00 23/11/2010 20:50

6. LA NUOVA RESIDENZA CHE DIO FISSA PER ENOCH

Dato che tra Dio ed Enoch c’era un rapporto di comunione e di amicizia, non sarà stato difficile a Dio comunicare ad Enoch la sua intenzione di trasferirgli la sua residenza.

Un’insegnante della Scuola Domenicale, spiegando alla sua classe la scomparsa di Enoch, la presentò nel seguente modo. “Un giorno Enoch fece una lunga passeggiata con Dio, e dopo di aver camminato tanto, Dio disse ad Enoch: siamo lontano dalla tua casa, la mia si trova più vicino della tua, vieni nella mia abitazione”.

Tutto quello che si può argomentare, cercando di usare parole più adatte alla realtà del trasferimento di Enoch in cielo, ha lo scopo di farci capire quello che successe in quel giorno, quando Dio decise di trasferire la residenza di Enoch, dalla terra al cielo.

Il ragionamento pressappoco, si sarà svolto nel seguente modo: “Senti Enoch, son passati tanti anni, esattamente trecento, da quando tu hai deciso di camminare con me. In tutti questi anni ho apprezzato molto la tua determinazione e la tua perseveranza. Ho anche notato che non ti sei tirato indietro durante tutti questi anni.

So che la tua decisione di camminare con Me, è scaturita dal fatto che mi ami e hai fiducia in me. Un simile atteggiamento, che da me è stato apprezzato, merita una giusta ricompensa. La ricompensa che ti voglio dare è il trasferimento dalla terra in cielo.

Per trecentosessantacinque anni sei vissuto sulla terra, accanto a tua moglie e ai tuoi figli, nella tua casa che ti sei costruita. Ora voglio portarti in un luogo dove tu non sei stato mai e di cui non conosci né i suoi abitanti né le cose che vi sono.

Ti dico subito che questo luogo si chiama il cielo, dove c’è il mio trono; dove ci sono milioni di esseri angelici; dove è sempre giorno, perché la notte non esiste, dove c’è una grandissima città di cui non hai la minima idea della sua straordinaria grandezza e del fatto che è costruita con oro puro, simile a cristallo trasparente, le cui porte sono di perle e la piazza di oro puro. In questo posto non esiste il mare; non ci sono malattie e dolori; i pianti e i travagli non si conoscono, come neanche qualsiasi forma di sofferenze, compreso quella che produce la morte, dato che la stessa morte non si conosce in questo luogo.

Mi dirai: il luogo dove ti voglio portare, è troppo stupendo e meraviglioso per te, e che tu non avevi la minima idea che ti avrei fatto questo ragionamento, elevandoti a questo grande onore di venire ad abitare nello stesso luogo dove io mi trovo.

Devo precisarti che, a parte che non sei tu che mi hai chiesto una simile ricompensa, te la voglio dare ugualmente, non però basandomi suoi tuoi meriti, ma principalmente in virtù della mia bontà e della mia grazia. “Signore, stento a credere a tutto quello che mi hai detto; le parole mi vengono meno, non saprei cosa dirti.

Se qualcuno dei miei conoscenti mi avesse fatto il ragionamento che tu mi hai fatto, e mi avesse proposto il cielo come la mia nuova residenza, probabilmente non avrei creduto, ritenendolo un luogo di fantascienza, soltanto concepibile con l’immaginazione e la fantasia umana.

Nonostante che la mia capacità di intendere sia molto limitata e che non tutto sia chiaro davanti a me, pur nondimeno, dato che ho fiducia in te, in conseguenza del fatto che sono tanti gli anni che sono stato insieme a te, accetto la tua proposta di trasferimento dalla terra al cielo, come mia nuova residenza”.

Se abbiamo usato un’argomentazione al pari di un comune ragionamento che si fa tra gli uomini, l’abbiamo fatto, non per divagare con parole della fantasia e dell’immaginazione umana, ma per cercare di capire e spiegare la frase: “Per fede Enoch fu trasferito in cielo”.

Il trasferimento in cielo di Enoch, avvenne per fede, che equivale a fiducia, ciò vuol affermare che Enoch non rimase passivo davanti alla proposta del suo trasferimento.
Usiamo il termine “proposta”, non perché la troviamo nel testo, ma perché esprime meglio di ogni altra parola, il ragionamento che Dio fece con Enoch, prima che avesse eseguito il suo trasferimento.

D’altra parte, dietro il rapporto di comunione e di amicizia che intercorreva tra Dio ed Enoch, è impensabile che Dio prenda per forza Enoch, senza rivolgergli una parola e senza permettergli di dire qualche cosa.

Si tenga presente che nel passo di Ebrei 11:5, non abbiamo la descrizione della cattura di una persona che viene trasportata da un luogo ad un altro, come prigioniero di guerra; abbiamo il racconto di un trasferimento in cielo da parte di Dio, di un uomo che prima di essere trasferito, riceve la “testimonianza che era piaciuto a Dio”.

Solo valutando e vagliando bene tutta l’argomentazione che abbiamo fatto, e soprattutto tenendo presente il valore della frase: Per fede Enoch fu trasferito..., si può agevolmente accettare il termine “proposta” che abbiamo adoperato in questa esposizione.

Si continuerà il prossimo giorno...