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2. LA VITA DI ENOCH, DOPO I SESSANTACINQUE ANNI

Per ogni azione che l’uomo si presta a compiere, c’è sempre un momento nel quale si inizia. Non sono soltanto i vari progetti di lavoro, i vari impegni programmati e messi a punto, le varie mete che si vorranno raggiungere, che sono oggetto di un inizio nel tempo, sono anche le varie iniziative, i vari propositi e determinazioni, che impegnano seriamente la vita, su un piano prettamente spirituale, che hanno un inizio nel tempo e una fine nell’eternità.

Per Enoch, in cui già era maturato nella sua mente e nel suo cuore il proposito e la determinazione di dare corso ad una nuova vita, arriva il momento in cui questa sua decisione si traduce in azione visibile e concreta. Non è qualcosa che ha da fare con la sua famiglia, con i suoi conoscenti; è un qualcosa che riguarda la sua vita: la sua decisione e i suoi propositi.

Non ha bisogno del parere favorevole o del consenso, dell’uno e dell’altro, per iniziare la nuova vita, è una faccenda che riguarda lui solo, e se lui è già pronto e deciso, può avere inizio il nuovo corso nella sua vita. Il Sacro testo precisa che:

Dopo aver generato Methuselah, Enoch camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie..

Nella vita di ogni persona che vuole seriamente prendere a cuore le cose di Dio, c’è sempre un “dopo”. Un proverbio dice: “Meglio tardi che mai”. A questo punto è bene precisare che nonostante che Enoch diede corso ad un nuovo modo di vivere, la sua vita di famiglia continuò il corso come prima, senza nessun’interruzione o cambiamento di sorta. Ne è prova il fatto che dopo che Enoch cominciò a camminare con Dio, “generò figli e figlie”.

Crediamo opportuno fare certe considerazioni che hanno il loro peso e la loro importanza, sia per quanto riguarda la fede che si professa e sia per le implicazioni che inevitabilmente ne seguono sul piano prettamente sociale. Certuni pensano che una volta che si accetta di camminare con Dio, ciò equivale ad una vera e propria “conversione a Dio”, oppure quando si decide di consacrare la propria vita al servizio del Signore, la persona debba rinchiudersi in un monastero, lontano dalla famiglia, per meglio realizzare i suoi propositi e le sue aspirazioni.

Altri credono che bisogna fare l’eremita, e vivere la vita come se si fosse “fuori del mondo”. Altri ancora pensano, che condurre una vita di “astinenza sessuale”, sia la cosa ideale, per non aderire alle varie concupiscenze della carne.

Coloro che ragionano in questa maniera, non se ne accorgono che si trovano su un sentiero fantasioso, privo di un minimo di coerenza con la realtà della vita pratica, per non parlare di un puro fanatismo che getta nel ridicolo e nel disprezzo la conversione a Dio e la relativa professione di fede in Lui.

Quando si vuole apparire davanti agli altri “troppo spirituali”, o come persone “veramente consacrate a Dio”, si finisce, non solo coll’essere “fanatici”, ma si corre il rischio, dimenticando certe cose basilari della Scrittura, di far dire alla alla Bibbia quello che essa non dice e concepire un cristianesimo a modo proprio. Prendiamo in considerazione le parole di Gesù:

Io non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno ( Giovanni 17:15).

Il fatto che Gesù faccia una simile richiesta al Padre, è già una prova abbastanza significativa, per insegnarci che il discepolo, non deve concepire l’idea di estraniarsi dalla vita normale di questo mondo, ma deve sapere svolgere la sua missione, che consiste nel predicare l’evangelo di Cristo, ad un creato che vive lontano da Dio e che è pieno di manifestazioni del maligno. L’apostolo Paolo, rivolgendo la sua ferma esortazione alla chiesa di Corinto, per l’intolleranza morale che avevano permesso tra di loro, concludeva con queste parole:

Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori,
ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo.
Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore...
(1 Corinzi 5:9-11).

Quando poi ha dovuto dare una risposta ad una precisa domanda, circa i rapporti sessuali, tra marito e moglie, l’apostolo è molto preciso e anche obbiettivo.

Il marito renda alla moglie il dovere coniugale, e ugualmente la sposa allo sposo.
La moglie non ha podestà sul proprio corpo, ma il marito; nello stesso modo anche lo sposo non ha podestà sul proprio corpo, ma la moglie.
Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo per un tempo, per dedicarvi al digiuno e alla preghiera; poi di nuovo tornate a stare insieme, affinché Satana non vi tenti a causa della vostra mancanza di autocontrollo
(1 Corinzi 7:3-5).

Il rapporto tra marito e moglie, per ciò che riguarda la vita sessuale, così come Paolo l’ha definito, non può essere cambiato a proprio piacimento, senza correre il rischio di annullare la Parola di Dio e rovinare la vita di due coniugi. È molto rischioso dettare leggi e intromettersi nella vita sessuale di due sposi, per dire loro “come” devono comportarsi nel rapporto sessuale e in quale maniera consumarlo. Coloro che hanno fatto ciò, col pretesto di avere più conoscenza, e quindi suggerire i giusti metodi da adottare nel rapporto sessuale, hanno creato più problemi di quanti ne hanno risolto.

La norma di Paolo, che poi è quella di Dio, valida per tutta la cristianità di ogni epoca, di ogni generazione e a tutti i livelli, unica nel suo genere in tutto il N.T. è sufficiente per regolare il rapporto sessuale nell’ambito del matrimonio. Nessun’astinenza sessuale è consentita, scritturalmente parlando, se non di comune accordo.

D’altra parte, la vita matrimoniale, che è anche rapporto sessuale, è un’esistenza a due, essi devono sapere come donarsi l’uno all’altro, anche se uno dei due, preferirebbe l’astinenza. Un diverso modo di concepire il rapporto sessuale nel matrimonio, che non tenga conto di questo divino principio, si espone a seri pericoli, sia sul piano psicologico e fisico che su quello morale, ma soprattutto rappresenta una seria minaccia per la stabilità di una famiglia.

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 20/11/2010 23:31]