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7. PERCHÈ ENOCH FU TRASFERITO IN CIELO

Per fede Enoch fu trasferito in cielo perché non vedesse la morte.

Stando a quello che dice la Bibbia, sono due gli uomini tra il genere umano che non hanno visto la morte: Enoch ed Elia. Nonostante vi sia una legge universale che decreta: E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta (Ebrei 9:27), nondimeno Dio ha voluto accordare una grazia particolare a questi due uomini per non fargli vedere la morte, o come si direbbe figurativamente, per non fargli attraversare il fiume Giordano.

Non rientra nel nostro scopo di lavoro, discutere perché questi due uomini furono esentati dalla morte, per un certo tempo, pensando soprattutto ad una antichissima interpretazione di Apocalisse 11, che è anche un’interpretazione dei nostri giorni che vedeva e vede nei due testimoni, Enoch ed Elia, soprattutto per metterli alla pari con la legge universale di Ebrei 9:27.

Lo scopo principale del nostro lavoro, è mettere in risalto la fede, tenendo presente che “senza fede è impossibile piacere a Dio”. Sotto questo profilo, cerchiamo di far notare i vari elementi che caratterizzarono la vita degli uomini elencati in Ebrei 11, e che ai nostri giorni come sempre, possono essere motivo d’ispirazione a percorrere il sentiero della fede. In questo capitolo stiamo parlando di Enoch, ed è giusto che ci occupiamo di lui e della sua fede.

Crediamo che solo l’eternità potrà rispondere adeguatamente, alla domanda, perché Enoch non vide la morte? Tenendo presente il fattore fede, il trasferimento in cielo di Enoch, acquista più significato, per il fatto che se non ci fosse stato il cambiamento di sede, Enoch, al pari degli altri, avrebbe visto la morte. Nel caso specifico, non vediamo un tentativo di Enoch ad evitare la morte, ma una precisa volontà divina che la attua.

Si sa con estrema certezza che la morte è la conseguenza del peccato. Paolo ha esposto dogmaticamente questa verità quando afferma:

Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato (Romani 5:12).

Non si può pensare minimamente di escludere Enoch dal numero degli uomini, senza che “l’universalità del peccato” sia seriamente minata. Enoch era un membro della famiglia umana, un figlio di Adamo, e, come tale, un peccatore come tutti gli altri. Anche se la Bibbia non parli che Enoch fu perdonato del suo peccato, pensando all’ambiente in cui egli visse e a quello che Dio fece con Adamo quando gli provvide un “vestimento”, e, pensando soprattutto alla sua fede, c’è da presupporlo, anche se non abbiamo tutti i termini per spiegarlo e stabilire su quale base sia avvenuto.

Una cosa è certa: dato che la nuova residenza era il cielo, Dio stesso che lo trasferì, avrà pensato di munirlo di un certificato che attestasse che Enoch, nonostante figlio di Adamo, quindi peccatore, in virtù della grazia di Dio, veniva perdonato, e, quindi, con il pieno diritto di entrare e stabilirsi nella nuova abitazione, il cielo. Se poi si pensa a Gesù Cristo, l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, preordinato prima della fondazione del mondo, diventa più facile vedere la grazia del perdono che Enoch ottenne.

Quando Dio parlò ad Enoch di volerlo trasferire in cielo, sicuramente gli avrà spiegato che in conseguenza di questa nuova situazione, veniva risparmiato dal “vedere la morte”. Se l’Epistola agli Ebrei specifica: perché non vedesse la morte o come dice un’altra traduzione: “In modo da non vedere il decesso”, appare chiaro quale fu il vero scopo del trasferimento di Enoch in cielo.

8. UN’APPLICAZIONE SPIRITUALE PER I CRISTIANI DI OGGI

Tutto quello che si legge nell’A.T. (fatti ed eventi), anche se non tutto è compatibile con l’insegnamento del N.T., (vedi per esempio i vari sacrifici ai tempi di Mosè e tutto il cerimoniale liturgico), ogni cristiano, tuttavia, dovrebbe sempre cercare di scoprire una corrispondenza sul piano spirituale, ma soprattutto su quello della fede, elemento che unisce l’A.T. e il N.T. in un vincolo indissolubile.

Enoch, uomo di fede, può insegnarci un’importante verità pratica, per quanto riguarda il nostro camminare con Dio. Il cielo, luogo nel quale quest’uomo è stato trasferito, fu la diretta conseguenza del suo costante camminare con Dio.

È vero che ai nostri giorni ci sono quelli che non credono al cielo come dimora di tutti quelli che credono al vangelo e all’opera che Cristo venne a compiere per la salvezza dell’umanità; al luogo dove saranno asciugate tutte le lagrime versate sulla terra; dove i dolori, le malattie e ogni sorta di sofferenza, morale e fisica, saranno assenti in modo totale; dove si godrà lo splendore della gloria di Dio e di Gesù Cristo; al luogo dove la morte non separerà più i suoi abitanti; dove il sangue innocente non sarà più sparso e dove i soprusi e le angherie non avranno motivo di esistere; dove il canto e il giubilo, non saranno più oscurati da avversità e prove; dove la gioia sarà piena e duratura e dove la felicità sarà eterna.

E per coloro credono al vangelo, e accettano l’opera che Gesù Cristo venne a compiere, con la sua morte e la sua risurrezione, e lo ricevono nella loro vita come il loro personale Salvatore, per loro c’è una gloriosa promessa, fatta dallo stesso Gesù:

Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me.
Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto.
E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sia io sia anche voi
(Giovanni 14:1-3).

Non tutti i credenti avranno il privilegio e l’onore di non vedere la morte, come avvenne per Enoch. Sappiamo però, con assoluta certezza, che al ritorno di Cristo, ci saranno quelli che avranno questo privilegio, secondo quello che dice la Parola di Dio.

Ora fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza.
Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati.
Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati,
perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per i primi;
poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole
(1 Tessslonicesi 4:13-18).

PS: Se ci sono delle domanda da fare, sentitevi liberi dal formularle; da parte nostra saremo felici di rispondere.