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Capitolo 3



LA fede DI ABELE



Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora (Ebrei 11:4)

Se dipendessimo solamente dal libro della Genesi, per quanto riguarda Abele e la sua offerta (dato che è il testo della Genesi che parla della vita di quest’uomo), non sapremmo mai, perché questo secondo figlio di Adamo, offrì un’offerta più eccellente di quella di suo fratello Caino. Lo Spirito Santo che nascose questo segreto a Mosè, scrittore del libro della Genesi, volle rivelarlo all’autore della lettera agli Ebrei. In questo modo, tutti i credenti, di ogni epoca e di ogni generazione, possono sapere, non solo intorno all’offerta che fece Abele, ma soprattutto scoprire ed apprezzare il vero movente che spinse quest’uomo ad offrire un’oblazione più eccellente di quella di suo fratello Caino.

Lo scrittore agli Ebrei, senza riluttanza e con precisione di termini, mette in risalto la fede di Abele. Il nome Abele significa: “Soffio o vanità”, o come altri diranno, l’uomo non è altro che vanità. La superiorità dell’offerta di Abele nei confronti di quella di Caino, non consisteva tanto nella “quantità” quanto nella “qualità”. Di solito si dice, che l’offerta di Abele fu più eccellente di quella di Caino, perché Abele offrì il “sangue” al Signore. Se meditiamo a fondo il racconto dell’offerta di Abele, così come viene presentato dal libro della Genesi, scopriamo che vi era qualcosa di più del semplice sangue.

1. L’OFFERTA DI ABELE

La generosità dell’offerta di Abele

La prima cosa che balza dall’esame del testo è che l’offerta di Abele fu generosa.

Or Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta (Genesi 4:4).

Il termine “primogeniti” che è un plurale, deve essere messo in risalto, perché è attraverso questa parola che si può meglio vedere e capire la generosa offerta che Abele presentò all’Eterno. In altre parole, Abele non offerse un solo agnello, ma come minimo più di due. Quindi, non si presentò a Dio con un’offerta misurata, bensì con una donazione generosa. Sicuramente Abele, nell’offrire quest’offerta dei primogeniti, non l’avrà fatto piangendo, come per dire: Signore, ti offro un gran sacrificio, ma a me, ne è rimasto poco. Se avesse offerto con questa attitudine, difficilmente Dio avrebbe accettato la sua offerta (cfr. 2 Corinzi9:7).

L’offerta di Abele fu presa da ciò che egli aveva

La seconda osservazione è la seguente: Abele offerse a Dio, prendendo di ciò che egli aveva. I primogeniti che Abele offerse a Dio, erano “del suo gregge”. Dio non accetta un’offerta che non si prende da ciò che noi abbiamo, vale ad affermare che appartenga a noi. Davide aveva compreso molto bene questo, quando era andato dal re Arauna, per offrire un olocausto al Signore.

No, io comprerò da te queste cose al prezzo che costano, e non offrirò all’Eterno, il mio DIO, olocausti che non mi costino nulla (2 Samuele24:24).

L’offerta di Abele sacrificava il suo futuro

Infine, notiamo che l’offerta di Abele, sacrificava il suo futuro. Si dice spesso che una pecora produce un altro ovino; ma se quell’agnello viene offerto, vale a dire si toglie di mezzo, come si attuerà la legge della riproduzione? Questi primogeniti che Abele offerse al Signore, rappresentavano il suo capitale, la prospettiva del suo domani e la speranza del suo futuro. Abele fu pronto e deciso a sacrificare il suo futuro, mettendo il suo domani nelle mani dell’Eterno. Questo, a nostro avviso, è uno dei principali moventi che spinse Abele ad offrire il suo sacrificio al Signore, come testimonianza della sua gratitudine verso l’Eterno, per tutto quello che riceveva dalla sua mano.

2. PERCHÉ L’OFFERTA DI ABELE FU PIÙ ECCELLENTE DI QUELLA DI CAINO

Abele perché offerse i primogeniti

Nessun’ancora sapeva, quello che era nella volontà di Dio a proposito dei primogeniti. Più tardi Dio stabilì per legge che tutti i primogeniti, sia di animali che di uomini, appartenevano a Lui, quindi si dovevano offrire a Dio (Esodo 13:2; 22:29). Inconsapevolmente, Abele offerse un olocausto che rientrava nel piacere di Dio e della sua volontà. La fede ha sempre agito e sempre agirà in armonia con la volontà del Signore. Più tardi Salomone ci dirà:

Onora l’Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita (Proverbi 3: 9).

Perché Abele offerse per fede

Quest’uomo, di cui la Scrittura dice che offerse “per fede”, aveva cose cui sperare, anche se non li vedeva (Ebrei 11:1). Quando la fede si muove nella vita di una persona, non sempre le cose che si sperano sono evidenti, nel senso di vederle e toccarle. Ciò nonostante, non toglie il fatto che siano cose “reali”, nel senso che esistono.

Per apprezzare e comprendere maggiormente la fede, e i suoi vari moventi, dovremmo studiare più a fondo alcuni personaggi dell’A.T. anteriore alla legge mosaica, dei quali il capitolo 11 della lettera agli Ebrei ci fornisce un elenco di personaggi che agirono per fede.

La prosperità del suo gregge, Abele la mise nelle mani di Dio e sapeva che Egli, immancabilmente, avrebbe pensato a farlo aumentare. È privo di senso quando si afferma che si agisce per fede e poi si è assillati dal futuro, dal domani.

