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Il testo non dice esplicitamente se in quella serata Boaz, abbia ecceduto mangiando e bevendo tanto, da rendergli il cuore allegro.
Però, se il testo viene esaminato obbiettivamente, non si può escludere una simile cosa.
Mangiare troppo, di solito difficilmente rende il cuore allegro, semmai rende pesante lo stomaco, mentre il vino, quando è bevuto più del normale, rende il cuore allegro.
Anche se in quella circostanza, tutto cooperò per il bene della giovane Ruth Moabita, nondimeno non si deve mai dimenticare che il.

vino è schernitore, la bevanda inebriante è turbolenta, e chiunque se ne lascia sopraffare non è saggio (Proverbi 20:1).

L’altro testo che parla di Nabal, è ben lungi dall’essere come quello di Boaz. Infatti, di questo Nabal si legge:

Abigail ritornò quindi da Nabal; egli stava facendo un banchetto in casa sua, come un lauto pranzo da re. Nabal aveva il cuore allegro, perché era ubriaco fradicio (1Samuele 25:36).

Il fatto grave da sottolineare non è tanto il banchetto lussuoso che Nabal tenne in casa sua, dato che, pur non essendo re, ma un ricco proprietario di bestiame, poteva permetterselo, quanto l’aver perso il controllo del bere.
A causa dell’ubriachezza fradicia, in cui venne a trovarsi Nabal, non solo questo è condannato dalla Bibbia, ma la persona stessa che si viene a trovare in questo stato, perde la sua dignità, il suo prestigio e si riduce come uno straccio, come un oggetto di nessun valore.

A tutto avrà pensato Nabal, all’infuori del duro trattamento che riservò a Davide, ai suoi messaggeri e alla conseguenza che ne sarebbe derivata da un simile atteggiamento.
Quello che Nabal non previde, col suo agire, rimediò Abigail col suo saggio intervento tempestivo.
Però, dopo di aver rimediato a tutto e che l’ira di Davide si era placata, Abigail, non poté raccontare niente a suo marito, perché appunto lo trovò ubriaco fradicio.
Dovette aspettare il sorgere di un altro giorno per raccontargli la storia di Davide. La storia sacra di questo caso, precisa:

Il mattino dopo, quando l’effetto del vino gli era passato, la moglie raccontò a Nabal queste cose;
allora il cuore dentro di lui venne meno ed egli rimase come un sasso. Circa dieci giorni dopo, il Signore colpì Nabal ed egli morì
(1Samuele 25:37,38).

A che vale avere il cuore allegro dal vino, quando l’anima e lo spirito rimangono desolati e privi della vera gioia che riempie di contentezza la vita umana?
Non sarà certamente l’allegrezza del cuore procurata dal vino ad essere una buona medicina, ma piuttosto una vita gioiosa riempita dalla presenza di Dio.

d) Cuore allegro per il bene che il Signore ha fatto

L’ottavo giorno Salomone congedò il popolo, e quelli convenuti benedirono il re e tornarono alle loro tende allegri e col cuore contento per tutto il bene che il Signore aveva fatto al suo servo Davide e a Israele, suo popolo (1Re 8:66; 2Cronache 7:10).

Il testo biblico è un epilogo culminante di tutto quello che si verificò ai tempi di Salomone, allorquando venne fatta la dedicazione del grande Tempio di Gerusalemme.
Se il popolo d’Israele era accorso in massa a Gerusalemme da ogni parte della Palestina, fu principalmente per l’invito che venne loro rivolto dal re, a partecipare in quella ricorrenza.

Trascorsi i giorni della gran festa, durante i quali tutto il popolo godette abbondantemente delle grandi manifestazioni della gloria di Dio, l’ottavo dì essi vengono rimandati a casa con il cuore allegro.
Se nel testo non ci fosse la specificazione, si potrebbe pensare che l’allegrezza del loro cuore avesse tratto la sua origine, dalla comunione fraterna che aveva avuto a Gerusalemme, l’uno con l’altro.
Indubbiamente, la comunione fraterna, ebbe un gran ruolo in quel tempo per tutto il popolo. La popolazione però, non ritornò a casa col cuore allegro solamente perché erano stati insieme per due settimane nella città di Gerusalemme, ma principalmente per tutto il bene che il Signore aveva fatto al suo servo Davide e ad Israele suo popolo.

