00 10/07/2010 15:11

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INDICE DEL VOLUME

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Introduzione..18
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Capitolo 1:
MATRIMONIO TRA GIACOBBE E RACHELE E NASCITA DI GIUSEPPE..20
Il matrimonio di Giacobbe con Rachele..21
La nascita di Giuseppe..23
Qualche riflessione..23
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Capitolo 2:
GIUSEPPE ALL’ETÀ DI DICIASSETTE ANNI..26
Comincia la storia di Giuseppe..27
Giuseppe riferisce a suo padre la cattiva fama dei suoi fratelli..27
Qualche considerazione..29
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Capitolo 3:
GIUSEPPE, IL PREDILETTO DI GIACOBBE..32
Il trattamento particolare che Giuseppe riceve da parte di suo padre..32
I sogni di Giuseppe..36
L’interpretazione dei sogni di Giuseppe..38
L’odio e l’invidia dei fratelli di Giuseppe..39
Definizione linguistica dell’odio..39
Quello che riferisce la Bibbia intorno all’odio..41
Il comportamento di chi odia..41
Definizione linguistica dell’invidia..42
Quello che dice la Bibbia intorno all’invidia..43
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Capitolo 4:
COMINCIANO GLI AFFANNI PER GIUSEPPE..46
Un complotto preparato..48
L’intervento di Ruben..50
L’intervento di Giuda..52
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Capitolo 5:
GIUSEPPE IN EGITTO..56
Giuseppe venduto come schiavo a Potifar..56
Giuseppe al servizio di Potefar..58
Giuseppe promosso alla carica di maggiordomo..58
La prova di Giuseppe..60
L’accusa contro Giuseppe..63
Qualche considerazione di carattere pratico..65
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Capitolo 6:
I PREPARATIVI PER LA GRANDEZZA DI GIUSEPPE..68
I sogni del capo dei coppieri e del capo dei panettieri interpretati da Giuseppe..68
I sogni del Faraone..71
Giuseppe fatto viceré d’Egitto..73
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Capitolo 7:
I DUE FIGLI DI GIUSEPPE E IL LORO SIGNIFICATO..76
Una lezione da imparare..78
La prova che Giuseppe aveva dimenticato ogni suo affanno..78
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Capitolo 8:
LA FAMIGLIA DI GIACOBBE SI STABILISCE IN EGITTO..88
La raccomandazione di Giuseppe..89
Il rapporto dei fratelli di Giuseppe con il loro padre..90
La famiglia di Giacobbe si trasferisce in Egitto..91
1) Giacobbe è determinato a seguire le vie di Dio..92
2) Le promesse di Dio rinnovate..95
3) Il futuro di Giacobbe e della sua discendenza, viene assicurato..96
Un insegnamento di vita pratica..97
Giuseppe va incontro a suo padre..98
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Capitolo 9:
GIACOBBE BENEDICE EFRAIM E MANASSE..102
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Capitolo 10:
I FUNERALI DI GIACOBBE..106
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Capitolo 11:
GIUSEPPE DOPO LA MORTE DI SUO PADRE..110
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CONCLUSIONE..114
BIBLIOGRAFIA..118
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Introduzione

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La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe e di Rachele, così come ci viene raccontata nel libro della Genesi, è una delle più belle storie che la Bibbia ci ha tramandato. Non è solamente interessante dal punto di vista umano, lo è anche e soprattutto dal punto di vista divino. Infatti da questo straordinario uomo che, nel corso della sua
vita, si distingue in modo eccezionale per purezza, gentilezza, prontezza ed operosità, emerge un alto esempio di fedeltà a Dio, senza dubbio l’elemento più caratteristico della sua esistenza.
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Attraverso i secoli il racconto della storia di Giuseppe ha affascinato tanti, grandi e piccoli, per la semplicità con cui viene presentato, per i numerosi spunti di riflessione, per la sua vita di relazione, ma soprattutto per il suo percorso spirituale. Gli insegnamenti che si possono ricavare sono talmente profondi ed efficaci che, se trasferiti, come esempi, sul piano della vita pratica, possono produrre svolte radicali. Giuseppe va ammirato per il suo carattere mite e rispettoso; fin dalla sua giovinezza si distingue tra i fratelli per il suo carattere. Infatti l'elemento di
distinzione non è “la veste lunga” che suo padre gli aveva cucito, ma la gentilezza che manifesta davanti all’ostilità degli altri.
