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Si sa, infatti, che, il tema degli spiriti cattivi, o demoni, e della repressione, non è affrontato dall’Antico Testamento, bensì dal Nuovo Testamento.
Anche se è vero che è l’Antico Testamento che ci fa conoscere l’esistenza di questo spirito cattivo, conducendoci principalmente sul sentiero, che noi non esitiamo a chiamarlo: vasto campo semantico della parola ra ‘, tuttavia, non si occupa del ministero di reprimere questi demoni.

È con l’avvento di Gesù Cristo, particolarmente durante il suo pubblico ministero terreno, che gli spiriti cattivi, non solo vengono affrontati, ma addirittura cacciati dalla vita delle persone.
Più tardi gli apostoli, saranno incaricati dallo stesso Gesù, a continuare questo ministero, che serve come prova e convalida dell’autorità del loro mandato di predicare l’evangelo ad ogni creatura.

Esame del campo semantico del termine ebraico ra ‘

L’esame nel campo semantico che ha il termine ebraico ra ‘ , non deve essere affrontato solamente tenendo presente il punto di vista stilistico, cioè il significato letterale di ogni singola parola che si ricava in questo campo, ma si deve precisare l’individuazione del nome specifico dello spirito cattivo, indicato dalla parola che lo rappresenta.
Forse per alcuni, questa nostra precisazione, potrebbe sembrare assurda ed eccessiva. Ma se si tiene presente che gli spiriti cattivi, fanno del tutto per non rivelarsi con i loro reali nomi per non farsi reprimere, allora la nostra affermazione ha un’importanza notevole.

Pertanto, in questo nostro esame, non ci limiteremo alla sola descrizione analitica che il campo semantico, del termine ebraico ra ‘ ci fornisce, ma cercheremo di chiamare, col suo reale nome, lo spirito cattivo che si manifesta, in accordo con la parola letterale che lo rappresenta..
Detto questo, affrontiamo ora l’esame con animo aperto, per evitare di essere condizionati dai nostri pregiudizi e dai nostri preconcetti.

a - Male, danno, cattivo, funesto, nocivo, maligno

Queste parole servono essenzialmente per rivelarci la natura dello spirito cattivo.
Quando parliamo di natura, non intendiamo solamente indicare la provenienza degli spiriti cattivi, ma mettere principalmente in evidenza la tendenza che essi hanno.
Anche se uno spirito cattivo, può indossare il manto della pecora, egli non potrà mai nascondere la voracità del lupo, che appunto è insito nella sua natura. Questi serve per precisare che, nessun spirito cattivo, sarà portato a fare del bene a qualcuno, senza compromettere la sua natura che è quella di far del male.

b - Contrarietà, ostilità, avversità

Questi termini denotano atteggiamenti che si possono incontrare, con una certa insistenza, per indurre la persona sul terreno dell’avvilimento.
Ovviamente, non tutte le contrarietà, ostilità e avversità, devono essere considerate come rivelazioni di spiriti cattivi che personificano quelle manifestazioni.
Ma se si nota una certa continuità e persistenza, non si deve escludere, che questi spiriti cattivi si chiamano: Spirito di contrarietà; spirito di ostilità; spirito di avversità.

c - Afflizione, tormentare

L’afflizione è uno stato che si determina, a seguito di svariati avvenimenti, o circostanze poco piacevoli.
Certamente, non tutte le afflizioni sono da addebitare allo spirito cattivo, specie quando si pensa alle parole del salmista:

Prima di essere afflitto andavo errando, ma ora osservo la tua parola (Salmo 119;67).

Ovvero a quelle di Paolo:

Ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che la sofferenza produce perseveranza (Romani 5:3).

E infine:
Attraverso molte afflizioni devono entrare nel regno di Dio (Atti 14:22).
Però, non si può negare che certe afflizioni, le procura lo spirito cattivo che appunto ha questo nome. L’azione di tormentare, non è certamente una gentile manifestazione di affetto e di premura, bensì una scoperta diabolica.

Se il tormento, qualunque sia il campo cui appartenga, non può essere considerato bene, necessariamente bisogna collocarlo sotto la voce del male. Quello che ha detto a proposito del re Saul, circa il terrore e il turbamento che avvertiva, ha seguito dello spirito cattivo che era in lui, lo ribadiamo ancora: Nella serie degli spiriti cattivi, c’è né uno che si chiama spirito di tormento, esso, infatti, produce tortura nel soggetto dove egli si trova.

d - Cattivo, cagionevole, sfavorevole, dannoso

Anche le parole di questo paragrafo mettono in evidenza la natura degli spiriti cattivi, principalmente quando si considera quello che possono cagionare, o il danno che possono arrecare, o più marcatamente le condizioni sfavorevoli che possono determinare, allorquando si mettono all’opera in una vita umana.

e – Calamità

Di fronte alla descrizione che la semantica del termine ebraico ra ‘ ci fornisce, non possiamo rimanere indifferenti davanti a questo strano fenomeno che può colpire una persona, e pensare semplicemente al caso o come se si trattasse di una cosa normale. Ovviamente, per ragione di correttezza e di serena obbiettività, non possiamo generalizzare, nel senso di fare rientrare tutte le calamità come conseguenze di azioni di spiriti cattivi.

Questo però non esclude che essa possa essere prodotta e causata da uno spirito cattivo, che ha specificatamente questo nome.
Crediamo che l’episodio di Giobbe, più di ogni altro esempio, potrà magistralmente illustrare e rafforzare questa nostra convinzione. Non si può negare che la grande calamità che colpì la famiglia di Giobbe, con tutto quello che possedeva, sia stata causata da Satana, - almeno stando a quello che dice espressamente la Bibbia -. Ricordiamoci sempre che, tutti gli spiriti cattivi, sono sotto il pieno controllo di Satana, che ne è il capo indiscusso.

Non c’è niente che si opponga, o che abbia senso di contraddittorietà, se uno spirito cattivo, di nome calamità, abbia colpito la famiglia di Giobbe Anzi, a dire il vero, siamo pienamente autorizzati ad affermare che quello che causò la distruzione di tutti i beni immobili e dei dieci figli di questo patriarca dell’antichità, fu proprio uno spirito di calamità. Per dissipare ogni ulteriore incertezza, esaminiamo insieme il testo sacro:

Un giorno avvenne che i figli di DIO andassero a presentarsi davanti al Signore, e in mezzo a loro andò anche Satana.
Il Signore disse a Satana: Da dove vieni?
Satana rispose al Signore e disse: Dall’andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù.
Il Signore disse a Satana: Hai notato il mio servo Giobbe? Poiché sulla terra non c’è nessun altro come lui, che sia integro, retto, tema DIO e fugga il male.
Allora Satana rispose all’Eterno e disse: È forse per nulla che Giobbe teme DIO?
Non hai tu messo un riparo tutt’intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia.
Il Signore disse a Satana: Ecco, tutto ciò che possiede è in tuo potere; non stendere però la mano sulla sua persona. Così Satana si ritirò dalla presenza del Signore. Così un giorno avvenne...
(Giobbe 1:6-13).

Anche se il testo sacro riporta il dialogo tra Dio e Satana e che questi ha avuto potere dal Signore d’infierire su tutto quello che Giobbe possedeva, non è detto però che Satana in persona, abbia agito.
Non c’è niente quindi di strano o di contraddittorio, che Satana abbia incaricato lo spirito di calamità, a causare la distruzione di tutto quello che Giobbe possedeva, compresa la morte dei suoi dieci figli.

Si continuerà il prossimo giorno...