00 27/02/2011 13:32
Il nostro testo dice chiaramente che:

Quando lo spirito immondo esce da un uomo, va per luoghi aridi, cercando riposo; e non trovandone, dice: ritornerò nella mia casa dalla quale sono uscito.

Per la nostra indagine, non serve tanto sapere perché mai lo spirito immondo non riesce a trovare un’altra casa. = Un’altra vita umana, un altro luogo di riposo. Per capire che questo stesso spirito non può girovagare del continuo nei posti aridi, si deve tenere presente la sua natura che, richiede una dimora, un luogo dove possa abitare per godere.
Il testo di Matteo, a differenza di quello di Luca, che omette una delle tre caratteristiche della casa lasciata dallo spirito immondo, precisa: ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna.

Se si considera il fatto che la casa è vuota, denota che non è venuto nessun altro a prenderne possesso, si può meglio valorizzare il detto evangelico.
È mai possibile quando lo spirito immondo viene cacciato dalla vita umana per la potenza di Gesù Cristo, che quella casa rimanga vuota, cioè che non ci vada un altro ad abitarla?
Se non l’avesse detto Gesù, stenterei a crederlo; ma poiché l’ha detto Lui, è possibile che la casa rimanga vuota.

Il fatto poi che quella casa è spazzata, cioè pulita e adornata, denota ancora una volta, una condizione perché qualcuno vada ad abitarvi.
Ma fino a quando non c’è qualcuno dentro, lo spirito immondo, che considera quell'abitazione la casa sua, può ritornare di nuovo. Infatti, il testo precisa:

Va allora, a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima.

Per una persona che venga liberata da uno spirito immondo, vi è un solo modo perché questo spirito malefico non ritorni in lui: che la sua vita sia occupata dallo Spirito Santo e da Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo e Gesù Cristo, non vengono ad abitare nella vita di una persona, se non sono invitati con un atto libero dell'individuo. Gesù, non sfonderà mai la porta di una casa, con la sua forza ed autorità; se ne sta alla porta, e dice: Aprimi!
Ciò avviene quando si riceve la salvezza in Cristo.

Ma fino a quando questo non si realizza, quella casa, liberata dallo spirito immondo, rimane vuota, pronta per essere riabituata, non solo dallo stesso spirito, ma anche da altri spiriti peggiori, che causerà una condizione ancora più triste della prima.
Infine, rimaniamo un po’ perplessi come a questo racconto evangelico si è dato il senso parabolico e figurativo [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, I, pp. 680,681].

2) Marco 1:23-26

Ora nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale si mise a gridare, dicendo: che vi è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei tu venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio. Ma Gesù lo sgridò, dicendo: ammutolisci ed esci da costui! E lo spirito immondo, straziandolo e mandando un grido, uscì da lui. (Vedi anche Luca 4:33-35, come passo parallelo).

Il racconto di questa prima manifestazione miracolosa di Gesù, secondo il vangelo di Marco, è interessante per alcuni motivi: Non solo ci rivela Gesù, come il Santo di Dio, l’inviato per eccellenza che scaccia gli spiriti immondi con la sua potenza ed autorità divina, ma nello stesso tempo ci fa vedere la condizione di un uomo, che probabilmente non sa di trovarsi sotto il dominio di una forza nemica.
La sinagoga, era il luogo in cui Gesù frequentava con assiduità, come faceva un comune pio Giudeo di quei tempi, secondo la testimonianza di molti testi evangelici.
Il fatto poi che l’uomo dello spirito immondo, si sia risvegliato e manifestato mentre Gesù insegnava, è un elemento primario che ci porta a considerare non solo la presenza fisica di Gesù nella sinagoga, ma soprattutto il valore del suo insegnamento.

Non crediamo che l’uomo, di cui parla il nostro testo, si sia trovato per caso nella sinagoga in quel giorno; siamo portati piuttosto ad affermare che questa persona era un assiduo frequentatore dell'edificio di culto, come del resto facevano tutti gli altri che erano presenti in quel giorno.
Non c’è il minimo indizio che quest'uomo ha avuto l’abitudine di comportarsi nel modo come fece in quel giorno alla presenza di Gesù.

