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Il segreto della volontà di Dio rivelato a Noè

La Genesi, è quel libro della Bibbia che descrive nei minimi particolari, quello che Dio vide della generazione di Noè, come la considerò e quali severe decisioni prese, per punire la sua malvagità.

Ora l’Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo.
E l’Eterno si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.
Così l’Eterno disse: Io sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato, dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli del cielo, perché mi pento di averli fatti
(Genesi 6:5-7).

Dopo che Dio vide tutto di quella generazione, e valutò la gravità della situazione, in relazione soprattutto all’atteggiamento ostile che assunsero davanti alla Sua volontà, decise di porre fine a quella generazione. La Sua decisione era ormai definitiva e senza appello, quindi, si apprestò a farla conoscere al suo servo Noè. Ecco quello che Dio gli disse

Ho deciso di porre fine ad ogni carne, perché la terra a motivo degli uomini è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme alla terra (Genesi 6: 13).

Quello che Gesù evidenziò, circa l’atteggiamento disinteressato delle persone ai tempi di Noè, crediamo sia importante quando si esamina la Sua affermazione:

Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca;
e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo
(Matteo 24:38,39).

Le parole di Gesù non hanno il senso di una condanna, come se Egli volesse condannare il mangiare, il bere e il matrimonio. Mangiare, bere e sposarsi, fa parte della vita normale, e non c’è niente nella Scrittura che proibisce queste cose. Ma, allora, perché Gesù fa quell’allusione? Sicuramente per evidenziare che quelle persone vissero la loro vita “solamente” per mangiare, bere, sposarsi e godersela, come se non ci fosse nient’altro che quelle cose.

Quando una persona, di qualsiasi epoca anche quella del ventesimo secolo, vivesse la sua vita, solamente allo scopo di mangiare, bere e divertirsi nei vari piaceri, quella persona si comportasse “come” la generazione di Noè e fosse soggetta ad una sicura punizione, a menocché non intervenga il ravvedimento e la conversione che ponessero fine ad una vita depravata e lontana dalla volontà di Dio.

La predicazione di Noè

Se non ci fosse l’apostolo Pietro che afferma che Noè fu “predicatore di giustizia”, non si saprebbe niente intorno a questa sua attività, per il fatto che non si trova in qualche altra parte della Bibbia, compreso il libro della Genesi, che non accenna a questa sua attività. Ovviamente, tenendo per verità rivelata, quello che dice Pietro, si deve cercare di comprendere quando ebbe inizio la predicazione di Noè e come si sviluppò. Risolvere un simile problema, non crediamo sia un’impresa impossibile, specialmente se si considera il segreto della volontà di Dio, che Egli fece conoscere al suo servo Noè.

Non crediamo, in maniera assoluta, che Dio rivelò il Suo segreto a Noè, concernente la punizione di far perire quella generazione, solamente per renderlo edotto. Se fosse stato questo lo scopo, non si potrebbe vedere e spiegare, perché Gesù parla di un mancato “accorgimento”, da parte del popolo, finché venne il diluvio e li portò via.

Mentre se pensiamo e crediamo che lo scopo di Dio era principalmente di dare un’opportunità di ravvedimento a quella generazione, allora quello che Pietro dice di Noè ha senso ed è anche in perfetta armonia con l’insegnamento della Bibbia che afferma:

Com’è vero che io vivo, dice il Signore, l’Eterno, io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converte dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dai vostri sentieri malvagi. Perché mai dovreste morire, o casa d’Israele? (Ezechiele 33:11).

Inoltre, si tenga presente che quando Dio parlò a Noè, questi aveva cinquecento anni e quando entrò nell’arca ne aveva seicento. Non crediamo che Noè spenderà un secolo per portare a termine i lavori della costruzione dell’arca, anche se sia vero che a quei tempi non vi erano le attrezzature moderne. Quanto tempo impiegò Noè per costruire l’arca, non si sa esattamente.

Qualcuno afferma che impiegò sette anni. Anche se si tenesse per vero questo tempo, rimarrebbero sempre novanta e più anni. Per far che cosa? Si tenga inoltre presente, che l’arca che Noè costruì fu “per la salvezza della sua famiglia” (Ebrei 11:7) e non per la popolazione dei suoi tempi.

Quest’ultimo elemento, a dire il vero, non è secondario ma primario e ci aiuta a capire meglio quest’uomo, come predicatore. Sicuramente la sua attività di “predicatore di giustizia”, Noè l’avrà svolta, a cominciare dal momento in cui ebbe la chiara conoscenza della volontà di Dio, anche se non ci viene specificato dalla Genesi particolarmente, e l’avrà protratta fino a quando Dio gli ordinò di entrare nell’arca. Crediamo sia giusto e doveroso far notare, i due distinti momenti che intercorsero tra quando Dio disse di voler distruggere l’umanità e quando ordinò di costruire l’arca.
Se si tiene presente questo fatto, l’affermazione di Pietro appare chiara nella sua luminosità e altrettanta chiara appare l’attestazione della lettera agli Ebrei.

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PS: Per quanto riguarda la predicazione di Noè, cui fa cenno 1Pietro3:19-20, anche se nel brano dell’apostolo si parla della predicazione che Cristo fece agli spiriti ritenuti in carcere, i quali furono ribelli ai tempi di Noè; visto che si fa esplicito riferimento al tempo del patriarca, non verrà inserito nel presente capitolo. Se ci saranno lettori che vorranno conoscere questa riflessione, me lo diranno, e, in un capitolo a parte, potrò pubblicarlo

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Si continuerà il prossimo giorno...