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Se poi le labbra del Figlio diranno cose rette, anche in questo caso il cuore del padre esulterà (Proverbi 23:16).

m) Il cuore si rallegra per ogni lavoro

Tutto quello che i miei occhi desideravano, non l’ho negato loro; non ho rifiutato al mio cuore alcun piacere, perché il mio cuore si rallegrava di ogni mio lavoro; e questa è stata la ricompensa di ogni mio lavoro (Ecclesiaste 2:10).

Da un punto di vista pratico, quello che dice l’Ecclesiaste è vero; l’uomo trova la sua piena soddisfazione in tutto quello che egli fa e per ogni attività che intraprende.
Avere il cuore rallegrato in vista dei lavori che si fanno, rientra nell’ordine delle cose; ma far dipendere la propria felicità dalle attività redditizie e dal benessere materiale, non è certamente da sottoscrivere.

n) Il cuore allegro, a seguito di eventi particolari

Uscite, figlie di Sion, mirate il re Salomone con la corona di cui l’ha incoronato sua madre, nel giorno delle sue nozze, nel dì dell’allegrezza del suo cuore (Cantico dei C. 3:11).
Ricevere onori particolari, come quello di portare una corona, simbolo di grandezza e di regalità, o di andare a nozze, sono particolari circostanze che possono rallegrare il cuore dell’uomo.
Lo scrittore di questo poema, anche se usa un linguaggio figurativo, e parla dello sposo e della sposa, - spiritualmente parlando, di Gesù Cristo e della Chiesa -, è sempre vero il fatto che nel giorno in cui Salomone venne incoronato e andò a nozze, il suo cuore era allegro.
Gli eventi particolari, nella vita umana, possono produrre stati di allegrezza, da portare la persona ad esprimere e rivelare quello che prova e sente nel suo cuore.
Anche se è una gioia derivata da particolari onorificenze, è sempre da preferire, rispetto ad uno stato di dolore e di abbattimento o di pianto.

o) Gioia nel cuore per recarsi al monte del Signore, alla Rocca d’Israele

Allora innalzerete un canto come la notte quando si celebra una festa; e avrete la gioia nel cuore, come chi cammina al suono del flauto per recarsi al monte del Signore, alla Rocca d’Israele (Isaia 30:29).

Recarsi al monte del Signore, aveva il significato di andare nel Tempio di Gerusalemme, nella casa di Dio, nella dimora dell’Onnipotente.
I pii Israeliti si rallegravano quando veniva detto loro: Andiamo alla casa del Signore (Salmo 122:1).

Oggi, purtroppo per tanti credenti, non è motivo di allegrezza nel cuore, quando devono recarsi dove si celebra il culto al Signore; dove si ci trova assieme con altri credenti, si canta e si loda Dio, colui che ha fatto cose grandi per noi Salmo 126:3. Perché? A parte che molti credenti di oggi frequentano i luoghi di culto saltuariamente, senza una costante perseveranza; perché, quando si recano in questi luoghi, una buona percentuale di questi frequentatori, ha solamente un puro formalismo religioso, e poca esperienza di una vera conversione e di una vita veramente rinnovata dalla potenza dello Spirito Santo.
Quando si frequenta un luogo di culto, senza avere zelo per le cose di Dio, le persone rimangono facilmente indifferenti, e, come conseguenza, non sentono gioia nei loro cuori, perché vivono lontani da Chi è la fonte di ogni allegria: il Signore.

p) Gioia nel cuore per essere servi del Signore

Ecco, i miei servi canteranno per la gioia del loro cuore, ma voi griderete per l’angoscia del cuore e urlerete per l’afflizione di spirito (Isaia 65:14).