Quante volte le sollecitudini di questa vita, per ciò che riguarda l’esistenza del domani, sono un’enorme barriera che non permettono a Dio di fare il suo lavoro! Perciò, Gesù, esortò energicamente i suoi discepoli a non essere solleciti per il cibo e per il vestimento, perché il Padre celeste avrebbe saputo quali sono i nostri bisogni; anzi:

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte (Matteo 6:25-33).

3. QUEL CHE DOBBIAMO IMPARARE DALLA FEDE DI ABELE

Dio vuole il primogenito

Egli dice:

Dammi il primogenito del tuo figlio, del tuo bue, della tua pecora.

La richiesta di Dio è molto specifica e anche personale, nello stesso tempo. Tu non puoi offrire a Dio il primogenito della pecora di tuo fratello, non tanto perché non ne avresti la possibilità, quanto per il fatto che non è tua, non ti appartiene. Anche se ciò potesse essere possibile, quell’offerta sicuramente non sarebbe accettata da Dio, perché significherebbe capovolgere quello che Dio ha detto.

Noi non abbiamo nessun diritto di modificare, a nostro piacimento, quelle che sono le direttive di Dio. Se Dio chiedesse una cosa, bisogna dargli esattamente quello che Egli chiede e non quello che noi pensiamo sia migliore.

La valutazione di un’offerta che viene presentata al Signore, non deve essere fatta dall’uomo, sulla base del suo accorgimento o del suo discernimento; la deve fare Dio, perché in ultima analisi, è quella che fa Lui che ha valore e non quella che fa l’uomo, ed è soltanto Lui che potrà esprimere il suo compiacimento, quando dirà: l’offerta è eccellente, la gradisco; oppure, non mi piace, non è di mio gradimento.

Dio vuole essere messo al primo posto

Offrire a Dio il primogenito, ha lo stesso valore di metterlo al primo posto. Oggi non siamo più nel tempo di Abele o di Mosè, che si offrivano a Dio animali, sia come sacrificio per il perdono dei peccati e sia come rendimento di grazie. Cristo col sacrificio di se stesso, ha adempiuto appieno quello che era la figura, il tipo. Ragion per cui, l’offerta che si presenta a Dio, deve essere

Un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome (Ebrei 13:15).

1) La nostra devozione

La nostra devozione per il Signore, e tutto il nostro amorevole servizio che gli offriamo, deve essere messo al primo posto, perché si tratta appunto di uno che merita questo riguardo. Tanti credenti non hanno tempo per pregare e leggere la Bibbia. La mattina si alzano possibilmente 15 minuti prima di partire da casa per i loro posti di lavoro, e quei 15 primi bastano a stento per la pulizia personale.

Quando la sera ritornano a casa, dopo una giornata di fatica, con tanta stanchezza, e non si pensa ad altro che a riposare, e passare quelle poche ore che separano dal tempo di dormire, possibilmente sdraiati sopra un divano, davanti ad un televisore. Intanto è quasi passata una giornata della vita, e si è dimenticato che Dio, in quel giorno, voleva il primo tempo dedicato a Lui.

2) Il nostro denaro

Il denaro che offriamo al Signore, deve essere considerato come una primizia, nel senso che il primo si deve dare a Lui. Non sono pochi quei credenti che col denaro fanno un ragionamento che tutto sommato è l’opposto di quello che Dio vorrebbe. Si pensa prima a coprire le varie spese che ci sono, le varie scadenze che arrivano, e tutto deve essere accuratamente predisposto in modo che col denaro che si guadagna, si possa bilanciare. Quando però si sono fatte tutte le operazioni, ci si accorge che il denaro è terminato, e non è rimasto niente che possa essere offerto al Signore.

Tutto questo perché non si è cominciato col togliere la parte che appartiene a Dio, la decima di ogni entrata. Quando Dio non viene messo al primo posto per quanto riguarda il denaro, non solo si trascura un’operazione della nostra amministrazione, ma addirittura si finisce col venire meno, ad un preciso dovere cristiano. Se si mette Dio al primo posto per quanto riguarda il denaro e l’offerta, si potrà aspettare che Dio dica: “La tua donazione è eccellente davanti a me, non tanto perché hai dato $ 100, quanto perché mi hai messo al primo posto”.

3) Dio vuole il primo amore e vuole essere amato per il primo

Spessissimo si dimentica quest’esigenza di Dio. Eppure si legge nella Bibbia:

Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza (Deuteronomio 6:5; Mar. 12:30) e:

Ora, o Israele, che cosa richiede da te l’Eterno, il tuo DIO, se non di temere l’Eterno, il tuo DIO, di camminare in tutte le sue vie, di amarlo e di servire l’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima? (Deuteronomio 10:12).

Dio non “ordina” di amarlo, ma “richiede”, cioè domanda con insistenza, perché questa Sua divina esigenza venga appagata. Notate che questa richiesta divina può essere anche respinta da parte dell’uomo, col rifiutarsi di amare Dio prima di ogni altra, e quando ciò avviene, l’essere umano, con la sua attitudine, non procura gioia al cuore di Dio, non lo soddisfa, ma lo rattrista.

4) Infine, Dio vuole che noi siamo pronti e disposti a sacrificare il nostro futuro, il nostro domani per Lui.

D’altra parte, quando si pensa al futuro e al domani, senza una certezza che tutto è sotto il controllo di Dio, si finisce, non solo di screditare Dio per quello che Egli ha detto, per le sue promesse fatte, ma non si esperimenta neppure la fedeltà di Dio e la veracità della Sua parola. Che di ognuno di noi possa essere detto:

L’Eterno guardò con favore Abele e la sua offerta (Genesi 4:4).


PS: Se hai domande da fare, sentiti libero di farle; sarà un nostro piacere risponderti.
[Modificato da Domenico34 18/11/2010 03:08]