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Il significato del nome di Meshullam

Come abbiamo detto sopra, ripetiamo ancora una volta, il nome di Meshullam, significa: “Amico”. Il significato etimologico di questo nome, è anch’esso di stimolo e d'incoraggiamento.

Se sai che vicino a te hai un amico cui può rivolgerti, sia per chiedergli consigli, come anche per raccontargli le tue cose, specie quando si tratta di difficoltà, puoi aspettarti comprensione e stima.

Se poi pensiamo a quello che dice la Bibbia che, c’è un amico ch’è più affezionato di un fratello (Proverbi 18:24), (La Nuova Riveduta), e alle parole di Gesù.

Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma io vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio (Giovanni 15:15),

possiamo maggiormente apprezzare il valore dell’amicizia, intesa come un legame che ci unisce, e non com' elemento che ci separa.

Ecco, la bella verità che si può insegnare dall’etimologia dei nomi di Jehoiada e Meshullam: uno c'ispira fede in Colui che conosce tutto e che si prende cura di noi, cioè il Signore, e l’altro ci fa sentire a nostro agio e ci circonda di affezione e di premura, di attaccamento e di simpatia.

Due persone con queste caratteristiche che si trovano insieme in un campo di lavoro, possono incoraggiarsi a vicenda, quando si presenteranno le difficoltà nelle molteplici manifestazioni; possono spronarsi a guardare verso il Signore,chie immancabilmente prenderà cura di ogni situazione in cui possono venirsi a trovare; possono sostenersi reciprocamente a proseguire nel cammino e nell’attività intrapresa, con la certezza che tutto andrà bene, e, soprattutto, tutto riuscirà per il bene comune.

COMINCIANO I LAVORI PER LA RESTAURAZIONE DELLA PORTA VECCHIA

La porta Vecchia, come tutte le altre aperture che si trovavano nelle mura di Gerusalemme, era stata danneggiata. I due uomini che la restaurarono, gli fecero l’intelaiatura e vi misero i suoi battenti, le serrature e le sbarre.

Delle undici porte che vennero menzionate nel capitolo 3 di Nehemia, solo per due di loro vennero messa l’intelaiatura: la porta dei Pesci e la porta Vecchia. Ciò vuole affermare che queste due porte furono maggiormente danneggiate dal fuoco, da richiedere un simile lavoro.

Inoltre, alla porta delle Pecore, vennero messi i soli battenti, mentre alle aperture della Valle, del Letame e a quella della Sorgente, vennero messe: battenti, serrature e sbarre. Per le rimanenti porte, cioè: l'uscio della casa di Eliashib, la porta delle Acque, la porta dei Cavalli, la porta Orientale e la porta di Mifkad, non viene fatto alcun cenno, dell’intelaiatura, dei battenti, delle serrature e delle sbarre. Questo significa che questi elementi non furono danneggiati, da richiederne le riparazioni.

Si osserva la porta Vecchia

La prima cosa che si è portati a pensare, è il fatto che, gli esecutori materiali di questi lavori, avranno sicuramente guardato attentamente la condizione della porta prima di iniziare, per sapere esattamente quello che dovevano fare.
Dall’esame che venne fatto, risultò chiaramente che la porta Vecchia aveva bisogno di essere restaurata nella sua intelaiatura, nei suoi battenti, nelle sue serrature e nelle sue sbarre. Anche se il testo sacro precisa che Jehoiada e Meshullam restaurarono la porta Vecchia, sottolinea anche che questi due uomini, ne fecero l’intelaiatura e vi misero i suoi battenti, le serrature e le sbarre.

Davanti a questa precisazione, si può dire con tutta certezza che gli elementi che vennero danneggiati dal fuoco, non furono riparati, vale a dire abbandonati, ma rimpiazzati.

A lavori terminati, la porta Vecchia ritornò ad essere quella di prima, non cambiò niente del suo aspetto, niente della sua forma, dato che non venne demolita, ma solamente restaurata.

Di che cosa ci parla la porta Vecchia

Per dare una spiegazione di che cosa ci parla la porta Vecchia, dal punto di vista spirituale, possiamo prendere come base e partenza delle nostre riflessioni, Geremia 6:16, che dice,

Così dice il Signore: fermatevi sulle vie e guardate, e domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e camminate in lei; così troverete riposo per le anime vostre.

Anzitutto, Dio ci ordina di fermarci. Fermarsi è la prima cosa che si richiede, per guardare con attenzione e maggiore concentrazione. Una persona che cammina, difficilmente può guardare attentamente per scorgere una cosa, specie quando quello che vede non è comune. Con la fermata, la persona può occupare coscienza del posto in cui si trova, quali sono le cose che lo circondano, e può con maggiore facilità individuare quello che cerca.

Si continuerà il prossimo giorno...