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Impedire a quelli che scacciano i demoni, - e sotto un aspetto più largo impedire la manifestazione del ministero sotto altre forme -, con il pretesto che non fa parte di noi, che non seguono con noi Gesù, che non fa parte al nostro movimento, o della nostra chiesa -, non è certamente segno di comprensione e carità cristiana. È senza dubbio la dimostrazione di uno spirito settario, che pensa e crede di avere il predominio su tutto e su tutti, senza un minimo rispetto per gli altri.

Gesù Cristo non è venuto qui in terra per creare movimenti religiosi e denominazioni, che spesso si affrontano in antagonismi gli uni contro gli altri. Egli non è venuto neanche per erigere steccati di separazioni e voragini d'incomprensioni.

I movimenti religiosi, le denominazioni e gli steccati di separazioni, li producono gli uomi, con le conseguenze, non solo di ignorarsi l’uno con l’altro, di separarsi dal vincolo della comunione fraterna, sottovalutarsi a vicenda, senza ignorare quello che maggiormente spaventa, e cioè il giudicarsi e condannarsi reciprocamente.
Anche se tutto ciò che è stato fatto e si continua a fare, con il pretesto di volere seguire Gesù, secondo l’insegnamento della Sua parola e di rimanere fedeli a lei, si resta sconcertati quando si assumono atteggiamenti intransigenti, duri e polemici, nei confronti di coloro che non la pensano nella stessa maniera.

Il testo su indicato che abbiamo scelto per esprimere i nostri convincimenti, dovrebbe essere preso sul serio, e valutarlo principalmente in tutti i suoi aspetti.
Notate che non è un apostolo, Pietro o Giovanni o qualche altro, che difende e valorizza il comportamento di quell’uomo che scaccia i demoni, pur non seguendo Gesù assieme agli altri, ma Gesù stesso che sa ben capire il lavoro di quell’ignoto discepolo.

Questo, in ultima analisi ci porta a prendere atto che, non sempre tra quelli che seguono Gesù, c’è un pari consentimento di valutazione e di apprezzamento per quello che viene svolto da altri.
Chi scaccia i demoni nel nome di Gesù, non fa un'opera che benefica se stesso. Compie invece un’operazione che reca sollievo, speranza di vivere e vera libertà, nella vita di chi è privato a causa della presenza dei demoni, che gli rendono l’esistenza infelice, depressa e disperata, senza dargli un raggio di luce, che possa far vedere le cose differentemente.

Davanti al beneficio altrui, specialmente per ciò che riguarda l’eternità, tutti i presentimenti e atteggiamenti settari, spinti principalmente dal desiderio di potere e di primato, dovrebbero essere messi da parte. Nello stesso tempo si deve accettare il fatto che, la potenza del nome di Gesù si può manifestare, al di fuori del cerchio in cui viviamo, della denominazione cui si appartiene, purché gli intenti e i fini principali siano quelli della gloria del Signore e il bene di coloro che soffrono.
Davanti ad una simile conclusione, non ci sono sentimenti ed atteggiamenti settari che possono essere giustificati e tanto meno sostenuti. Non accettando questa conclusione, si rischia di apparire davanti agli altri, come veri presuntuosi, superbi e arroganti, che non sanno valutare, dal punto di vista critico-costruttivo, un’opera che viene svolta nel nome del Signore, e per il bene delle anime.

11. Il testo di Matteo 7:22,23

Uno dei tanti testi della Bibbia che presenta un messaggio molto severo ed esprime un severo giudizio da parte del Signore, è senza dubbio, Matteo 7:22,23, che precisa:

Molti mi diranno in quel giorno: signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: io non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da me, voi tutti operatori d'iniquità.

