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Capitolo 1




NEHEMIA, UOMO DI GRANDE SENSIBILITÀ




...Or avvenne che nel mese di Kisleu, nell’anno ventesimo, mentre io mi trovavo nella fortezza di Susa, arrivò da Giuda Hanani, uno dei miei fratelli, assieme ad alcuni altri uomini. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della cattività, e a Gerusalemme. Essi mi dissero: «I superstiti che sono scampati dalla cattività sono laggiù nella provincia, in gran miseria e obbrobrio; inoltre le mura di Gerusalemme sono piene di brecce e le sue porte consumate dal fuoco» (Nehemia 1:1-3).

Le notizie ricevute da Nehemia

I sentimenti di patriottismo che Nehemia manifestò in quella particolare circostanza nei confronti della sua terra e del suo popolo, hanno una coloritura piuttosto marcata. Fra le tante caratteristiche che si possono notare nella vita di quest’uomo, quella che ha una particolare importanza, è senza dubbio la sua straordinaria sensibilità. Dal rapporto che ricevette, il testo Sacro precisa:

Come udii queste parole, mi posi a sedere e piansi; quindi feci cordoglio per vari giorni, e digiunai e pregai davanti al DIO del cielo (v. 4).

Quello che si produsse nella vita di Nehemia

Le cinque cose che Nehemia fece:

1) si sedette,
2) pianse,
3) fece cordoglio,
4) digiunò,
5) e pregò,

mettono in evidenza la natura della sua sensibilità. Di conseguenza, l’atteggiamento della sua vita cambiò, non tanto per quanto riguardava la sua persona (anche se il suo aspetto fisico fu diverso davanti al re Artaserse quando gli porgeva la coppa), quanto per ciò che provava nel suo cuore, per la sua terra e per il suo popolo. Quando una persona è sensibile, essa manifesta un interesse particolare per gli altri e non si affatica ad immedesimarsi con chi soffre o si trova in condizioni disagiate. Di conseguenza, egli non rimane indifferente; non chiude le orecchie a quello che sente e neanche il cuore a quello che prova. La sensibilità di una persona gioca un ruolo determinante nelle scelte che fa e nelle decisioni che prende.

L’atteggiamento di Nehemia

Dall’atteggiamento che Nehemia assunse in quel giorno, nacque un gran desiderio nel suo cuore e di conseguenza si aprì una chiara visione davanti a sé che più tardi lo portava nella terra dei suoi padri, per dedicarsi al bene del suo popolo ridotto all’estremo dalla miseria e coperto di obbrobrio. Nessuna visione si aprirà davanti ad una persona se prima non ci sarà un atteggiamento adeguato, (di umiltà) che permetterà di percorrersi strada nel sentimento e nel cuore.

Dio si rivelò al cuore di Nehemia

Mentre Nehemia piangeva, faceva cordoglio, digiunava e pregava l’Iddio del cielo per i figli d’Israele, (probabilmente avrà chiesto che qualcuno venisse mandato in Giudea per aiutare il suo popolo), Dio si rivelò al suo cuore, facendogli chiaramente comprendere che fosse proprio lui la persona scelta per compiere il lavoro di ricostruzione.

Da questo schema, possiamo imparare tanto, e lo stesso Nehemia, diventerà una sorgente d'immense ispirazioni per farci vedere e capire quello che Dio vuole nella nostra vita. Meditiamo!

1. L’interessamento per i nostri fratelli

Con l’arrivo di Hanani, uno dei suoi fratelli assieme ad altri uomini, Nehemia ebbe la premura di chiedere informazione riguardante: 1) i Giudei scampati, superstiti della cattività, 2) lo stato di Gerusalemme. Questo ci dimostra che il suo interessamento non era tanto per la sua famiglia, secondo la carne, quanto per la reale situazione del popolo e di Gerusalemme. Questa sua specifica richiesta manifesta anche che Nehemia era un uomo che amava il suo popolo e che nonostante fosse lontano da loro e vivesse in un ambiente agiato e ben diverso, c’era sempre in lui un legame che lo univa al suo popolo e Gerusalemme ridotti in un misero stato.

Quando si è uniti nell’unità dello Spirito col vincolo della pace (Efesini 4:3), si mettono da parte gli interessi di carattere personale ed egoista e si vuole conoscere (non a scopo di curiosità) la reale situazione in cui si può trovare nostro fratello in Cristo; un popolo con il quale abbiamo tante cose in comune, specie quando si condivide la stessa dottrina del Signore nostro Gesù Cristo.

Anche se le condizioni sociali e culturali, tra noi e gli altri, sono diverse, se nel cuore c’è l’amore genuino, soprattutto quello di Cristo, interessarsi della vita e del benessere degli altri, non sarà un'enorme fatica né un traguardo irraggiungibile.

Si continuerà il prossimo giorno...