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Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei discendenti e gettarlo ai cagnolini (v. 27).

Non fu certamente incoraggiante, dal momento che realizzò, come donna pagana, di essere paragonata da Gesù ad un cane, cioè di non aver nessun diritto di essere trattata come i figli Giudei.
A questo punto però, la fede di quella mamma, che non era finta ma vera, è messa in evidenza nella sua vera grandezza Matteo 15:28, pur ammettendo, senza contraddire la parole di Gesù, di essere un cane, risponde:

Dici bene, o Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli (v. 28).

Davanti ad una simile parola di fede, Cristo rispose:
Per questa tua parola, va’; il dèmone è uscito da tua figlia (v. 29).
Se la figlia di quella donna pagana fu liberata dallo spirito immondo, non fu perché Gesù sgridò quel dèmone, ma unicamente per la fede della mamma. Quando chi intercede in favore di un altro, si rivolge a Dio con vera fede, immancabilmente il miracolo non tarderà a compiersi.

6) Marco 9:25:

Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò lo spirito immondo dicendogli: Spirito muto e sordo, io te lo comando, esce da lui e non entrare mai più in lui.

La storia del fanciullo lunatico, riferita da Matteo 17:14-21 Marco 9:14-29 e Luca 9:37-42, con tanti particolari, ci permette di valutare l'azione di Gesù e le varie conseguenze derivate dalla presenza della forza demoniaca nella vita del ragazzo.

Dal racconto di Marco sappiamo che in quel giorno, vi fu una disputa tra gli Scribi e i nove discepoli di Gesù rimasti a valle, perché questi non riescono a liberare il fanciullo affetto da uno spirito muto. Non è fuori posto pensare come R. G. Stewart che
«gli Scribi, menando trionfo dell'insuccesso dei discepoli, non solamente li tacciassero d'impostori, ma anche insinuassero dei dubbi intorno alla potenza del loro Maestro» [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, p. 338].

Alcuni pensano che chi aveva avuto insuccesso nel liberare il fanciullo epilettico siano proprio gli Scribi; [R. Pesch, Mar. II, p. 143], questa è un'interpretazione che non condividiamo. Prescindendo da questa considerazione, che è priva di senso, quando esaminiamo il testo di Marco sappiamo incontestabilmente che l'uomo della folla, che rispose alla domanda di Gesù, era il padre del fanciullo epilettico e che questi disse: ho detto ai tuoi discepoli che lo cacciassero ma non hanno potuto (v. 18).

Dallo stesso padre sappiamo anche che inizialmente il fanciullo è stato menato a Gesù. Maestro, ti avevo condotto il mio figliolo che ha uno spirito muto (v. 17). Ora, pensare agli Scribi che avrebbero avuto a che fare con quest'insuccesso, ciò è una pura fantasia che èsula dal testo.
Ma se pensiamo invece all'insuccesso dei discepoli, come giustamente il testo ci fa chiaramente capire v. 28, la disputa degli Scribi appare nella sua giusta dimensione, semplici assistenti, ma come veri e propri fomentatori. Di fronte alla minuziosa descrizione di tutto quello che avviene nella vita del fanciullo, non è difficile, per la scienza medica, avere tutti i segni e gli elementi per affermare che il ragazzo è veramente affetto da epilessia.

Con il vangelo nelle mani da una parte e con la scienza medica dall'altra, ci troviamo davanti ad una precisa situazione che richiede una scelta [R. Pesch, Marco II, p. 145]. Non aveva torto Origene quando, spiegando il passo, diceva:

«I medici possono tuttavia tentare una spiegazione naturale alla malattia, poiché secondo la loro convinzione non agisce qui alcuno spirito impuro, bensì abbiamo un fenomeno d'infermità del corpo. Nel loro modo naturale di spiegare le cose essi possono sostenere che l'umidità si muove nella testa secondo una certa simpatia con la luce della luna, che ha parimenti una natura umida. Noi però crediamo al vangelo anche in ciò, che questa malattia è evidentemente provocata in chi ne sia affetto da uno spirito immondo» [Ibidem, nota 16].

Il fatto che si affermi, che ai giorni nostri, sulla scorta delle ricerche mediche e dell'indagine storica concettuale, si deve abbandonare la vecchia credenza. Ciò è un indizio abbastanza chiaro che, l'analisi storica concettuale, porta ad annullare la parola del vangelo e quelli che l'accettano, come conseguenza logica, rifiutano l'elemento miracoloso, come dimostrazione della potenza del soprannaturale, cioè del potere di Dio.

