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Non avendo paura davanti a quelli che lo molestano, rinnova la sua determinazione di mantenersi fedele al suo Signore:
I miei persecutori e i miei nemici sono molti; ma io non devio dai tuoi precetti (Salmo 119:157).

Per evitare di apparire davanti ai suoi compagni e conoscenti come un fanatico, egli precisa qual è il vero motivo che lo tiene impegnato intorno alle norme che Dio ha comandato di osservare:
Ho osservato i tuoi comandamenti e i tuoi precetti, perché tutte le mie vie sono davanti a te (Salmo 119:168).

Ed infine, per dare più peso nel camminare secondo le norme di Dio, Davide ricorda una gloriosa promessa fatta direttamente da Dio:
Se i tuoi figli osserveranno il mio patto e i miei precetti, che insegnerò loro, anche i loro figli sederanno per sempre sul tuo trono (Salmo 132:12).

A sua volta, il profeta Geremia, per far comprendere al popolo d’Israele quanto sia stato grave il fatto di non avere osservato gli ordini di Dio e la conseguenza di questa trasgressione, lasciò scritte queste parole:

Poiché voi avete bruciato incenso e poiché avete peccato contro il Signore e non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi statuti e i suoi precetti, perciò vi è venuta questa calamità, come oggi si vede (Geremia 44:23).

Anche il profeta Osea, fa riferimento ai precetti umani:
Efraim è oppresso e frantumato nel giudizio, perché ha deliberatamente seguito precetti umani (Osea. 5:11).

Gesù e Paolo fanno lo stesso:
Invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini (Marco 7:7).

Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a delle prescrizioni come se viveste nella terra, quali Non toccare, non assaggiare, non maneggiare, tutte cose che periscono con l’uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? (Colossesi 2:20-22).

Tuttavia, non possiamo ignorare che Dio chiami il suo popolo e lo esorti all’osservanza di quelle norme, che Egli stesso ha stabilito, perché siano messe in pratica.
Le norme e le prescrizioni divine, si trovano nella Bibbia; bisogna quindi prestare attenzione quando la leggiamo e non trascurare niente di tutto quello che Dio, per lo Spirito Santo, ha fatto registrare nella Sua Parola.

Non si può negare che ai nostri giorni, c’è una strana tendenza a modificare o a travisare quello che dice Dio, per dare più importanza a quello che stabilisce l’uomo - anche se a volte appaiono colossali le deformazioni che si apportano alla Parola di Dio -.
I comandamenti, non solamente quelli che si leggono nell’Antico Testamento, e più precisamente quello che si legge nel libro dell’Esodo capitolo venti, circa i dieci comandamenti, ma anche quelli che si leggono nel Nuovo Testamento, specialmente nel Vangelo di Giovanni, quando Gesù dice:

Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui (Giovanni 14:15,21); Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore (Giovanni 15:10); Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi (1Giovanni 5:3).

Davanti ad un simile linguaggio del Nuovo Testamento, non ci sono obbiezioni serie e valide per affermare che le norme di vita e le prescrizioni che vengono indicate, si riferiscono solo ai tempi del lontano passato e non hanno niente a che vedere con i nostri giorni.
Se veramente amiamo il Signore, com'Egli vuole che lo amiamo, cioè con tutto il cuore, con l’anima, con la mente e con tutte le nostre forze, sarà molto più facile sottometterci all’Autorità della Parola di Dio e mettere in pratica, quello che ci viene insegnato dalla Bibbia.

j) Il cuore si rallegra quando si confida nel nome di Dio

Sì, il nostro cuore si rallegrerà in lui, perché confidiamo nel suo santo nome (Salmo 33:21).

La confidenza che si ha nel nome santo del Signore, rappresenta la vera sorgente da cui sgorga l’allegrezza nel cuore dell’uomo.
Questo ci afferma che se l’uomo non pone la sua fiducia nel Signore, difficilmente potrà avere il suo cuore allegro. Non diciamo questo per fare un gioco di parole, ma per mettere in evidenza il significato del su indicato testo biblico. Quando si riflette alle seguenti parole:

È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nell’Eterno che confidare nei principi (Salmo 118:8,9).

Oppure:
Cessate di confidare nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio: quale conto si può fare di lui? (Isaia 2:22).

Ed ancora:
Quelli che confidano nell’Eterno sono come il monte di Sion, che non può essere smosso, ma rimane in eterno (Salmo 125:1).

La verità riguardante, l'allegrezza del cuore, come risultato del confidare nel nome santo di Dio, appare in tutta la sua maestosità.

k) Quando il cuore è contento è sempre festa

Tutti i giorni dell’indigente sono cattivi, ma per un cuore contento è sempre festa (Proverbi 15:15).

Essere sempre in uno stato di festa, fa piacere a tutti e tutti vorrebbero trovarsi in quella condizione.
Però si sa, senza tema di essere smentiti, che non sempre l’uomo si trova in uno stato di festa: per una cosa o per un’altra, spesso invece di sorridere, piangiamo.
Per usare la parola di Salomone, quando uno si trova in uno stato di bisogno, tutti i giorni sono cattivi.

I giorni in se non sono cattivi; è lo stato di necessità che li rende tali.
Ci viene da domandare: c'è forse la possibilità di avere il cuore contento, anche quando si è in uno stato d'indigenza?
Umanamente parlando, si direbbe no!
Mentre dal punto di vista cristiano, si dice si!
Perché quest'antitesi?

Uno che vive senza Dio e la sua grazia, è difficile che possa avere il cuore contento quando non ha niente da mangiare o per comprarsi le cose necessarie.
Invece, per uno che ha Dio nella propria vita e la Sua grazia, anche se viene privato delle cose necessarie e si dovesse trovare a vivere nella povertà, può avere il cuore contento, reso tale dalla presenza di Dio e dalla ricchezza delle Sue benedizioni. Lo stesso Salomone afferma:

La luminosità degli occhi rallegra il cuore, una buona notizia irrobustisce le ossa (Proverbi 15:30).

l) Il cuore del padre si rallegra quando il cuore del figlio è saggio

Figlio mio, se il tuo cuore è saggio, anche il mio cuore si rallegrerà (Proverbi 23:15; cif. 27:11).

È naturale che il cuore di un padre si rallegri se il cuore del figlio fosse saggio.

La saggezza del figlio che, immancabilmente inciderà molto sul buon andamento delle cose e sulla buona riuscita di loro, rappresenta un valido elemento di benessere.
La saggezza, inoltre, - per usare la parola di Gesù -, non è portata a edificare una casa sulla sabbia, ma sopra un solido fondamento (Matteo 7:24).

Quando un figlio non sta bene, sia per quanto riguarda la salute e sia per ciò che riguarda l’andamento degli affari, nel cuore del padre non vi potrà essere contentezza, eccetto che non si abbiano a che fare con un genitore snaturato. Mentre quando tutto va bene, non è soltanto il figlio che gode, si rallegra anche il padre.

Si continuerà il prossimo giorno...