I capi della sinagoga, che erano attenti al buon andamento delle riunioni, non avrebbero sicuramente tollerato un comportamento disordinato di quel genere, permettendo a quell’uomo di frequentare la sinagoga, senza pensare al disturbo e alle distrazioni che avrebbero creato nella vita di tanti frequentatori di quel luogo.

Quell’uomo che era considerato da tutti come una persona composta e ordinata, ad un tratto diventò l’oggetto dell’attenzione generale, cominciando a gridare.
Anche se il testo precisa che nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, non vuol dire che le persone che si trovavano presenti, lo considerassero tale.

Fu solamente quando questa persona cominciò a gridare, che venne rivelato il demonio che si trovava in lei. Possiamo immaginare la meraviglia e lo stupore dei presenti nella sinagoga, mentre sentivano dalla bocca di quell’uomo gridare:

Che vi è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio (v. 24).

Gesù che conobbe subito che quelle parole non venivano da quell’uomo che gridava, ma dal demonio che era in lui, sgridandolo gli ordinò di ammutolire e di andarsene. (v. 25; Luca 4:41).

E lo spirito immondo, straziandolo e mandando un gran grido, uscì da lui (v. 26).

Dalla forma plurale che vi è fra noi e te..., e sei venuto per distruggerci...? che l’ossesso pronuncia, non solo si capisce subito che nella vita di quell’uomo c’erano più dèmoni, ma addirittura rivelano la loro preoccupazione.
La manifestazione dell’autorità di Gesù, viene subito riconosciuta da quelli che si trovavano nella sinagoga, davanti all’evidenza di quella liberazione che non lascia nessun dubbio in loro.

Qualche considerazione di ordine pratico

Davanti a questo racconto di liberazione, siamo portati a fare qualche considerazione per ciò che riguarda la vita pratica, e chiedere: una persona, che frequenta luoghi in cui si prega Dio, si legge e si commenta la Sua Parola, può avere in sé spiriti immondi, cioè demoni?
Davanti all’evidenza di questo passaggio evangelico, non c’è nessun dubbio di rispondere di sì.

I demoni possono benissimo nascondersi e camuffarsi dietro il paravento della religiosità, senza dare il minimo sospetto di trovarsi nella vita umana.
Non sono i riti, le cerimonie liturgiche, pur belle che siano, che danno fastidio ai demoni, - specie quando tutto si svolge nel formalismo più rigoroso -; è invece la presenza e la potenza del divino che mette in movimento gli spiriti impuri, manifestandosi per quelli che sono.

Le persone addette allo svolgimento della liturgia, di solito si interessano anche a leggere e spiegare la parola di Dio, come facevano i capi religiosi ai tempi di Gesù, nelle sinagoghe dove il popolo si radunava.
I demoni che si possono trovare nella vita di qualcuno che partecipa alle cerimonie liturgiche, non fanno caso alle persone qualificate né a quello che essi dicono. Diventano sensibili, nel senso che si manifestano, solamente davanti alla presenza del divino.

L’unico che infastidisce i demoni e li rende furiosi, talché non possono più contenersi, è solamente Gesù, con la Sua divina autorità e con la Sua potenza come anche chi ha ricevuto questo dono.
A questo punto si potrebbe chiedere: possono avere demoni i cristiani?

Non si può certamente usare il testo di Marco, per sostenere la possibilità che certi cristiani possono avere demoni. Per il semplice fatto che l’uomo della sinagoga di Capernaum, pur essendo religioso e attivo nella partecipazione alle cerimonie liturgiche, non era però un cristiano, in senso stretto; era un religioso, ma non una persona nata di nuovo, come il concetto cristiano implica.
Per quelli però che vivono il loro cristianesimo più formalistico che realistico, e di questi cristiani c’è ne sono tanti in mezzo alla cristianità, è possibile che possono esserci demoni, che sanno nascondersi e camuffarsi nella loro vita, dietro il paravento della religiosità.

Si continuerà il prossimo giorno...