Con queste parole non intendiamo affatto generalizzare, nel senso che tutte le forme di epilessia presenti nell'uomo, siano da attribuire alla presenza del demonio che le causa. Questo però non c'esime dall'affermare che ci sono epilettici, la cui epilessia è causata dalla presenza di forze demoniache, e quando i demoni vengono scacciati, la convulsione scompare e l'ammalato viene guarito senza che si debba attribuire la sua guarigione ai farmaci che gli sono stati somministrati.

Una malattia prettamente neurologica, può essere combattuta e debellata, attraverso trattamenti e farmaci adeguati, ed anche se a volte l'ammalato non ricupera completamente la salute, si può sperare in un suo miglioramento.
Ma una malattia mentale, causata dalle forze demoniache, non sarà mai guarita né ridotta ad uno stato di miglioramento, con le cure e i trattamenti di cui dispone la scienza medica. Il fanciullo, del quale parlano gli evangelisti, era epilettico non nel senso come la scienza neurologica lo spiegava, perché sappiamo senza tema di sbagliare, che la sua epilessia era causata dallo spirito immondo che abitava in lui.
Anche se è vero, la definizione dell'epilessia che significa: essere preso, afferrato, sopraffatto, è altrettanto vero che lo stesso padre riconosceva che l'azione di prendere, afferrare e sopraffare, era svolta dal dèmone.

Maestro, ti avevo condotto mio figlio che ha uno spirito muto, e dovunque lo afferra, lo strazia ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce (v v.17-18°).

È vero che il padre del fanciullo non era un neurologo, e come tale non poteva definire l'epilessia di suo figlio, derivata dalla presenza del demonio. Ma l’opera che Gesù compì, quando disse:

Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non entrare più in lui (v. 25), è più che convincente per affermare che il padre del fanciullo non si era sbagliato quando definì l'epilessia del figlio, un'azione derivata e causata dallo spirito immondo, dal dèmone.

7) I testi di Atti 5:16; 8:7

La folla delle città intorno accorreva a Gerusalemme, portando i malati e quelli che erano tormentati da spiriti immondi, e tutti erano guariti.
Gli spiriti immondi, infatti, uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti
.

Questi due testi ci fanno vedere che l’azione liberatrice che Gesù praticò durante il tempo del suo ministero terrestre non si fermò, ma proseguì per apostoli e di quelli che venivano chiamati all'incarico, come per Esodo Filippo, che la praticò nella città di Samaria.
In un primo tempo, la città di Gerusalemme fu la sede dove gli apostoli esercitarono la liberazione nel nome di Gesù, guarendo quelli che erano tormentati da spiriti immondi. In seguito, man mano che la parola del Signore si proclamava e si estendeva altrove, anche in altri luoghi si verificavano le medesime liberazioni.
Là dove arriva l’evangelo di Gesù Cristo, che è potenza di Dio, arriva anche la manifestazione del potere miracoloso di Dio, e quelli che hanno bisogno, ne potranno usufruire liberamente.

Non ci sono indemoniati, furiosi ed indomabili che sono stati, - come quello di Gadara, invaso da migliaia di demoni -, che la potenza del nome di Gesù non possa debellare e vincere tutte le forze demoniache. Gesù Cristo che è lo stesso Ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8) e il cui potere non conosce né confini, né limitazioni, può liberare ai nostri giorni le persone da ogni influenza demoniaca, come anche da ogni possedimento del diavolo e fare risplendere il sole, là dove per molto tempo, c’è stato il predominio di Satana e le fitte tenebre non hanno permesso alla luce divina di risplendere nella sua forza benefica.

8) Il testo di Apocalisse 18:2

Egli gridò con voce potente: È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demoni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole (La Nuova Riveduta).

Questo è l’ultimo riferimento che il N.T. ha intorno ai demoni e agli spiriti immondi. Qualunque sia il significato di Babilonia nel libro dell’Apocalisse, - stando al significato etimologico di Babilonia = confusione, principalmente nel campo religioso - affermiamo che i demoni e gli spiriti immondi si ritrovano e dimorano facilmente là dove c’è confusione.
Nel linguaggio biblico, confusione, vuol dire incertezza, disorientamento. Per non subire, quindi, l’influenza e la tirannia di queste forze demoniache, è estremamente necessario avere precisi criteri obbiettivi sicuri, soprattutto come riferimento alla volontà di Dio per la nostra vita.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente.