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Egli rispose: Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto.
Dio disse: Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell’albero, che ti avevo comandato di non mangiare?
L’uomo rispose: La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero, e io ne ho mangiato (Genesi 3:9-12).

Se queste parole le avessimo ascoltate noi, avremmo facilmente assolto Adamo dalla sua colpa, visto che la vera responsabile era Eva. Dio però, senza dare al momento una risposta, proseguendo nel suo intervento, chiama la donna, e le dice: Perché hai fatto questo? La donna rispose: Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato (Genesi 3:13).

Ascoltate le parole di Adamo e di Eva, che avevano il senso di una giustificazione, Dio pronuncia la sentenza:
Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno.
Alla donna disse: Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te.
A Adamo disse: Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita
(Genesi 3:14-17).

Riflessioni

Che cosa possiamo imparare da quest'episodio? Ecco alcune riflessioni:

1. L’obbedienza a Dio e alla Sua Parola, deve essere l’elemento primario e predominante nella nostra vita; le nostre aspirazioni, i nostri desideri, i nostri propositi, i nostri programmi, devono convergere e concretarsi su di essa. Non si può pretendere che Dio metta il sigillo della Sua approvazione su noi, quando non teniamo conto di quello che Egli dice, e facciamo le cose a modo nostro.
C’è un detto della Parola di Dio che suona: Ma ora il SIGNORE dice: Lungi da me tale cosa! Poiché io onoro quelli che mi onorano, e quelli che mi disprezzano saranno disprezzati (1Samuele 2:30).
Quand’è che si onora il Signore? Quando si mette in pratica la Sua Parola! Ha perfettamente ragione l’apostolo Giacomo quando afferma:

...mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.
Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile ad un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio;
e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era.
Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare (Giacomo 1:22-25).

Come paragonò Gesù la persona che mette in pratica le sue parole?
Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia.
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande
(Matteo 7:24-27).

2. Obbedire a Dio e alla Sua Parola, è la sfida più impegnativa per ogni persona che cerca di fare le cose che piacciono a Lui. Nella vita cristiana, non ha valore quello che piace a noi o a quelli che ci circondano: siano essi genitori, figli, fratelli, sorelle, amici, compagni di lavoro; ma quello che piace al Signore.

3. Vivere la propria esistenza avendo di mira di compiere le cose che piacciono al Signore, alle volte ciò richiede un prezzo da pagare che consiste nell'essere disposto a rinunciare a certi piaceri e tendenze della carne. Se si ha una simile disposizione, si è pronti a tutto, e, certamente il Signore non mancherà di aiutarci nelle varie situazioni della vita e nelle scelte e decisioni che prendiamo.

4. Un’obbedienza dettata da un'imposizione, non è obbedienza; è semplicemente paura. Quello che Dio cerca ed è di suo gradimento, è l’obbedienza che rappresenta una libera scelta e una ferma determinazione dell’individuo.

5. Dio non ha creato dei robot; ha creato degli esseri coscienti e liberi che sappiano esprimere, con atti della propria volontà, le proprie scelte per ciò che riguarda il tenore di vita che vogliono seguire, in accordo con i piani e la volontà del Signore. Tenuto conto che Dio non ha mai imposto la sua volontà a nessuno, ognuno deve rendersi conto che se non si obbedisce a Lui nella maniera piena com'Egli vuole, piaccia o non piaccia, si creda o non, non solo dovrà subire le tragiche conseguenze della sua disubbidienza e della sua infedeltà, ma si avvererà anche quello che afferma la Parola del Signore: Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna (Galati 6:7-8).

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e noi risponderemo con prontezza.