano vedere la prosperità? Non possiamo specificarlo! Può darsi che erano persone che si erano uniti a Davide, quando egli andava vagando a destra e a sinistra, per mettersi in salvo dagli attacchi spietati di Saul.

Il fatto stesso che il salmista invochi che il Signore faccia risplendere la luce del suo volto su di loro, dimostra che se egli non poteva dare una precisa risposta a quell'angosciosa domanda, la luce divina avrebbe aperto gli occhi per far vedere la fonte del bene, perché poi subito aggiunge:

Tu mi hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano.
In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro
(vv. 7-8), ciò dimostra che la preghiera che aveva rivolto a Dio è stata esaudita.

26) Quanto a me, nella mia prosperità, dicevo: «Non sarò mai smosso» (Salmo 30:6).

Quello che Davide affermava nella sua prosperità, non si era effettivamente verificato; ed egli ha dovuto prendere atto che la realtà era diversa di quanto egli diceva.

27) a quelli che sono soli Dio dà una famiglia, libera i prigionieri e dà loro prosperità; solo i ribelli risiedono in terra arida (Salmo 68:6).

In questo Salmo Davide mette in risalto quello che compie Dio. Le cose che fa il Signore, l’uomo non le può fare, perché non ha le stesse possibilità che possiede Dio. È bello pensare che al “solitario”, dimenticato da tutti e messo da parte dalla società, c’è qualcuno che si prende cura, dandogli quello che non si aspetta di ricevere. E se Dio fa questo, è per dimostrare quello che Egli sa fare, in modo che si riconosca la Sua grandezza e la Sua bontà.

28) Poiché invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi (Salmo 73:3).

Vedere la prosperità dei malvagi, per Asaf, non era motivo di rallegrarsi, ma mancò poco che i suoi passi scivolassero, per l’invidia che portava ai prepotenti. Questo suo atteggiamento, naturalmente errato, lo comprese quando entrò nel santuario di Dio e considerò la fine di costoro (v.17).

È sempre quando si sta alla presenza di Dio che si riceve illuminazione per comprendere certe cose della vita degli uomini.

29) Il SIGNORE ti benedica da Sion! Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita (Salmo 128:5).

Il salmo 128 è uno di quelli definiti “canto dei pellegrinaggi” che di solito si cantava quando le persone andavano a Gerusalemme in occasione di feste e ricorrenze particolari. Tenendo presente che i pellegrini erano diretti a Gerusalemme, rientrava nella logica di ognuno di loro, formulare l’augurio più sincero per la città, meta del loro pellegrinaggio.

30) perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità (Proverbi 3:2).

Nell’esortazione a non dimenticare l’insegnamento e di osservare i comandamenti (si intende quelli di Dio), quando viene ricevuta, c’è la prospettiva di ricevere quello che viene promesso, cioè: lunghi giorni, anni di vita e prosperità, sia materiale che spirituale.

31) ...quelli che sanno punire se ne troveranno bene, e su loro scenderanno benedizione e prosperità (Proverbi 24:25).

Trattare l’empio come se fosse giusto, non solo rappresenta una perversione del diritto, ma attira lo sdegno e la rabbia degli uomini retti; mentre quelli che lo sanno punire, cioè che hanno il coraggio di trattare l’empio per quello che egli è, ne troveranno bene e su di loro scenderanno benedizione e prosperità.

32) Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell’avversità rifletti (Ecclesiaste 7:14).

Rientra nella logica della comprensione dell’autore dell’Ecclesiaste, godere nel giorno della prosperità, perché questa viene considerata un dono di Dio. Tutto quello che Dio ci dona, non lo dà per conservarlo per gli altri, ma per goderne in prima persona.

33) Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità, ma tu dicevi: "Io non ascolterò". Questo è stato il tuo modo di fare sin dalla tua adolescenza; tu non hai mai dato ascolto alla mia voce (Geremia 22:21).

La prosperità di cui si parla in questo testo, è sicuramente quello materiale. Non sempre l’uomo sa ascoltare la voce di Dio quando si trova nello stato del benessere. Spesso si rifiuta con determinazione, pensando di non avere bisogno, visto che non gli manca niente, per soddisfare le sue aspirazioni. Questa è, senza dubbio, la peggiore condizione in cui si può trovare l’essere umano davanti d Dio.