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La “veste lunga” che Giacobbe dona a Giuseppe causa certamente scompiglio e malumore tra gli altri figli: non si può negare infatti
che tutte le peripezie di Giuseppe hanno origine dal trattamento privilegiato che il padre gli riserba nella sua giovinezza. Si può dire quindi che proprio l’intenso amore di Giacobbe verso il figlio, natogli durante la vecchiaia, è la causa prima dei molti problemi per entrambi. La fermezza e la purezza di Giuseppe costituiscono esempio mirabile per i giovani e possono ispirare chiunque, purché si abbia la stessa determinazione a rimanere fedeli a Dio. Se Giuseppe ebbe tanti “affanni” nella sua vita causati dai suoi fratelli, il suo Dio che egli serviva con fedeltà, lo ricompensò facendogli “dimenticare ogni suo affanno e tutta la casa di suo padre” (Genesi 41:51).
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Con tali orientamenti ci accingiamo ad esaminare la storia di Giuseppe non solo per comprenderla nei suoi valori intrinseci, ma anche e soprattutto, per apprendere lezioni di vita pratica, per servire meglio il Signore durante il nostro terrestre pellegrinaggio.
Le fonti che useremo saranno prevalentemente la Nuova Riveduta e la Nuova Diodati. Il migliore augurio che possiamo rivolgere ai nostri lettori è di far tesoro di quanto apprenderanno: per noi non esisterebbe maggiore ricompensa.
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Niagara Falls, 2008
Domenico Barbera
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Capitolo 1

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IL MATRIMONIO TRA GIACOBBE E RACHELE E NASCITA DI GIUSEPPE
Il nome di Giuseppe nella Bibbia ricorre 241 volte: non tutte però si riferiscono al figlio di Giacobbe. Nel Nuovo Testamento le ricorrenze
sono 36, ma solo 9 hanno a che fare col figlio di Giacobbe. «Giuseppe è la forma iussiva del verbo yâsap, “aggiungere”; il nome yôsēp significa “possa egli (Dio) aggiungere (dei figli); cfr. Genesi 30:24».1
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Il matrimonio di Giacobbe con Rachele, come il libro della Genesi racconta, sembra una favola in confronto al nostro modo occidentale di pensare e vedere le cose. Giacobbe lascia Canaan, la casa di suo padre, per andare in Mesopotamia, precisamente in Paddan-Aram dove abita Labano, fratello di Rebecca sua madre e la sua famiglia, per mettersi in salvo dall’ira omicida di suo fratello Esaù. Isacco prima di mandare laggiù suo figlio Giacobbe, gli aveva chiaramente ricordato
che avrebbe trovato la sua futura moglie nella famiglia di Labano. Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli ordinò: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan. Parti, va’ a Paddan-Aram, alla casa di Betuel, padre di tua madre, e prendi moglie là, tra le figlie di Labano, fratello di tua madre (Genesi 28:1-2).
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Era quindi chiaro lo scopo del viaggio di Giacobbe. Arrivato in casa di Labano, Giacobbe ha una calorosa accoglienza, specie quando Labano viene a sapere che è figlio di sua sorella Rebecca, quindi suo nipote. Nel momento in cui offre ospitalità e lavoro a Giacobbe, lo zio, giustamente, gli chiede a quanto avrebbe voluto ammontasse il suo salario. Dimmi quale dev’essere il tuo salario (Genesi 29:15). Ma
Giacobbe, colto dal classico amore a prima vista per Rachele ancor prima di arrivare nella casa di Labano, gli risponde: «Io ti servirò sette anni, per Rachele tua figlia minore» (Genesi 29:18).
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1 . R.E. Nixon, in Dizionario Biblico GBU, pag.761
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IL MATRIMONIO DI GIACOBBE CON RACHELE
Il testo sacro precisa che Labano accetta la richiesta di Giacobbe e concede a quest’ultimo i sette anni di servizio, che parvero pochi giorni (Genesi 29:20). Tuttavia giunto il giorno del matrimonio tra Giacobbe e Rachele, la sera, mentre gli invitati si accingevano ad andarsene e gli sposi si preparavano ad andare a letto, Labano
anziché Rachele infila nel suo letto Lea, la figlia maggiore. E’ sbalorditivo come Giacobbe se ne sia accorto solo la mattina seguente. In quel tempo nel momento "dell’ingresso nell’abitazione dello sposo la sposa era fittamente velata» e, pertanto, era difficile scorgere chi ci fosse dietro il velo, senza contare il buio della stanza da letto.
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È comunque impensabile che gli sposi non si siano rivolti nemmeno una parola, ed altrettanto impensabile che Giacobbe non conoscesse la
voce di Rachele, visto che aveva trascorso sette anni nella casa di Labano. Stando comunque al racconto biblico, il mattino dopo Giacobbe si accorge dell’inganno. Del resto anche lui aveva ingannato suo padre e si era presa la benedizione di suo fratello Esaù Ora subisce analoga sorte. In definitiva si avvera il principio biblico che afferma: Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà (Galati 6:7). Questo principio è valido sempre e ognuno di noi dovrebbe tenerlo più spesso in considerazione. In sostanza Giacobbe in una settimana conosce due mogli: tuttavia Dio, che teneva tutto sotto controllo, lo permise secondo i piani della Sua volontà. In ottemperanza a quanto stabilito da Dio, infatti, Giacobbe avrebbe avuto dodici figli che avrebbero generato le dodici tribù d’Israele. Sei di questi dodici figli furono partoriti da Lea, quattro dalle due serve e due da Rachele.
