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Capitolo 7



LA fede di SARA



Per fede anche Sara stessa, benché avesse oltrepassato l’età, ricevette forza per concepire il seme e partorì, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa Ebrei 11:11).

Circa le parole anche Sara, greco kai autō Sarra, si pensa che ci sia stata un’antica corruzione del testo, quindi da alcuni è considerata una glossa. Tutto questo come riferimento all’espressione dunamis eis katabolēn spermatos, riferita alla funzione sessuale maschile. Di conseguenza, dato che prima del v. 11 si parla di Abrahamo e poi al v. 12 da un solo uomo, si pensa che il “soggetto” del v. 11 debba essere Abrahamo e non Sara.

Questo, soprattutto perché Sara, secondo il racconto della Genesi, non brilla come un eroe della fede. Il voler mettere in risalto la debolezza e l’incredulità di Sara - almeno per un tempo - per quasi neutralizzare la sua fede, non ci sembra corretto e tanto meno ci autorizza a vedere le cose dell’antichità con occhi moderni.

Anche se le parole katabolēn spermatos, si riferiscono alla funzione sessuale maschile, possono riferirsi anche alla donna, secondo una primitiva concezione dell’atto sessuale presso gli ebrei. Se poi accettiamo il suggerimento di Thomas Hewitt, secondo cui il testo dovrebbe tradursi che Sara “ricevette la forza per instaurare una posterità” e la supposizione di Westcott-Hort (Nestle) “in comunione sessuale con Sara”, tutto il testo in questione appare sotto un altro aspetto, e la fede di Sara potrà apparire chiara, senza dover pensare alla corruzione della lezione o ad una glossa.

Chiarita la faccenda testuale, è interessante notare la specificazione che fa lo scrittore agli Ebrei, prima che Sara ricevesse forza per concepire, viene premesso: benché avesse oltrepassato l’età. Questo particolare ci permette, non solo di stabilire una certa età della vita di Sara, ma soprattutto dell’impossibilità - umanamente parlando - che Sara poté diventare madre.

Tenendo presente quello che racconta il libro della Genesi di questa donna e la specificazione della lettera agli Ebrei, possiamo meglio apprezzare e valutare la fede di Sara. Anche se la Genesi, fin dal capitolo 11 chiama questa donna col nome di Sarai (Genesi 11:29), sappiamo però che più tardi, per divino volere di Dio, il suo nome venne definitivamente fissato con Sara = principessa (Genesi 17:15).

Per quanto riguarda la differenza di età che c’era tra Abrahamo e Sara, sappiamo che Sara ne aveva 10 anni in meno di suo marito (Genesi 17: 17). La Genesi precisa inoltre, che fin dai primi anni di matrimonio, Sara era conosciuta come una donna sterile (Genesi 11:30). In mi ha impedito di avere figli (Genesi 16:2), essa pensa di risolvere il problema suggerendo a suo marito di andare a letto con la sua serva Agar.

Certo, non è stata una mossa ideale quella di Sara, e tanto meno degna di essere lodata, anche perché Dio in quel tempo, aveva già fatto la promessa ad Abramo di dargli una “discendenza” (Genesi 15:5).

Supponendo che Abramo ha mantenuto nel segreto del suo cuore la promessa di Dio, senza comunicarla a sua moglie, ci sembra improbabile, pensando soprattutto all’effetto benevolo che ha avuto nella vita di Sara, ormai da tanti anni sterile. Comunicare, infatti, a Sara questa bella notizia, significava riaccendere in lei una speranza, con la prospettiva della maternità, dato che essa, come una comune donna, voleva diventare madre a qualsiasi costo.

Sorge allora spontanea la domanda: come mai Sara si mostra così riluttante nei confronti della promessa di Dio? Crediamo che il tempo trascorso - circa 10 anni - senza che la promessa di Dio si adempia, avrà avuto un ruolo determinante nella vita di questa donna.

Aspettare, senza dubitare - specie quando il tempo si fa lungo - non è certo facile. La natura umana non è portata a concepire ed accettare nello stesso tempo, una promessa divina, specie quando questa si protrae nella durata. L’uomo, generalmente parlando, vuole le cose subito; non gli piace aspettare un certo tempo per riceverle.

Sara, non era diversa, dalle altre persone. Con le informazioni che ci danno il libro della Genesi, possiamo ricostruire le varie tappe e dare una cronologia degli eventi nella vita di Abrahamo e di Sara.

Quando Abramo e Sara partirono da Caran, Abramo aveva settantacinque anni (Genesi 12:4). In quel tempo Sara era sterile (Genesi 11:30. Non appena arrivarono nella terra di Canaan, precisamente nella località di Sichem, l’Eterno apparve ad Abramo e gli disse: Io darò questo paese alla tua discendenza (Genesi 12:7). Dopo che Lot si separò da suo zio Abramo, l’Eterno rinnovò la promessa al suo servitore con le seguenti parole:

Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre (Genesi 13:15).

Trascorso un po’ di tempo, Dio dice ad Abramo:

Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima (Genesi 15: 1).

Abramo, non comprendendo questa “grandissima ricompensa”, risponde:

Signore, Eterno, che mi darai, perché sono senza figli e l’erede della mia casa è Eliezer di Damasco? (Genesi 15:2).

e poi soggiunge:

Tu non mi hai dato alcuna discendenza; or ecco, un nato in casa mia sarà mio erede (v. 3).