Gridare per l’angoscia del cuore e urlare per l’afflizione di spirito, è una cosa terribile, come se le persone in questione fossero sull’orlo di un precipizio o davanti al baratro della disperazione.
Dio è fedele in quello che egli promette, e tutte le sue promesse, oltre ad essere vere, sono realizzabili per tutti quelli che servono Dio con fedeltà e perseveranza.
Dio non è tenuto ad intervenire nella vita di uno che non lo serve - e servire Dio, significa essenzialmente sottostare alla Sua Autorità e al Suo Dominio - facendo quello che Egli vuole e che è di suo gradimento.

q) Il cuore gioisce per l’intervento di Dio

Voi vedrete questo, e il vostro cuore gioirà, le vostre ossa riprenderanno vigore come l’erba fresca. La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi e si adirerà grandemente contro i suoi nemici (Isaia 66:14).

Quando la mano del Signore si farà conoscere, ciò vuol affermare che Egli interverrà e farà le cose che Lui solo sa fare. Di conseguenza coloro che lo servono, vedranno e gioiranno nel cuore e il vigore che riprenderanno, sarà come l’erba fresca, cioè verdeggiante.
Dio non farà questo, sui suoi nemici, anzi su di loro si verserà la sua grande ira.

r) L’allegrezza del cuore causata dalla Parola di Dio

Appena ho trovato le tue parole, le ho divorate; la tua parola è stata per me la gioia e l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, o Eterno, Dio degli eserciti (Geremia 15:16).

Nutrirsi della Parola di Dio, non serve solamente per farci crescere nella vita spirituale, ma anche per produrre l’allegrezza nel cuore.
Quei credenti che sono sempre angustiati, afflitti e turbati, potrebbero avere la persuasione che questo stato di cose, l’hanno causato le tante avversità che s’incontrano nella vita.
Lungi dall’affermare che un credente che avrà nel cuore l’ardente fede in Dio, non incontrerà difficoltà nella sua vita.

Se ciò è vero, le tante prove che essi incontrano, dovrebbero essere considerate come qualcosa che ha che fare con una vita leggera per le cose di Dio.
Questo però non è vero; anzi i più ardenti fedeli del Signore, spesse volte, vengono messi come in una fornace di fuoco.
Anche se ci sono le prove e le difficoltà di ogni genere, questo non significa che quel credente non possa avere gioia nel cuore.
Se si alimenta continuamente della Parola di Dio, sarà proprio questa parola che gli produrrà la gioia necessaria per superare con facilità, i momenti oscuri della vita.

s) La gioia del cuore che viene meno

La gioia dei nostri cuori è venuta meno, la nostra danza si è mutata in lutto (Lamentazione 5:15).

Quando viene meno la gioia del cuore?
Il verso 16 di questo capitolo cinque, contiene un’affermazione, in base alla quale ci permette di conoscere quando viene meno la gioia del cuore: guai a noi, perché abbiamo peccato.

Indubbiamente il peccato, nelle sue svariate manifestazioni, è stato sempre e sempre sarà il motivo principale perché la gioia del cuore venga meno.
Il peccato, oltre ad essere la violazione della legge (1Giovanni 3:4), funziona anche come un invisibile interruttore tra l’uomo e Dio, che non lascia passare l’energia spirituale, attraverso la quale arriva la gioia nel cuore.

Quando questa linea viene interrotta, è necessario ripristinarla; il solo modo per fare ciò, è il perdono, attraverso il sangue di Gesù.
Una volta che il peccato viene rimosso e cancellato, l’interruttore invisibile si rimette in azione e la gioia nel cuore riprende il suo corso, e la persona non avverte più la sua mancanza.

Quello che il profeta dice nei vv 14,16, cioè:

I vecchi hanno smesso di radunarsi alla porta, i giovani hanno smesso di suonare i loro strumenti. La corona è caduta dal nostro capo,

sono chiare manifestazioni di una sospensione di certe attività, determinate da una nuova situazione.

La cessazione di certe attività, sia per quanto riguarda la vita del vecchio come per quella del giovane - anche se quello che dovrebbe fare i primi non lo fanno i secondi -, è sempre rilevazione di qualcosa che si è verificato nell’intimo della vita umana.

Si continuerà il prossimo giorno...