Questo testo, assieme a tutti gli altri che fin qui abbiamo citato, va esaminato, non solamente come riferimento al severo giudizio che esprimerà il Signore nel giorno della resa dei conti, ma per l’accenno ai demoni che vengono scacciati.
Questo però non toglie di cercare di capire anche perché Gesù, pronuncerà quelle terribili parole nei confronti di tutti quelli che con aria di vanto, elencheranno opere miracolose che avranno fatto durante la loro vita ministeriale. Quello che abbiamo detto in altra parte di questo libro che, l’unico che può scacciare i demoni, nel senso di prevalere sulle forze demoniache è solamente la potenza del nome di Gesù Cristo, è quasi d’obbligo chiedere:

Com'è possibile, per uno che viene catalogato nel numero di quelli che Gesù dirà di non averli mai conosciuti e che per giunta vengono definiti operatori d'iniquità, che abbia potuto compiere queste opere miracolose?
Che le opere miracolose, di cui parla specificatamente il testo siano vere, non c’è nessun dubbio, altrimenti Gesù l’avrebbe chiaramente contestato.
Non siamo tanto convinti che in questo testo si faccia allusione ai falsi profeti, o ai falsi discepoli, come vorrebbero J. Gnilka e Giorgo Tourn [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, 1, pp. 409-411; Giorgo Tourn, I vangeli Sinottici, Vol. 1, p. 40]

Siamo piuttosto disposti ad accettare quello che suggerisce Miegge, il quale parla di carismatici della Comunità, anziché pensarla in maniera diversa, anche perché la riteniamo più coerente al testo e risulta più convincente anche la sua argomentazione [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, 1, pp. 409-411; Giorgo Tourn, I vangeli Sinottici, Vol. 1, p. 40; Giovanni Miegge, Il sermone sul monte, pp. 264-266].

Se vengono tenute in somma considerazione le parole di Gesù:

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli...

La severità con la quale il Signore affronterà quei molti, diventerà più significativa, per il fatto che quello che conta, ai fini di entrare nel regno dei cieli, non saranno tanto il profetizzare, il cacciare i demoni e fare opere potenti nel nome di Gesù, quanto invece di fare la volontà di Dio. Questo è essenzialmente il significato di rinunciare a tutto ciò che mira all’esaltazione dell’uomo, per dedicarsi a vivere una vita coerente con l’insegnamento di Gesù, tenendo soprattutto conto, di quello che Egli fece.
Solo in questa maniera, si potranno evitare le amare sorprese, cui purtroppo tanti andranno incontro nel giorno della resa dei conti, cioè quelli che si saranno accontentati di proclamare la loro fede con le sole parole.
L’esortazione, quindi, a non dire soltanto Signore, Signore, ma a confessarlo nelle opere, e anzitutto nell’amore fraterno, è più che mai valida e attuale.
Attenzione! Gesù non si fa illusione. Coloro che saranno così sconfessati, saranno molti. Serio avvertimento ai dirigenti di quella stessa comunità, che per tanti aspetti è per noi la Comunità ideale, e quanto più, ai ministri della chiesa in ogni età [G. Miegge, Il sermone sul monte, pp. 267,268].

12. Il testo di Luca 8:2

Fra le tante donne che servivano Gesù, e che lo sostenevano con i loro beni, Luca ce ne presenta una, di nome Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni Luca 8:2; Marco 16:9.
Questa specificazione che l’evangelista fa di Maria Maddalena, non ha lo scopo di metterla in primo piano rispetto alle altre donne menzionate, ma serve solamente ad indicare una particolare situazione, piuttosto grave, in cui si è venuta a trovare.
Anche se non ci vengono specificati i nomi dei sette demoni che si trovavano in lei, il fatto però che Luca lo menziona, vuol ricordare che c’era una diversità tra loro.

Sette demoni, che poi erano anche spiriti maligni, non era un caso lieve. I demoni, non importa il loro numero, non hanno mai fatto del bene alla persona che li ospita.
Anche se Luca non accenna niente che cosa producevano questi demoni nella vita della Maddalena, è facilmente pensabile, sulla base di altri casi menzionati nel N.T.
Quali sono stati i travagli e i tormenti che queste forze malefiche avranno procurato nella vita di questa donna, non c'è dato di sapere.
Non importa come fece Gesù a scacciare questi demoni; quanto il fatto che questa donna fu liberata e messa in condizione di servire.
Questa nuova condizione in cui venne a trovarsi Maria Maddalena, era chiaramente il risultato di un’opera che Gesù aveva compiuto nella sua vita.
In conseguenza di ciò, questa donna, non solo può servire il Maestro e sostenerlo con i suoi beni, ma può testimoniare con la sua vita della potenza liberatrice di Cristo Gesù.

13. il testo di Luca 13:32[/G

Si continuerà il prossimo giorno...