34) Il re, Nabucodonosor alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra: Pace e prosperità vi siano date in abbondanza (Daniele 4:1).

Questo re che ha fatto delle tristi esperienze che gli hanno lasciato segni indelebili nella sua persona, prima di intraprendere il racconto della sua esperienza, sente di formulare ai suoi sudditi, l’augurio di avere pace e prosperità.

Che la prosperità di cui parla il testo, sia quella materiale, non c’è nessun dubbio. Egli vuole condividere con altri la lezione che ha imparata a sue spese, in maniera brusca e crudele.

35) ...O re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata» (Daniele 4:27).

Il consiglio che Daniele diede a Nabucodonosor, davanti alla tragica realtà che si prospettava davanti al monarca, era quella di rettificare il suo modo di vivere e di comportarsi, nella speranza che la sua prosperità, abbastanza elevata, potesse essere prolungata.

36) Il re Dario scrisse alle genti di ogni popolo, nazione e lingua che abitavano su tutta la terra: «Pace e prosperità vi siano date in abbondanza! (Daniele 6:25).

Lo stesso augurio che, anni prima, aveva formulato Nabucodonosor ai suoi sudditi, lo rivolse pure Dario ai vari popoli del suo dominio. Lo scopo dello scritto di Dario, non era solamente di augurare prosperità ai popoli del suo impero, ma portare a conoscenza col suo decreto di temere e rispettare il Dio di Daniele, che lo aveva liberato dalle zampe dei leoni.

37) Riuniti questi e gli altri che esercitavano il medesimo mestiere, disse: «Uomini, voi sapete che da questo lavoro proviene la nostra prosperità (Atti 19:25).

L’intervento dell’orefice Demetrio, davanti al popolo Efesino, mirava a mettere in risalto che, il benessere materiale che loro godevano, era direttamente collegato ai tempietti di argento che si facevano della dèa Diana. Se questa loro dèa veniva screditata, la loro prosperità andava in fumo, cioè svaniva. Ecco perché le sue parole fecero presa negli abitanti di Efeso mentre si rivoltarono contro Paolo che li esortava a convertirsi all’Iddio vivente.

38) Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare (1 Corinzi 16:2).

L’ultimo riferimento alla prosperità, è in rapporto con le collette che si raccoglievano ai tempi di Paolo. Il suggerimento dell’apostolo, mira a far comprendere ai cristiani che, ognuno deve offrire, secondo la prosperità concessagli.

Chi dà i beni materiali per offrirli in donazioni, è sempre Dio; e, a misura che si riceve, si deve anche contribuire. Così facendo, si viene incontro ad un bisogno particolare, si può fare fronte alle varie necessità di una comunità; portare a compimento programmi per l’espansione del regno di Dio e l’evangelo di Gesù Cristo per la salvezza dei peccatori.

Conclusione

Qual è la conclusione che possiamo trarre dai vari testi della Bibbia che parlano della prosperità e che abbiamo considerato? Possono essere brevemente racchiusi in alcuni punti:

1) A tutti i testi passati in rassegna, non sempre si può dare il senso del benessere materiale, anche se non si può negare che la loro maggioranza, ne fa esplicito riferimento.

2) Un numero rilevante di questi passi, ha come punto di riferimento: ascoltare Dio e mettere in pratica quello che Egli comanda.

3) Il benessere e la prosperità materiale, non vengono mai presentate come il “saper fare dell’uomo”, ma sempre come una risposta di Dio alla fedeltà dell’uomo al Suo volere e ai Suoi comandamenti.

4) Cercare di possedere la prosperità che hanno quelli che non appartengono alla famiglia di Dio, è qualcosa che il Signore vieta ai Suoi. Il popolo di Dio deve saper dipendere dal suo Signore, per ogni cosa, compreso il benessere materiale e non agire mai spinti dall’invidia.

5) Il benessere materiale, che è anche la fatica del nostro lavoro, bisogna considerarlo come un dono di Dio, dato per goderne nei giorni della vita terrena e anche per farne parte a quelli che si trovano nel bisogno.

6) Infine, non bisogna mai dimenticare la prosperità dell’anima, che vale molto di più di ogni benessere materiale. La prima è destinata all’eternità, mentre la seconda, solo durante il tempo che si vive sulla terra.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente
[Modificato da Domenico34 25/02/2011 00:54]