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LA NASCITA DI GIUSEPPE
La Bibbia riferisce che Rachele era sterile (Genesi 29:31), ma questa, di fronte alle quattro gravidanze della sorella, dice a suo marito: Dammi dei figli, altrimenti muoio. Al che Giacobbe risponde: «Sono forse io al posto di Dio che ti ha negato di essere feconda?» (Genesi 30:2). Tutti i tentativi di Rachele risultano vani. Si legge nei testi che Dio "esaudì" il desiderio di Rachele rendendola feconda (Genesi 30:22) e questo ci porta a pensare che la donna aveva cambiato l'atteggiamento iniziale. Probabilmente prima non
aveva pensato a pregare Dio per avere figli; quando invece incomincia a farlo, è premiata. Rachele concepisce e partorisce un figlio, cui
viene dato il nome di Giuseppe. Come sempre, quando la persona si abbandona al volere di Dio e cessa di agire a modo suo, può sperimentare la fedeltà di Dio e vedere le sue preghiere esaudite. Nel suo nome, Giuseppe porta con sé una promessa: Possa egli (Dio) aggiungere (dei figli). Nonostante l’età avanzata, Rachele non muore prima di aver dato alla luce un altro figlio, Beniamino. Con questa nascita si completa il numero dei figli di Giacobbe: undici bambini
nascono in Mesopotamia a Paddan-Aram e il dodicesimo in Canaan, terra che Dio aveva promesso alla discendenza di Abrahamo.
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QUALCHE RIFLESSIONE
Dal significato del nome di Giuseppe, si possono fare alcune considerazioni.
1. La mamma di Giuseppe è Rachele, che significa pecora. Forse il significato del suo nome è da attribuire al fatto che la ragazza
pasturava le pecore di suo padre (Genesi 29:6) e non vi è riferimento alcuno al suo carattere. Infatti la pecora è un animale mite, umile; non sa difendersi quando viene aggredita e non si ribella quando viene percossa. Non ha il senso dell'orientamento e se si allontana dal resto del gregge, si può smarrire facilmente. Ha necessità di essere guidata e protetta dal pastore. Rachele era una donna avvenente
e di bell’aspetto (Genesi 29:17); il suo carattere però non corrispondeva alla sua bellezza fisica. Nel periodo in cui non riusciva ad avere figli provava invidia per la sorella Lea (Genesi 30:1); se la prendeva anche con il marito, come se fosse lui la
causa del suo problema. Giacobbe, esasperato, non sapeva proprio cosa fare: addirittura si procurava da suo nipote Ruben abbondanti quantità di mandragola a cui si attribuivano proprietà afrodisiache
(Genesi 30:14-15). Nonostante Lea avesse acconsentito alla sorella di andare a letto con Giacobbe, Rachele rimaneva sterile e non riusciva ad avere figli.
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2. L’esasperazione porta Rachele a dare la serva Bila in moglie a suo marito, nella speranza di avere figli. In effetti il tentativo è coronato da successo. Infatti da quell'unione nascono due figli, Dan, da un termine che significa giudicare, rendere giustizia e Ascer, letteralmente felice: ovviamente Rachele non prova, però, la stessa felicità di una madre vera. Finalmente, dopo averle provate tutte,
comprende di doversi rivolgere a Dio. Con questo nuovo atteggiamento il suo desiderio alla fine viene esaudito e così viene concepito Giuseppe, il quale non rappresenta solamente una grande promessa per il futuro, ma è anche il simbolo di un miracolo compiuto da Dio nel corpo di sua madre Rachele. L’intervento di Dio è quindi elemento
principale e indispensabile per ogni cosa. Non ci sono ambiti della vita, materiali o spirituali, in cui l’intervento miracoloso di
Dio non sia presente.
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3. Le persone che pensano di poter agire senza Dio avranno le più amare delusioni quando constateranno, credenti o meno, che senza di Lui non si potrà realizzare alcun desiderio. Aveva ragione Gesù quando affermava: Io sono la vite, voi siete i tralci. Chi dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla (Giovanni 15:5). E altrove: Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie (Salmi 127:1). Dio può compiere i miracoli solo se l’uomo glielo chiede. L’essere umano infatti ha la sola possibilità di favorire o di ostacolare l’opera
di Dio. Solo quando l’uomo alzerà le mani in segno di resa, l’Eterno potrà agire.
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A Lui la gloria!
[Modificato da Info. 18/07/2010 00:22]