00 23/09/2010 14:29
Re:
Domenico34, 23.09.2010 02:52:

Tre domande sul testo di Giacomo 2:14-26

Vorrei porre tre domande sulla sezione di Giacomo 2:14-26.

1. Che ve ne pare dell’esposizione che è stata fatta sulla sezione di Giacomo 2:14-26?

2. Condividete la valutazione che fece Lutero sull’Epistola di Giacomo?

3. Scorgete elementi di contraddizioni tra quello che Paolo e Giacomo affermano sulla dottrina della giustificazione?


Pace caro Domenico.

1) Beh..., premesso che non sono abituato a leggere "esposizioni" che spiegano le Scritture "verso per verso", è certo un'esposizione molto "impegnativa" e completa, anche se personalmente sento la mancanza di:
Matteo 23:23
Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta e dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più gravi della legge: il giudicio, e la misericordia, e la fede. Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre.

Qui Gesù dice chiaramente e inequivocabilmente ciò che era ed è necessario fare/operare, e parla pure della "fede", una "fede" che è necessario "fare", appunto, non solamente "professare" a suon di dottrine e insegnamenti.

Quanto più dunque, non riesco a concepire il "pensiero di Lutero"....

2)E come potrei condividerla?
Il caro Lutero si arroga il diritto di "stabilire" lui cos'è la "Parola di Dio". Evidentemente per lui (e per moltissimi altri), la Parola di Dio non è "Parola di Dio", ma di volta in volta "parola di Paolo", di Giacomo, ....di Mosè, etc..., e decideva lui dunque, cosa ritenere e cosa rigettare.

Inoltre mi chiedo come vivesse la sua "Salvezza per Grazia" Lutero, visto che rifiutava un'insegnamento fondamentale per la stessa Salvezza, appunto. Ma questo è un'altro discorso...

3) Certamente no, in quanto entrambi espongono l'Evangelo del Cristo e la Sua Parola, e non sono nè in competizione nè in antagonismo l'uno con l'altro.
Stanno semplicemente spiegando, come si fa con i bambini, una cosa alla volta, le parole e l'insegnamento di Gesù. Non ci stanno comunicando le loro opinioni, ma insegnando "il Comandamento" di Cristo.

Giacomo 2:20:

Ma vuoi renderti conto, o insensato, che la fede pistis senza le opere è morta?.

Avendo Giacomo, in 2:19 affermato che anche i demoni credono in Dio e tremano, questa sua affermazione non deve però indurre il suo interlocutore che se egli ha la sua fede nell’unico Dio, che questa fede sia autentica, vera e viva. Una fede come quella dei demoni, non serve a niente, non ha nessun valore. Il tono forte, espresso nel termine ‘insensato’, cioè: Privo di senno, di giudizio; che pensa e agisce in modo irragionevole e imprudente; che parla sconsideratamente, anche con pericolo di recare danno a sé o ad altri; che manca di buon senno; sciocco, stolto, scriteriato, dissennato, dovrebbe portare la persona a riflettere seriamente, nella speranza che la sua persistenza a rimanere nella posizione in cui si trova, cioè in quella convinzione che la fede monoteistica sia sufficiente e valida, possa cedere per dare spazio a quello che Giacomo afferma, che una fede senza le opere è vana, senza valore, quindi morta.


Personalmente caro Domenico, non potrò mai accettare una "traduzione" che mi traduce questo passo con il termine "insensato" = sciocco, privo di senno, di "giudizio".
Preferisco la traduzione con "uomo vano".
Giacomo 2:20
Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore?

Non parla di "rendersi conto", ma di "conoscere".
"Chiama uomo vano, letteralmente vuoto, l'antagonista ch'egli combatte, non perchè sian vuoto d'intelligenza, ma perchè è vuoto di serietà morale, perchè è uomo leggero, che considera le grandi realtà del peccato e della salvezza in modo superficiale e si contenta perciò di una adesione della mente a certe verità." (dal commento de laparola.net)

La "Fede" non è certo una questione di "intelligenza" e di "senno", e non sarà certo con "l'adesione mentale" alle dottrine che si comprenderà la Salvezza e la Giustificazione in Cristo mediante una fede che opera.

Personalmente dunque, penso che cercando di spiegare questa "realtà spirituale", corriamo il serio rischio di volerla rendere "accessibile" alla mente (intelligenza/comprensione), e contribuire fortemente a far in modo che avvenga proprio questo, e cioè una vana e inutile "adesione mentale", che ignora assolutamente quella realta della Giustificazione in Cristo mediante la Fede, per Grazia, ma non solo, appunto.
Ma questo si dovrà "gustare" vivendo, non "aderendo" intellettualmente ad una dottrina più o meno corretta e "esegeticamente valida".

Che vuol dire quella "fede monoteistica"? ...una feda appunto "ragionata", che fonda su sè stessa a motivo delle sue "qualità" monoteistiche= un solo Dio, una fede fondata su dei "concetti indiscutibili" appunto, quasi "creata a tavolino".

Ci tengo comunque a ricordare quella premessa fatta all'inizio, e cioè che non sono abituato a leggere qualcosa che mi "spieghi le Scritture" e "la Fede", quasi "verso per verso" appunto, e perciò mi pongo sempre in modo "critico" (nel senso migliore del termine, spero...).
E non vorrei essere frainteso, caro Domenico, in quanto in effetti è un'ottima esposizione, molto precisa e puntigliosa, e ho voluto solamente esprimere il mio "disappunto" per la scelta della "traduzione" di Giacomo 2:20, e ricordare il rischio di arrivare solamente ad una "adesione mentale", riguardo alla comprensione di questo passaggio di Giacomo.

Pace

[Modificato da eliseo. 23/09/2010 15:02]