00 26/01/2012 00:16
Le mura della santità, hanno tante brecce; non devono essere diroccate, ma riparate

Oggi c’è una forte tendenza e una pressione non indifferente che cerca di minimizzare la santità, in ciò che riguarda la parte esterna della vita e colloca quasi nell'esistenza interiore. Non si mette in dubbio che l’interno di una persona, ha più valore della vita esterna, e che certe manifestazioni esterne hanno il senso dell’ipocrisia, atte a fare apparire una diversa realtà da quella vera. Tra la vita interiore e quell'esteriore, non ci deve essere collisione o contraddizione, ma armonia, se si vuole che l’azione resti integra e non subisca nessun'alterazione. Di solito, l’azione esterna che compiamo, quella cioè che controlliamo con i nostri sensi, è una chiara rivelazione di quello che abbiamo veramente nell’interno. Quest'affermazione la facciamo sull’autorità della parola di Gesù:

Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore...Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze (Matteo 15:18,19).

Una santità che si localizza soltanto nel pensiero e sull’astratto e non dà nessun peso ad un'azione esterna, è falsa, non è quella insegnata dalle Scritture; come pure quella che si attiene solamente alle cose esterne è ugualmente falsa, e rischia facilmente di diventare fanatismo.

Per evitare di avere idee e convinzioni contrarie a quello che insegna la Scrittura, per ciò che riguarda la santità, e non farla apparire come una verità del lontano passato e non più compatibile con i tempi della vita moderna, e, soprattutto per costatare se esiste un certo legame di continuità, tra l'esistenza interiore dell’anima e dello spirito con quell'esteriore del nostro corpo, è necessario sapere cosa ha da dirci la Bibbia, la Suprema Autorità in materia di fede e di condotta. Il credente viene esortato a:

camminare secondo lo Spirito e non adempiere i desideri della carne (Galati 5:16); a, procacciare...la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore (Ebrei 12 14); a, ...purificarsi da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la propria santificazione nel timore di Dio (2 Corinzi 7:1); ed infine, Siate santi, perché io (Eterno) sono santo (1 Pietro 1:16; Levitico 11:44).

Per la donna nubile, si afferma che
...si preoccupa delle cose del Signore per essere santa nel corpo e nello spirito... (1 Corinzi 7:34).

Dei credenti in genere si afferma che sono:
...una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa... (1 Pietro 2:9).

L’apostolo Paolo conosce ed insegna un modo di vivere che si addice ai santi.
Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia non siano neppure nominate fra di voi (Efesini 5:3), ed esorta di camminare con diligenza non da stolti, ma come saggi (Efesini 5:15).

Per dimostrare che Paolo non concepiva la santità, solamente dal punto di vista della vita interiore dell’anima e dello spirito, egli scriveva ai Tessalonicesi:

Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, come ci siamo comportati santamente, giustamente, senza biasimo verso di voi che credete (1 Tessalonicesi 2:10).

Ed ancora ai Corinzi:
Il nostro vanto, infatti, è questo: la testimonianza della nostra coscienza, che nel mondo e specialmente davanti a voi, ci siamo comportati con la semplicità (un’altra versione rende “santità”) e sincerità di Dio, non con sapienza carnale, ma con la grazia di Dio (2 Corinzi 1:12).

L’apostolo Pietro, aveva la stessa convinzione di Paolo, e insegnava la santità nella stessa maniera di Paolo. Ecco le sue parole:

Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? (2 Pietro 3:11,12).

Senza dover ricorrere ad altri testi, crediamo che quelli che abbiamo citato siano più che sufficienti per farci comprendere che la santità che la Bibbia insegna, coinvolge in pieno le azioni esterne che gli altri possono vedere e notare. Infatti, i termini: comportarsi, condotta, camminare, adempiere e compiendo, che abbiamo letto nei testi suesposti, sono parole che esprimono eloquentemente che la santità non può essere dissociata dalle azioni esterne e collocarla nel mondo delle idee, dell’invisibile, dell’uomo interiore senza che la stessa perda la sua vera fisionomia.

Per illustrare ulteriormente questo concetto, prendiamo com'esempio l’amore. Tutti sappiamo che l’amore è un sentimento e come tale non sarebbe possibile dimostrarlo, se non ci fosse un’azione visibile che provi la sua esistenza. Allo stesso modo sarebbe equiparata la santità se non si potesse dimostrare con azioni tangibili che tutti possono vedere e controllare. Se vediamo che le mura della santità sono piene di brecce quelli nei cui occhi è versato il collirio dello Spirito Santo ha una buona vista per vederle?, non bisogna abbatterle, in modo che non si parli più di brecce, ma piuttosto ripararle.

Si continuerà il prossimo giorno...