Allora l’Eterno precisò:

Questi non sarà tuo erede; ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà tuo discendente (v. 4).

Da questa precisazione, appare chiaro che Dio promette ad Abramo di dargli un figlio. In conseguenza del fatto che Sara non potrà avere figli, perché sterile, Dio promette:

Io do alla tua discendenza questo paese, dal torrente d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate (Genesi 15: 18).

Quando Agar, la serva di Sara, partorì un figlio ad Abramo, di nome Ismaele, egli aveva ottantasei anni (Genesi 16: 16). Erano passati quindi undici anni, da quando l’Eterno aveva fatto la promessa di dare una discendenza ad Abramo. Sottraendo un anno di gravidanza di Agar, restano dieci anni sulla vita di Sara, anni di attesa, senza che la promessa di Dio si avveri. Quando Abramo raggiunse l’età di novantanove anni, l’Eterno gli cambiò il nome da Abramo in Abrahamo; e lo stesso nome di Sarai, venne definitivamente fissato con Sara. In quella occasione, Dio disse:

E io la benedirò e da lei ti darò pure un figlio;
sì, io la benedirò ed ella diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei
(Genesi 17: 15,16).

Dato che erano trascorsi ventiquattro anni, da quando Dio aveva fatto la promessa di dare ad Abrahamo una discendenza, e, nonostante che Dio avesse ripetuto più volte quella promessa, Abrahamo non sa spiegarsi come lui, a cento anni e Sara novantenne, possa avere la gioia di avere un figlio da sua moglie Sara.
Ma fu proprio a questo tempo che Dio rivelò il nome del figlio che Sara avrebbe partorito: Tu lo chiamerai Isacco (v. 19). Quando la Scrittura parla del “riso di Sara” e delle parole che ella disse all’udire:

Tornerò certamente da te l’anno prossimo a questo tempo; ed ecco, Sara tua moglie avrà un figlio (Genesi 18:10),

non bisogna dimenticare che anche Abrahamo fece lo stesso (Genesi 17:17). Di Sara, la Genesi precisa: Non aveva più i ricorsi ordinari delle donne (Genesi 18:11). Questo particolare non viene riferito tanto per farci sapere che i corsi mestruali erano cessati quanto per dirci che Sara si trovava nell’impossibilità, fisiologicamente parlando, di diventare madre.

Ma siccome Chi aveva affermato che Sara avrebbe avuto un figlio era stato l’Eterno, ecco perché si legge:

L’Eterno visitò Sara, come aveva detto; e l’Eterno fece a Sara come aveva promesso.
E Sara concepì e partorì un figlio ad Abrahamo nella sua vecchiaia, al tempo stabilito, che DIO gli aveva detto
(Genesi 21:1,2).

Dall’analisi che abbiamo condotto, risulta chiaro che tutto il tempo che trascorse, da quando Dio fece la promessa fino alla nascita d’Isacco, fu esattamente di venticinque anni. Se durante tutti questi anni, a partire specialmente dall’anno in cui Sara autorizzò suo marito ad andare a letto con la sua serva Agar fino al giorno del suo concepimento, Sara non appare come un eroe della fede, non per questo dobbiamo sminuire la sua fede, messa appunto in risalto dell’Epistola agli Ebrei.

Senza dubbio, quando lo scrittore agli Ebrei parla della fede di Sara, della sua “oltrepassata età”, ha davanti a sé il racconto della Genesi, che inequivocabilmente stabilisce che Sara era nell’impossibilità di concepire. In che cosa consiste dunque la fede di Sara, da meritare di essere inclusa nel numero degli eroi della fede, secondo Ebrei 11:11? Presto vien detto: Ricevette forza per concepire.

La precisazione che segue, mette in risalto l’essenza della fede: perché ritenne fedele chi aveva fatto la promessa. Da chi, Sara, ricevette forza per concepire? Non dal suo “grembo già morto” (Romani 4:19), sessualmente inadatto, ma da Dio Onnipotente che compì un miracolo nel corpo di Sara. Dalla Genesi sappiamo che Sara, in quel tempo diceva:

Vecchia come sono, avrei io tali piaceri, dato che il mio stesso signore è vecchio? (Genesi 18:12).

Dio nel compiere il miracolo nel corpo di Sara, lo fece ritornare in quello stato “di piacere”, sessualmente parlando, predispose il suo organismo come nei giorni quando tutto era “regolare”, perché Sara potesse “concepire il seme”.

Ovviamente, quel rapporto sessuale in quel tempo, tra Abrahamo e Sara, ormai ambedue vecchi, non solo si svolse nel “piacere”, come nei giorni della loro giovinezza, ma principalmente venne consumato davanti alla precisa promessa che Dio aveva fatto.

Valutato ed interpretato in questa maniera, il testo di Ebrei 11:11, proclama solennemente la fede, non solamente di Abrahamo - come vorrebbe qualcuno - ma anche quella di Sara. Impariamo da questa Scrittura a “tenere fede in Colui che ha fatto le promesse”, sapendo che per certo, quello che Egli ha detto, si compirà nella maniera come è stato promesso.

PS: Se ci sono della domande da fare, sentitevi liberi di formularle; da parte nostra saremo felici di rispondere.
[Modificato da Domenico34 06/12/2010 12:39]