La manifestazione quindi, della bontà di Dio, rappresentava il fondamento su cui era stata costruita l’allegrezza del cuore di tutto un popolo.
A differenza di un cuore umano che può essere riempito di allegrezza dagli stimoli che danno il vino, o dagli svaghi e divertimenti che si possono avere nella vita, la gioia di un cuore, vengono rappresentata dalla consapevolezza di tutto il bene che fa il Signore. Oltre ad essere ben diversa dalla prima, può considerarsi, con ragione, una buona medicina.

e) Un cuore allegro in vista di possedere una proprietà

Jezebel disse ad Achab: Non sei tu che regni ora sopra Israele? Alzati, prendi cibo e il tuo cuore si rallegri; la vigna di Naboth di Jezreel te la farò avere io (1Re 21:7).

Davanti ad un'azione illegale ed egoista, un cuore che si dovrebbe rallegrare in vista di possedere una proprietà, - come quella di cui parla il nostro testo -, sarà presto un cuore che rimarrà vuoto, spoglio e desolato.
La prepotenza e il saper fare, come spesso vengono messi in mostra, anche se sono destinati spesse volte a prevalere, lasceranno inevitabilmente dei segni nella vita, che si trasformeranno in dolori, amarezze e delusioni.
Una simile allegrezza di cuore, che ha come fondamento: l’illegalità, l’imbroglio e l’ingiustizia, oltre a non avere vita lunga, non sarà mai una buona medicina, atta a sanare una ferita, una piaga, una malattia.

f) Un cuore che si rallegra per aver cercato il Signore

Gloriatevi nel suo santo nome; si rallegri il cuore di quanti cercano il Signore! (1 Cronache 16:10; cfr. Salmo 105:3).

Cercare il Signore, non è mai un tempo sprecato o un periodo inutile.
Se Davide nel suo salmo poteva invitare a: Celebrare il Signore, a Cantare a lui e a meditare su tutte le sue meraviglie (vv. 1-5), lo faceva principalmente perché sapeva quale effetto avrebbe prodotto nella vita.
Una persona che cerca il Signore, ha in sé tutti i presupposti per avere un cuore allegro.
Il motivo principale risiede nel fatto, che non solo può essere appagato appieno, in tutto ciò che egli chiede, ma soprattutto in base a quello che dice la Scrittura:

...tu, o Eterno, non abbandoni quelli che ti cercano (Salmo 9:10); ... quelli che cercano il Signore non mancano di alcun bene (Salmo 34:10); ...ma quelli che cercano il Signore comprendono ogni cosa (Proverbi 28:5); ...chi cerca trova, disse Gesù (Matteo 7:8).

In conseguenza di questa reale prospettiva che la Parola di Dio presenta, il cuore dell’uomo, che è la sede di tutte le emozioni, può benissimo rallegrarsi. Soprattutto quando si pensa che col Signore, sorgente di ogni sorta di bene, di conforto, di consolazione, di forza, di coraggio e di benedizione, può avverarsi e realizzarsi tutto quello che Dio dice nella Sua Parola, perché è tutta verità.

g) La gioia del cuore messa dal Signore

Tu mi hai messo più gioia nel cuore di quanto ne provano essi, quando il loro grano ed il loro mosto abbondano (Salmo 4:7).

La gioia che prova un agricoltore quando fa un’abbondante raccolta di grano e di mosto, è innegabile; soprattutto quando si pensa a tutte le fatiche che ho dovuto fronteggiare, sia per ciò che riguarda la fase preparatoria che per raccogliere quello che ha prodotto il terreno.
Il motivo della gioia che Davide provava nel suo cuore, si trovava nel fatto:

1 Perché non era basata su elementi umani e terreni, quali il grano e il mosto;
2 Perché quella gioia che egli sentiva nel suo cuore, gliela aveva messo il Signore,

quindi la sua provenienza era divino e celeste.

Si continuerà il prossimo giorno...