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Il “successo” che quest'uomo vuole avere, in base a quello che si delinea chiaramente all’orizzonte, non è basato sulle sue capacità d’azioni, ma unicamente su Dio. Pur sapendo che si trovi al servizio di Artaserse, chiede di poter trovare clemenza agli occhi di quest’uomo. Il riferimento riguarda sicuramente il re.

Che differenza tra chi va in cerca di successo basandosi sulle proprie capacità intellettuali e organizzative e di quelli, (e Nehemia è un pilastro di esempio) che chiedono invece l’intervento di Dio per poterlo avere. Oggigiorno, la parola successo, è il termine che frequentemente si usa: si trova in bocca degli uomini d’affari, come anche in tutti quelli che hanno ambiziose aspirazioni.

Non è solamente il termine del secolo, della modernità, è diventato anche caro agli ecclesiastici. In campo religioso si parla spesso di “successo”, quasi come sinonimo dell’approvazione divina, e, quando questa manca, non si ha nessuna titubanza ad affermare che coloro che non lo conseguono, è prova evidente che non ci sa fare, non seguono certe regole e non hanno di mira soprattutto l’esempio di quelli che l’hanno ottenuto.

Oggi, si rischia di far confusione tra un principio divino, valevole per tutti e un’esperienza che non tutti fanno nella stessa maniera. Quando si parla di un’esperienza, come se fosse sinonimo di «un principio divino», si rischia di far dire alla Bibbia quello che essa non vuole dire, con le conseguenze inevitabili di delusioni e mancati successi.

Se Dio ti ha scelto per un determinato lavoro e si è aperta una chiara visione davanti a te, farai bene di chiedere a Dio di darti successo, così darai la dimostrazione che il buon andamento delle cose, non sarà il risultato della tua intelligenza o del tuo “saper fare”, ma di un’opera che Dio compirà servendosi della tua strumentalità. Questo però non vuol dire assolutamente che sol perché un tizio ha avuto successo in quello che ha fatto, tu debba fare le stesse cose e aspettarti il medesimo risultato. I compiti nell’opera del Signore sono molteplici, e sono anche differenti gli strumenti usati e le maniere per portarli a compimento.

Tu sarai qualcuno e qualcosa, soprattutto davanti agli occhi di Dio se saprai rimanere là dove il divino Architetto ti ha posto e saprai fare il lavoro che ti è stato assegnato. In una banda musicale, ci sono tanti strumenti che se vengono ascoltati separatamente, non ispirano il piacere per ciò che riguarda l’ascolto, ma danno fastidio all’orecchio. Però, quello stesso strumento che ti ha infastidito quando l’hai ascoltato isolatamente, non farà lo stesso effetto quando l’ascolterai insieme con gli altri apparecchi: la meravigliosa e piacevole armonia che sentirai, non sarà prodotta solamente dagli altri strumenti che non hai sentito separatamente, ma anche da quello che hai sentito da solo.

Ricordati che nel corpo di Cristo, la Sua chiesa, ci sono molte membra, uno diverso dall’altro e non tutti hanno la stessa funzione. Quantunque la mano non faccia quello che compie il piede o l’occhio, o viceversa, nondimeno, ognuno svolge il suo ruolo per la buona funzione dell’intero corpo.

Se Dio ti ha fatto occhio nel corpo di Cristo, non cercare di essere mano o altro. D’altra parte, si sa con estrema certezza che nessun membro di un corpo, anche quello che è considerato più importante, è oggetto a sé stante; di conseguenza, non può vantarsi di non aver bisogno di altre membra. Siccome il corpo è l’insieme di molte membra e non di uno solo, ne consegue che se uno dovesse avere tante parti del corpo dello stesso tipo, formerebbe una mostruosità che spaventerebbe il più coraggioso.

PS: Se al termine del capitolo 1 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura


Capitolo 2




NEHEMIA OTTIENE IL PERMESSO DI ANDARE A GERUSALEMME




Nel mese di Nisan, l’anno ventesimo del re Artaserse, come il vino era portato davanti a lui, io presi il vino e lo porsi al re. Ora io non ero mai stato triste in sua presenza.
Perciò il re mi disse: perché hai l’aspetto triste, anche se non sei malato? Non può esser altro che un’afflizione del cuore. Allora fui preso da una grandissima paura
(Nehemia 2:1-2).

1. Da Kisleu a Nisan

Quando Nehemia ricevette notizie dei Giudei scampati, superstiti della cattività, era il mese di Kisleu = Dicembre, mentre quando ottenne il permesso di andare a Gerusalemme, era il mese di Nisan = Aprile dell’anno ventesimo del re Artaserse. Confrontando Nehemia 1:1 con 2:1 si nota una certa difficoltà, per ciò che riguarda l’anno ventesimo, in cui le due testi fanno esplicito riferimento, per coincidere i due avvenimenti nello stesso anno. Sapendo che Nisan, è il primo mese dell’anno, diventa impossibile far combaciare nello stesso anno il mese di Kisleu, dato che è nominato prima di Nisan. Riportiamo qui di seguito quello che ha scritto R. De Vaux, O.P. nella sua opera “Istituzioni dell’Antico Testamento”.

Si continuerà il prossimo giorno...